E' RARO E' LIGURE E' DI LAVAGNA
Era da un pò di tempo che volevo ancora scrivere di questa grande famiglia che ha rappresentanti un pò in tutta Italia.
Ho già trattato in un precedente post questo ortaggio tipicamente invernale uno dei pochi che non solo non teme il gelo ma anzi il freddo lo rende più tenero e gustoso.
Stiamo per entrare nel periodo invernale e quindi con molto piacere passo a descrivervi questa verdura molto comune ma con delle cultivar rare e di nicchia come questa che è la protagonista di questo post.
Un ortaggio coltivato ed apprezzato, con relative ricette, nella cittadina di Lavagna e dintorni situata nella Riviera di Levante non molto lontano da Genova.
Il Golfo del Tigullio racchiude luoghi bellissimi con clima mite anche d'inverno bagnati da un mare stupendo come Portofino, Santa Margherita Ligure, Rapallo.
Queste località sono famose in tutto il mondo per la loro bellezza e anche Lavagna centro della coltivazione del cavolo broccolo lavagnino fa parte di questi luoghi incantati.
E' qui in questi orti a terrazze affacciati sul mare, orti unici immersi nel profumo di un mare straordinario per i suoi colori che vanno dall'azzurro più tenue al blu più profondo che viene coltivato il cavolo broccolo di Lavagna o lavagnino in associazione all'ulivo.
DESCRIZIONE DI QUESTO ANTICO CAVOLO
Un cavolo presente in zona da antica data di dimensioni contenute con un cappuccio di forma allungata.
Un ortaggio un pò differente dagli altri della sua specie perchè non produce una testa come quella degli altri cavoli ma è dotato di numerose foglie poco bollose che accartocciate e strette nel nucleo centrale formano una specie di testa molto gustosa ed apprezzata che il freddo rende più tenera.
Alcune di queste foglioline al centro del suo nucleo prendono caratteristiche sfumature rosa nella sua varietà più tardiva.
Di questo cavolo ve ne sono due varietà una a maturazione più precoce e l'altra che matura più tardivamente in ogni caso viene coltivato per la raccolta autunno vernina.
E' una coltura rustica che si accontenta di terreni anche non eccessivamente ricchi ma cresce meglio in suoli di medio impasto ricchi di sostanza organica ben decomposta attenzione ai ristagni idrici che fanno marcire la pianta.
La semina non è facile occorre sorvegliare attentamente in modo che il terreno abbia sempre la giusta umidità consiglio di comprare le piantine avrete cosi la possibilità di più sicura riuscita.
Se vi capita di essere nei pressi di Lavagna a fine agosto non dimenticatevi di cercarle.
Trapiantandole, anche sul balcone se non possedete del terreno, potrete avere fresco questo prodotto così particolare, raro ma soprattutto utile per la salute e gustoso che sicuramente vi invidieranno.
Non son molti al di fuori del ristretto territorio che da sempre lo coltiva che possono vantarsi di avere nel proprio orto un ortaggio così particolare come il cavolo broccolo lavagnino.
Il cavolo lavagnino è una brassica il suo nome scientifico è Brassica oleracea var. capitata è un ortaggio di nicchia conosciuto ed apprezzato non solo in zona ma anche nel genovese dove viene ricercato per le numerose ricette che lo vedono protagonista non ultima quella che lo indica come condimento per la pasta.
Una ricetta caratteristica è la polenta molle con il cavolo nero ligure o in alternativa il cavolo lavagnino.
Nell'ottocento un'antica ricetta così spiegava " Fate primieramente cuocere in pentola, con quella quantità di acqua richiesta per la polenta molle, dei cavoli neri oppure dei broccoli ( lavagnini) tagliuzzati con sale ed olio...."
Ortaggio da clima mite, com'è mite in inverno il clima della Riviera non escludo lo si possa anche trapiantare altrove proteggendolo specie quando è giovane, con un velo di tessuto non tessuto dai troppo rigidi rigori invernali.
La semina è a fine giugno per trapiantarlo nella prima quindicina d'agosto.
La crescita è lenta viene pronto in pieno inverno da novembre a marzo quando pochi altri ortaggi freschi allietavano le tavole di una volta.
Adesso noi possiamo comprare ogni tipo di verdura ma un tempo gli ortaggi che maturavano nella stagione invernale erano pochi e particolarmente apprezzati.
Ortaggi che in tempi moderni hanno rischiato di sparire e che oggi vengono rivalutati per le loro proprietà e per la loro bontà.
PROPRIETA' BENEFICHE DEL CAVOLO LAVAGNINO
Le proprietà benefiche dei cavoli e quindi anche del cavolo lavagnino sono conosciute sin dall'antichità.
Il cavolo è un concentato di vitamine è ricco di vitamina A, C contine anche le vitamine E e U inoltre ha moltissimi minerali ferro, fosforo, potassio, rame e zolfo diversi aminoacidi, mucillagini e saponine.
La vitamina C è fondamentale per rinforzare le difese immunitarie nel periodo freddo e così evitare le malattie da raffreddamento mentre la vitamina U di recente scoperta combatte le ulcere gastriche e duodenali.
Grazie a tale ricchezza di minerali e vitamine il cavolo può essere davvero considerato come una pianta medicina.
Può essere impiegato per alleviare diversi disturbi quali le malattie da raffreddamento i dolori reumatici e muscolari le dissenterie e le anemie.
La sua ricchezza di zolfo calcio e fosforo lo rendono adattissimo come elemento rimineralizzante e con ottime virtù digestive.
Inoltre recentemente si è posto l'accento sulle sue proprietà anticancerogene che approfonditi studi hanno confermato.
Compriamo e consumiamo perciò le Brassiche alle quali appartiene anche il nostro cavolo lavagnino il quale non solo ha un gusto delicato ma è anche molto utile al nostro organismo per le sue qualità organolettiche.
Com'era in uso una volta di questo broccolo non si butta nulla anche le foglie più grandi, private delle nervature che son legnose lessate e fatte saltare in padella con uno spicchio d'aglio costituiscono un ottimo contorno.
Una caratteristica del cavolo lavagnino è che quando viene lessato non sprigiona il forte aroma, non a tutti gradito che sprigionano le altre brassiche.
La sua testa di foglie strette molto morbida e gustosa è particolarmente apprezzata cotta al vapore abbinata a patate lesse e condita con un filo di olio rigorosamente della Riviera ligure.
La Camera di Commercio di Genova tutela le tradizionali produzioni orticole col marchio di " Antichi Ortaggi del Tigullio" fra le quali c'è anche il cavolo broccolo lavagnino che ha così la possibilità di venire conosciuto ed apprezzato anche al di fuori dei confini genovesi.
Ho provato nostalgia mentre sceglievo la ricettina che a fine post sempre metto.
A Genova abitava una sorella di mia mamma nonchè mia zia e spesso ci fermavamo, io ero bambina e poi una ragazzina, a pranzo da lei.
D'inverno immancabilmente mangiavamo tutti insieme la famiglia di mia zia, la mia, io e mio cugino Andrea la polenta con il cavolo lavagnino o a volte se non c'era col cavolo nero ma mia zia preferiva il lavagnino di più delicato sapore.
Purtroppo questa mia zia è mancata che io ero ancora ragazzina e non ho più avuto la possibilità di mangiare la polenta così cucinata ma certi sapori intensi gustati nell'infanzia e nella giovinezza rimangono tutta la vita come un dolce-amaro ricordo.
Ho ritrovato quella ricetta e la passo a voi certa che apprezzerete questa antica ricetta con un ortaggio così particolare e mi auguro che attorno alla vostra tavola ci sia quel calore e quell'allegria che anticamente attorniavano le tavolate incluse quelle che rimarranno per sempre nel mio ricordo.
POLENTA COL CAVOLO LAVAGNINO
Ingredienti per 4 persone
mezzo kg di farina di mais
2 cavoli lavagnini
parmigiano
olio extravergine d'oliva
sale q.b.
Pulite i due cavoli lavagnini, togliete loro le foglie più dure poi lavateli e tagliateli a striscie sottili.
In una capace pentola mettete un quantitativo di acqua utile per preparare la polenta e salatela.
A bollore metteteci i cavoli e cuoceteli per circa 20 minuti fino a quando non saranno diventati quasi teneri.
Aggiungete la farina di mais e rabboccate con acqua calda per compensare quella persa durante la cottura dei cavoli e cuocete la farina sino a quando non sarà diventata polenta.
La polenta è pronta quando mescolando si stacca dalle pareti del recipiente ci vuole circa da una ventina di minuti alla mezz'ora.
Ricordatevi di mescolare spesso per evitare la formazione di grumi e fate in modo, aggiungendo acqua calda se necessita, che la consistenza della polenta sia morbida.
A questo punto mia zia la versava bollente sopra un tagliere la spolverava generosamente col parmigiano e la portava fumante in tavola.
Lì ogni commensale si serviva generosamente condendola poi con l'olio extravergine d'oliva.
Voi potete far così oppure dividete in 4 ciotole la polenta conditela con l'olio e portate le ciotoline in tavola servendo a parte il parmigiano.
Per amor di verità aggiungo che in una teglia vi era dell'ottima salsiccia in umido che si sposava molto bene con la polenta stessa.
Provate questa ricetta in una giornata fredda e umida è molto calorica e adatta a riscaldarvi e a ridarvi il buonumore.
A questo punto non mi resta che ritirarmi ma prima voglio augurarvi
BUON APPETITO
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Ciao, sono lolle, ti ringrazio per il commento al mio post!
RispondiEliminaHo curiosato nel tuo blog (che ho già aggiunto ai miei preferiti)e lo trovo molto interessante, quindi verrò spesso a farti visita...
A presto!