domenica 25 settembre 2011

PIANTE DA FRUTTO

A SETTEMBRE SI RACCOGLIE, IN INVERNO SI AMMIRANO I RAMI CONTORTI, A FEBBRAIO LA FIORITURA E NELLA BELLA STAGIONE SON BELLE LE SUE FOGLIE
DAVVERO E' UN PRODIGIO REGALATOCI DALLA NATURA

Come se tutto ciò non bastasse è un alberello raccolto che sta bene in un piccolo spazio è bello anche come siepe spicca in capienti vasi sul balcone, ma  il terrazzo dev'esser ampio perchè la sua bellezza risalti al meglio.

Nome scientifico Corylus avellana famiglia delle Betulacee nome meno scientifico nocciolo ed è il nome col quale è comunemente conosciuto.

Il suo nome deriva dal greco corys=elmo mentre avellana riporta alla città  di Avella in provincia di Avellino dove i noccioli erano presenti in grandi quantità sin da epoca remota.

Il nocciolo ha origini preistoriche fossili ritrovati in Svezia e in Germania attestano che i frutti di questa pianta nutrivano l'uomo primitivo alla fine del periodo glaciale quindi molto prima della coltivazione della vite e dell'ulivo.
 
Si tratta di una delle prime piante coltivate dall'uomo arrivata in Europa dalla Mesopotamia e diffusasi in tutta Europa.

L'inizio della sua diffusione viene datato al termine dell'ultima glaciazione circa 10.000 anni fa.

E' una pianta presente in molte storie e leggende antiche una delle quali narra come quest'albero non possa essere colpito da un fulmine.

Ciò è dovuto al fatto che la Madonna si rifugiò sotto le sue fronde per ripararsi durante un temporale per questa protezione gli fece la grazia di  essere  immune dai fulmini.

Per le popolazioni del nord Europa il nocciolo è simbolo di fertilità e saggezza i suoi rami sono tradizionalmente  usati  per creare le bacchette dei rabdomanti e quelle dei maghi.

Apprezzato dai greci e dai romani per i suoi frutti nutrienti grazie all'elevato contenuto di grassi è molto richiesto anche ai giorni nostri.

L'Italia figura fra i principali produttori mondiali con la Turchia e la Spagna.
  
La coltivazione è diffusa in tutte le regioni  ma  assume un'importanza particolare nelle regioni della Sicilia, Campania, Lazio, Piemonte e Liguria.

DESCRIZIONE DI QUESTO ALBERELLO

Il nocciolo più che un alberello ha forma di cespuglio l'altezza è in genere dai 2 ai 4 metri massimo 7 e i suoi rami sono sottili lunghi e flessibili con foglie  a margini dentellati e di forma rotonda verde vivo superiormente e verde tenue nella pagina inferiore.

Le radici formano un intrico molto rigoglioso ed espanso anche se superficiale e generano numerosi polloni che possono essere separati dalla pianta madre per dar luogo a nuovi alberi.

Caratteristica è la sua fioritura infatti la pianta porta fiori unisessuali distinti fra maschili e femminili presenti sulla stessa pianta sui rami dell'anno precedente.


 fiori maschili
 I fiori maschili sono riuniti in infiorescenze lunghe dette amenti o più comunemente "gattini" sono molto appariscenti e conferiscono da dicembre a febbraio un valore ornamentale alla pianta mentre quasi invisibili sono i fiori femminili  poco più grandi di gemme con stimmi rossi che vengono fecondati dal polline maschile trasportato dal vento.

L'impollinazione avviene fra dicembre e febbraio ed è anemofila cioè causata dal vento.

Le nocciole iniziano la loro formazione a maggio e la raccolta avviene da fine agosto a tutto settembre.


fiori femminili 
 La parte che si consuma, la nocciola propriamente detta è il seme mentre il frutto è  una piccola ghianda detta diclesio ed è composta dall'involucro legnoso e dal seme.

 La pianta del nocciolo è presente anche allo stato selvatico sino ai 1200 metri e si trova nei boschi di latifoglie dove cresce  spesso in terreni poveri e franosi purchè non troppo umidi.

Le varietà coltivate però per fruttificare al meglio abbisognano di un suolo fertile e ricco ben letamato con letame maturo.

Le varietà coltivate per il frutto sono numerose ciascuna regione ha le sue particolari cultivar come la "Tonda Gentile delle Langhe" tipica del Piemonte molto pregiata per l'eccellente qualità dei suoi frutti  o la "Tonda Romana"  con frutti grossi diffusa nella zona di Viterbo.

C'è inoltre da ricordare che il nocciolo da frutto per fruttificare al meglio richiede la vicinanza con varietà selvatiche o con altre varietà interfertili.

Per esempio la "Tonda Romana" vuole come impollinatore una varietà interfertile che si chiama Nocchione.

Pianta affascinante e complicata il nocciolo ma tanto interessate e caratteristica val la pena coltivarla e pazienza se la resa non sarà quella dei noccioleti da reddito anche solo gustare  poche  nocciole coltivate da noi sarà una  soddisfazione da ricordare.

Alla vista di un noccioleto io ritorno col pensiero a quando ero ragazzina e con le mie amichette ci rifugiavamo in un noccioleto vicino alla casa di mio nonno materno per mangiare le nocciole fresche e per chiacchierare senza essere viste nè sentite.

I miei nonni abitavano in una casa colonica vicino a Carcare in Piemonte dove le piante di nocciolo son così comuni e sempre nei miei ricordi son rimasti l'intrico dei rami e il gusto delle nocciole era un luogo che per noi ragazzine era fatato e nostro come non ne ho più trovati nel corso della mia vita.

Mi piacerebbe che così divenisse anche per voi o per le persone che vi sono care fosse pure una sola pianta perchè il nocciolo ha in sè stesso un qualcosa di magico.

Se volete possedere questo alberello così affascinante vi consiglio di rivolgere la vostra attenzione alle varietà ornamentali e qui potete scegliere fra diversi tipi se vi piace una colorazione delle foglie vistosa scegliete le varietà a foglia rossa  come il "Corylus maxima atropurpurea" o a foglia gialla come  la cultivar "aurea" dalle foglie giallo-chiaro.

Se invece volete una forma inusuale scegliete la varietà pendula con rami che pendono verso il basso oppure la varietà "Contorta" con rami attorcigliati che in inverno liberi dalle foglie spiccano in tutta la loro particolare bellezza.

Ciascuno quindi non faticherà a trovare la varietà di nocciolo più congeniale per lui che potrà ammirare per lunghi anni.

Il nocciolo vive sino a più di 60 anni e ha crescita veloce le cultivar a rami contorti o penduli sono però di più lenta crescita.

Se si possiede un terrazzo il vaso nel quale vivrà la cultivar da voi scelta dev'essere particolarmente capiente circa cm 80 adattissimi i vasi di terracotta tipo conche toscane adoperate per gli agrumi.


amenti maschili su nocciolo var. contorta
 Una buona notizia è che parecchie cultivar ornamentali sono autofertili quindi per la produzione di frutta va bene una sola pianta.

Il nocciolo pur gradendo una buona luminosità ama l'ombra leggera data dal fogliame di altre piante e teme l'umido e i venti freddi invernali quindi d'inverno  riparare il vaso  anche solo vicino ad un muro.

Invece non teme il gelo invernale anche se le temperature si abbassano di parecchio ma teme le gelate primaverili che possono determinare un calo della produzione.

In vaso è meglio coltivarlo a cespuglio a meno che la varietà scelta non sia già ad alberello ma allora preparatevi a pagarla piuttosto cara anche se già molto ornamentale.

Se invece potete piantarlo in piena terra allora potete scegliere se ad arbusto con 3 o 4 fusti che dal terreno si alzano per formare una chioma un pò espansa o ad alberello e farlo crescere sino a circa 7 metri per potervi godere la sua ombra estiva.

Mettetelo in una buca profonda e copritelo con terra ben letamanta di letame maturo.

Se ad alberello conviene lasciare un solo fusto il più dritto e legarlo con un tutore per cercare di dare al tronco una forma il più possibile verticale.

Tagliate l'astone a circa un metro, un metro e mezzo dal suolo per formare l'impalcatura e cercate di allevare tre o quattro germogli perchè formino i rami del vostro alberello.

 Negli anni successivi togliete tutti i polloni nati al piede della pianta e i rami rotti o secchi senza potarla ulteriormente.

A poco a poco avrete un punto di interesse nel vostro giardino e d'estate potrete riposarvi sotto la sua leggera ombra.

Se invece avete la fortuna di avere un conoscente che ha già un nocciolo fatevi dare i polloni con un pezzettino di radice attaccata scavate una capiente buca e metteteci i vostri polloni tre o quattro distanziati di circa 20 o 30 cm e leggermente inclinati nelle varie dimensioni poi copriteli con buon terriccio compattando con cura ma leggermente.

Fate questo in autunno o in primavera e vedrete che questi polloni radicando e unendosi insieme con le radici presto formeranno un'unica pianta.

Negli anni seguenti occorre eliminare i polloni in più che si formeranno ai piedi della pianta per conservare solo i prescelti se vi son rami troppo vigorosi per dar aria alla chioma si possono tagliare.

Col passar degli anni i fusti principali possono iniziare ad esaurirsi indebolendosi conviene allora eliminarli e allevare un nuovo giovane pollone cresciuto al piede per rinnovare la pianta.

Si possono seminare anche le nocciole naturalmente non quelle tostate, prima è meglio lasciarle a mollo un paio di giorni nell'acqua poi se ne possono mettere tre in un vaso di circa 20 cm di diametro tenuto  umido e al riparo per favorire la germinazione.

La semina può avvenire in autunno oppure in primavera stratificando i frutti sotto la sabbia perchè così protetti passino l'inverno.

Passeranno il primo anno nel vaso e nell'autunno successivo le giovani pianticelle saranno pronte per essere messe a dimora.

Tenete presente che ottenendo la vostra  pianta di nocciolo da seme non potrete avere una pianta identica alla pianta madre.

Il periodo migliore per mettere a dimora il vostro nocciolo è l'autunno perchè durante l'inverno ha modo di  far crescere un vasto sistema di radici che faciliteranno la ripresa vegetativa oppure potrete piantarlo in primavera.

Il nocciolo serve per molte funzioni in giardino può costituire con altri alberi da frutto un frutteto familiare in questo caso distanziate le piante di almeno 5 metri e scegliete una varietà da frutto parlandone con un vivaista della vostra zona.

Può anche servire a consolidare scarpate e terrazzamenti e può formare siepi informali che possono essere anche miste e che  sono utili per dividere dall'aperta campagna la proprietà.

In periodo siccitoso irrigare abbondantemente il nocciolo specialmente se in vaso perchè l'apparato radicale essendo superficiale non riesce a procurarsi acqua da solo siate particolarmente attenti a ciò nei primi due anni di vita della pianta.


 varietà contorta in veste invernale
 Senza lasciar acqua che ristagna perchè il nocciolo è particolarmente sensibile al marciume radicale in vaso curare molto bene il drenaggio al momento della messa a dimora della pianta.

Per la concimazione ricordatevi di concimarlo con concime organico ben maturo in primavera sia che la pianta si trovi in piena terra e tanto più se è collocata in vaso.

La pianta entra in produzione dal  quarto anno di età raggiunge il suo massimo picco verso il decimo anno e poi cala per altri 10 anni dopo di che conviene sostituire gli esemplari più vecchi con altri giovani.

 LE NOCCIOLE GUSTOSE E UTILI

La raccolta delle nocciole si fa in tarda estate autunno quando cadono per terra non va bene coglierle dalla pianta non ancora ben mature per velocizzare la raccolta è possibile scuotere le piante impedendo che i frutti stando troppo sul terreno si deteriorino o siano preda di animali.

Per conservare al meglio le nostre nocciole conviene farle essiccare 2 o 3 giorni in piena aria prima di riporle.

Le nocciole sono frutti oleosi molto energetici con una percentuale di grassi alta pari al 58% con una massiccia presenza di proteine e zuccheri  che  ne fanno un cibo che combatte lo stress e la stanchezza aiutando a mantenere veloce il metabolismo.

I grassi contenuti in questo frutto sono acidi grassi monoinsaturi categoria preziosa che contribuisce a proteggere i tessuti dall'invecchiamento e dalle patologie cardiovascolari.

Un uso moderato di questo frutto quindi ha effetti benefici.

Le nocciole sono largamente usate in pasticceria e numerose ricette attestano della bontà di questa frutta.

Per eliminare la cuticola amarognola le si può far tostare mettendole in forno a 200° per pochi minuti e strofinandole fra le mani o con un canovaccio.

Questa tostatura le rende più digeribili ed esalta il loro sapore.

Per conservare al meglio il loro sapore occorre conservarle in un luogo fresco cantina o frigo ma è meglio servirle a temperatura ambiente perchè sono meno saporite se fredde.

E' buona norma consumare tutte le nocciole entro la fine di febbraio se sono sgusciate è possibile surgelarle.

UNA CONSUETUDINE PARTICOLARE

Un'usanza curiosa e molto antica si svolge a Massaquano  che è la più antica frazione di Vico Equense  in provincia di Napoli alle pendici del  Monte Faito.

Qui il 12 dicembre vigilia di Santa Lucia, protettrice della vista si svolge il plurisecolare lancio delle nocciole dal tetto della sua chiesa.

Esse sono il simbolo delle pupille e vengono lanciate in onore della santa protettrice della vista.

Questa tradizione è molto antica se ne sono trovate tracce dalla fine del '300.

Invece di lanciarle le nocciole son buone mangiate eccovi quindi una gustosa insalata che accompagna meravigliosamente le carni fredde estive o i piatti leggeri di pesce ma è nutriente  anche mangiata da sola.

INSALATA CON NOCCIOLE, FRUTTI ESOTICI, CIPOLLA E SENAPE

ingredienti per due persone

1 cucchiaio di noccioline sgusciate salate

100 gr di spinacini teneri e novelli

1 cipollotto di Tropea

1 mango

2 rondelle di ananas fresco

1 cucchiaio di pistacchi salati sgusciati

1 cucchiaio di senape Calvè
 
olio d'oliva extravergine

aceto

sale q.b.

Affetta il cipollotto bagnalo con l'aceto e lascialo in  macerazione per 5 minuti.

Lava asciuga e spezzetta gli spinacini poi taglia a fettine l'ananas e a spicchi il mango.

In una capace terrina unisci la cipolla ben scolata, gli spicchi di mango, le fettine di ananas e aggiungi i pistacchi e le noccioline salate.

In un recipiente emulsiona la senape con l'olio extravergine d'oliva e subito prima di portare in tavola condisci con questa salsina l'insalata aggiustando di sale.

Questa veloce e insolita insalata profumata con frutta esotica e insaporita con le noccioline e i pistacchi farà un figurone alla vostra tavola e certamente ripeterete non una sola volta questa semplice ma stuzzicante ricetta.

Scrivendone anche a me è venuto il desiderio di gustarla quindi vado in cucina a prepararmela nel frattempo di cuore vi auguro

BUON APPETITO

mercoledì 21 settembre 2011

PIANTE DA FRUTTO

COGLIERE FRUTTA DAL VOSTRO BALCONE?      SI PUO' SI PUO'

E' settembre tempo di piantagione di fruttiferi anche quelli a radici nude, non in vaso ma tolti direttamente dal terreno del vivaio quindi  inauguro questa nuova sezione  per parlarvi, come alcuni di voi mi hanno chiesto delle piante da frutto e della loro coltivazione.

Argomento vastissimo perchè i fruttiferi son come gli ortaggi ce ne sono tantissime specie e cultivar io porrò l'accento principalmente sui fruttiferi che si possono coltivare in spazi ristretti sia in un piccolo orto sia sul  balcone in città.


Introduco l'argomento dicendovi che occorrono vasi capienti  per i futtiferi nani  un diametro di 50 cm va bene perchè i vostri alberelli fioriscano e fruttifichino al meglio.

Per chi invece li vuol piantare in piena terra occorre che faccia attenzione all'innesto e lo scelga nanizzante, saprò essere più precisa trattando le varie piante altrimenti rischia di trovarsi con un albero enorme che ben presto occuperà tutto lo spazio anche quello non destinato a lui.

 I fruttiferi vogliono esposizione soleggiata e aperta se avete uno spazio piccolo scegliete un solo albero da frutto e fatelo diventare la star del giardino avrete fiori e frutti spesso anche una colorazione autunnale delle foglie molto ornamentale e alcuni hanno anche corteccia e rami decorativi insomma non potreste pretendere di più.

Ve ne son certi che , specie se abitate in climi particolarmente rigidi potete addossare  contro un muro con un'accorta potatura dove la pianta più protetta fruttificherà più a lungo e potrete cogliere i suoi frutti anche se vi fossero piogge intense o del freddo precoce.

Vi sono molti modi di potare le piante da frutto e questo è molto utile perchè potrete averne più di una in uno spazio ristretto solo con un'accorta potatura.

Vorrei dar qui qualche cenno sulla piantagione che vale un pò per tutti gli alberelli.

Il periodo migliore per la piantagione è primavera prima della ripresa vegetativa e quando le gelate son passate ma ancora meglio l'autunno da settembre sino a quando il brutto tempo e il gelo impediscono di maneggiare il terreno.

Darò qui le istruzioni per piantare una pianta a radici nude per quella col pane di terra metterla nella buca facendo attenzione di non rompere il pane di terra  e alla stessa altezza dal suolo come era in vivaio.
 
Dopo aver fatto una profonda buca nel terreno di almeno 10 cm oltre le radici, per piante a radici nude si metta uno strato di concime ben maturo ma che non tocchi le radici stesse poi mettere un leggero velo di terra ben sciolta e allargare bene le radici togliendo quelle rotte secche o troppo arrotolate.

Munire la piantina di un tutore, un bastone o una canna di bambù e cercare di mettere il tronco più dritto possibile poi legarla al tutore in modo non troppo stretto cosi potrà crescere col tronco dritto e non sarà smossa in caso di forte vento.

Coprirla con  terreno morbido e mescolato con letame ben maturo e fate in modo che la profondità delle radici sia tale che, dopo aver pressato la terra il colletto della piantina e il punto di innesto rimangano sopra il livello del suolo di almeno 5-10 cm cosi come erano in vivaio.

Riconoscerete la zona d'innesto per un leggero rigonfiamento  ad anello del fusto  e dalla saldatura.

Pressate bene il terreno intorno alla pianta assicurandovi di non aver lasciato sacche d'aria fra le radici.

Se siete in campagna, come sono io, attenzione alle lepri e ai topi che rosicchiano la corteccia delle giovani piante, proteggetela avvolgendola con una rete a maglie fini infine per assestare il tutto innaffiate abbondantemente.

Se la stagione fosse particolarmente calda ed asciutta aiutate la giovane piantina facendo un solchetto attorno al tronco e riempitelo d'acqua quando vedete che la terra è secca.

Per chi ha un balcone ricordarsi di curare il drenaggio mettendo argilla espansa o ghiaia sul fondo del vaso per il resto valgono le stesse norme del trapianto in piena terra.

Per la potatura vi accennerò che ve ne sono di due tipi la potatura secca  o invernale che si attua in autunno o in tardo inverno quando il pericolo delle forti gelate è passato e la potatura verde che si esegue quando la pianta è in vegetazione.

Per questo motivo è molto meno drastica di quella invernale serve per dare più sole ai frutti, ad eliminare i succhioni che tolgono vigore alla pianta, a correggere l'alternanza di fruttificazione.
     
Non bisogna esporre troppo i rami e il tronco al sole perchè soffrirebbero delle alte temperature e i rami che si tagliano non siano superiori al diametro di 2 cm.

La potatura invernale a sua volta si suddivide in potatura di allevamento e potatura di mantenimento.

La potatura di allevamento è  praticata nei primi anni di vita delle piante  e il suo scopo è quello di costituire uno scheletro della pianta ben definito sin da subito con chioma ad una certa  altezza dal terreno.

Le sue forme possono essere le più varie.

Abbiamo le forme cosiddette "in volume" dove la chioma della pianta si sviluppa in maniera uniforme nelle tre dimensioni dello spazio le più usate sono il vaso e la piramide, e le forme dette "appiattite" in cui la forma della pianta si sviluppa essenzialmente su un piano verticale le principali sono le varie forme di palmetta.

La forma che io consiglio, la più facile e usata è quella a vaso che va bene per quasi tutti i fruttiferi inoltre per le altre forme occorre fare attenzione al portamento naturale della pianta perchè non tutte si prestano per le forme "appiattite" ne tratterò diffusamente quando vi descriverò le varie piante da frutto.

Una volta che la pianta è stata impostata con la potatura di allevamento e occorrono almeno due o tre anni si entra in una situazione di produttività e quindi si passa alla potatura di produzione che si esegue per regolare la fruttificazione in modo che essa sia il più possibile regolare nelle varie annate con frutti grandi e sani.

Un criterio empirico ma efficace nella potatura di produzione è: albero vigoroso potatura leggera albero debole potatura severa.

L'alternanza di produzione  significa che un'annata di "carica" cioè con una fruttificazione molto abbondante si alterna con un'annata di "scarica" dove vi sono pochi o nessun frutto sulla pianta.

La specie frutticola dove l'alternanza è più frequente è il melo ma non ne sono esenti il pero, l'albicocco  il susino e anche l'ulivo.

C'è da considerare che questa alternanza produce, nelle annate di "carica" frutti piccoli scarsamente colorati e poco gustosi.

Per ovviare a questo si consiglia di diradare i frutticini quando hanno le dimensioni di una piccola pallina in modo che la pianta porti a maturazione un numero non eccessivo di frutti e non si sfrutti eccessivamente così l'anno dopo può nuovamente fruttificare.

Le cure colturali per aver piante sane rigogliose e soprattutto produttive sono sinteticamente le seguenti.

In autunno verso ottobre novembre quando le temperature sono più fresche  provvedere ad una concimazione con letame ben decomposto che si interrerà lontano dal tronco della pianta dovrebbe essere uniformemente distribuito  sotto la chioma.

Nei periodi caldi ricordarsi di innaffiare abbondantemente soprattutto le piante giovani poi le radici scendendo in profondità fanno si che i fruttiferi adulti abbiano meno bisogno di acqua ma in vaso che le annaffiature siano sempre abbondanti quando il terreno si asciuga.

Per i primi anni zappettare attorno al tronco e lasciare il terreno smosso questo eviterà che le erbe entrino in competizione con la crescita della giovane pianta da adulta questo non è più necessario.

Non è difficile aver delle grosse soddisfazioni dal vostro albero da frutto se si seguono questi pochi accorgimenti.

Spesso mi chiedono come mai il loro albero da frutto non dia frutti o ne dia in minima parte.
Qui vi illustro le cause più comuni

Può essere che l'albero  sia troppo giovane e ancora non sia entrato in produzione per certi meli si aspetta sino a 4 anni per vedere i frutti.

Condizioni climatiche negative, es una gelata tardiva, ha fatto gelare e cadere i fiori o i frutticini.

Se il terreno è troppo povero o inidoneo l'albero non fruttifica o molto poco.

Posizione sbagliata troppo in ombra si sviluppano tanto i rami e le foglie, la parte verde ma poco la fruttificazione.

Potatura invernale non corretta che ha eliminato la gran parte dei rami fruttiferi.

Avete acquistato una cultivar autosterile il cui polline non è in grado di fecondare nè i suoi fiori nè i fiori di altre cultivar uguali a lei.

Vi sono alcune cultivar di fruttiferi es cultivar di ciliegio che necessitano per fruttificare di un'altro ciliegio ma di differente cultivar.

La pianta è femminile o maschile ma non ha un compagno è il caso del kiwi dove esistono piante femminili e maschili con fiori differenziati se non le acquistate entrambe non avrete la fruttificazione.

Credo di aver esaurito gli argomenti della parte generale nei prossimi post tratterò dei vari fruttiferi in modo specifico e qui il discorso si fa davvero interessante perchè tratterò anche di piante rare e dove possibile vi darò gli indirizzi dove reperirle.

Adesso vi lascio volevo scriver poco ho fatto un papiro ma per lo meno son stata esaudiente credo, se poi avete domande da farmi potete postarle nei commenti sarò felice di rispondervi.

martedì 20 settembre 2011

ORTAGGI DAL MONDO

DIRETTAMENTE DAL GIAPPONE UN BROCCOLO CHE CONQUISTA

La pianta di cui oggi voglio parlarvi è poco conosciuta qui da noi ma molto nota in Giappone dove viene coltivata come verdura invernale infatti sopporta bene temperature di diversi gradi sotto lo 0 ma riesce a resistere bene anche col caldo a condizione che il terreno sia umido soffre infatti la mancanza d'acqua.

Questo ortaggio così versatile viene chiamato Mizuna ma il suo nome scientifico è Brassica Rapa var. nipposinica  le sue origini  sono cinesi ma è coltivato in Giappone dai tempi più antichi  e ha cominciato ad essere conosciuto in Europa negli ultimi 20 anni.

 Questa pianta è conosciuta anche col nome di senape giapponese  il suo nome Mizuna deriva dal giapponese mizu = acqua e nu  = senape.


Ne esistono di diverse varietà quella più comune presso di noi è la varietà verde ma ne esiste anche una varietà rossa con steli non bianchi ma rossi

DESCRIZIONE E COLTIVAZIONE DI QUESTO ORTAGGIO GIAPPONESE

Ha foglie seghettate di colore verde scuro con coste molto più chiare quasi bianche e succose  forma un cespo compatto di buone dimensioni e se le piantine non si diradano è una verdura da taglio di crescita rapida.

I suoi grossi cespi sono molto ornamentali  li consiglio come bordura nell'orto specie in un periodo avaro di vegetazione se dovessero esserci gelate intense coprire l'ortaggio con un velo di tessuto non tessuto.

La pianta è biennale e se ne volete il seme dovete aver la pazienza di attendere che prima abbia formato un grosso cespo e successivamente formerà le infiorescenze portate su lunghi steli.
 
Si può seminare in primavera il periodo migliore è febbraio marzo ma la stagione nella quale è più apprezzata e quella autunno vernina con semina in settembre ottobre.

Seminate per la raccolta invernale in tarda estate o al principio dell'autunno ma se  seminate in un luogo dove le gelate sono intense dovrete coprire le piantine per poter avere una tenera e saporita produzione invernale.

Si iniza la raccolta da 8 a 10 settimane dalla semina per le piante adulte, diradando le piante a circa 45 cm perchè formino una grossa testa.

Diradate invece le piantine a circa 10 cm l'una dall'altra se volete una verdura da taglio, la raccolta è anticipata a circa 30 giorni dalla semina.

Come ortaggio da taglio  Mizuna è molto adatta e una volta tagliata ricresce con  rapidità quindi  potrete  disporre di più tagli in quanto è una pianta vigorosa e di rapida crescita.

E' ideale da far crescere su un vaso in balcone è una  ortaggio facile da coltivare per avere verdura fresca in inverno un periodo avaro di fresche insalate.

Ama esposizione aperta e soleggiata se seminata in primavera preferisce posizioni ombrose per ridurre il rischio di fioritura anticipata

Vuole terreno fertile leggermente acido ben drenato ma sempre leggermente umido non far mai mancare l'acqua a questo ortaggio altrimenti se il clima è caldo va facilmente in fiore

Il suo sapore leggermente piccante ricorda quello della rucola ma è meno forte.

Si può consumare sia cotta che cruda  in una insalata mista alla quale darà sapore o in padella con aglio e olio come accompagnamento di piatti di carne.

E' buona anche semplicemente bollita o meglio ancora cotta al vapore.

E' una buona fonte di vitamina A e vitamina C  che rafforza il sistema immunitario inoltre contiene dei potenti anti-ossidanti molto utili per la prevenzione delle malattie  ed è una verdura che pur avendo poche calorie risulta molto nutriente.

Dopo aver saputo come si coltiva e chi è la verdura chiamata Mizuna bisogna gustarla per finire degnamente.

Quindi ecco a voi questa saporitissima ricettina rapida e facile da fare.

                                                  MIZUMA FINOCCHI E FORMAGGIO

Ingredienti per due persone

 un bel mazzetto fresco di foglie tenere di Mizuna

2 finocchi teneri e giovani

scaglie di grana o in alternativa caprino cremoso

4 pomodorini piccoli

olio extravergine d'oliva

aceto

sale q.b
.
 Pulite molto bene le foglie di Mizuna poi mettetele a scolare.

Pulite e tagliate a piccoli pezzi i finocchi mettendoli in una capace insalatiera.

Aggiungetevi le foglie tagliate grossolanamente della Mizuna.

Se adoperate il grana aggiungete una bella manciata di scaglie di grana e mescolate con cura.

Infine condite a piacere con l'olio extravergine l'aceto e il sale.

Se invece preferite il caprino, che rende il piatto più cremoso, in una ciotolina stemperate il caprino con l'olio e l'aceto e con questa salsina condite la vostra insalata aggiustando di sale.

Infine guarnite  con le fettine dei pomodorini facendo colare su di loro una piccola parte di salsina che avrete lasciato per questo scopo.

Aspettate qualche minuto perchè il condimento penetri bene nei vari ingredienti poi...portate in tavola.

Questa colorata insalata dove fan bella mostra di sè il bianco dei finocchi, il verde delle foglie e il rosso del pomodoro non mancherà di trovare  favore presso i vostri commensali.

A questo punto sperando di avervi fatto cosa gradita mi ritiro non prima però di avervi augurato.

                                                                     BUON APPETITO

domenica 18 settembre 2011

ORTO SUL BALCONE

                                    UN PROFUMO DAVVERO INCONFONDIBILE 

 L'aromatica di cui tratterò adesso ha un profumo intenso conosciuto da tutti ad alcuni fa venire in mente il pesto mentre ad altri la  pasta col pomodoro.

Trattasi del basilico un'aromatica che ha più di una  freccia al proprio arco e...che  non profuma solo di basilico!

Ma andiamo con ordine: inizio col dirvi  che è una pianta che si ritiene sia originaria dell'Asia tropicale ma anche l'Africa tropicale rivendica la nascita  del basilico selvatico quindi l'esatta sua origine non è certa.

  Questo perchè il basilico accompagna da sempre le migrazioni umane viaggiando e diffondendosi insieme all'uomo raramente come verdura ortiva ma piuttosto come pianta medicinale.

Era già  noto  nell'Antico Egitto  e le sue qualità medicinali erano ben conosciute presso gli antichi Arabi.

 Anche i Greci e  i Romani lo conoscevano e lo usavano non solo come pianta medicinale ma anche per uso culinario ci è pervenuta una ricetta  dove veniva usato con i piselli scritta  da Apicio ghiottone vissuto durante la Roma imperiale.

Nel Medioevo i crociati ne riempivano le navi perchè col suo odore penetrante teneva lontani gli insetti e i cattivi odori.

A poco a poco dall'Italia passò al sud della Francia e da qui si diffuse per tutta Europa.

Con le  prime spedizioni in America il basilico iniziò ad essere diffuso anche nel Nuovo Mondo non mancava sulle navi per le sue proprietà stimolanti antispasmodiche e disinfettanti.

Questa pianta combatte la stanchezza in generale, ha proprietà digestive ed è un tonificante del sistema nervoso e cardiovascolare molto adatto a persone che soffrono di ipertensione arteriosa.

Indicato anche per chi soffre di cattiva digestione e di emicranee derivate da questa è un efficace digestivo che agisce come calmante dello stomaco e dell'intestino tenue.

DESCRIZIONE DI QUESTA PIANTA CHE NON PUO' MANCARE NEL VOSTRO ORTO E SUL VOSTRO BALCONE

Appartiene alla famiglia delle Laminacee mentre il suo nome scientifico è Ocimum Basilicum dal greco Basilikos = pianta regale nome attibuitogli per la sua considerazione come erba medicinale ed aromatica.

La pianta è annuale erbacea e può raggiungere  un'altezza di circa 60 cm.

Le sue foglie ovali e provviste di picciolo sono di colore e dimensioni molto variabili a seconda delle varietà il loro colore spazia dal verde brillante al viola o al porpora mentre i fiori riuniti in spighe sbocciano da giugno a tutto agosto e sono di colore bianco o rosei.

La caratteristica più saliente del basilico è di avere le foglie ricche di olii essenziali che conferiscono alla pianta il suo caratteristico profumo.

COLTIVAZIONE IN VASO

Coltivarla è facile anche sul balcone se siete  principianti della coltivazione ortiva potete tranquillamente cominciare  coltivando  delle piantine di basilico i risultati soddisfacenti non mancheranno.

 Vi spiegherò passo passo come procedere nella coltivazione in maniera che anche i meno esperti di voi avranno sicura riuscita.

Prima di tutto occorre vi muniate di un vaso rettangolare in terracotta di circa 25 cm di altezza tenete conto che più lungo è più piantine potranno starci.

Poi mettete sui fori di sgrondo dell'acqua  dei cocci capovolti per impedire alla terra di otturarli.

Per favorire il drenaggio un paio di manciatine di argilla espansa da collocarsi sopra i cocci saranno più che sufficenti.

Vi sarete procurati del buon terriccio universale col quale  riempirete  per metà il vaso poi togliete le piantine di basilico dal loro contenitore e collocatele nel vaso stesso distanziandole l'una dall'altra di circa 25 cm.

Ricopritele con la terra rimasta sino all'orlo del  recipiente e pressate leggermente attenti a non lasciare sacche d'aria nel vaso specie ai suoi angoli.

Innaffiate bene sinchè il terreno non sia ben umido e collocate la vostra cassetta all'ombra per aiutare le piante a riprendersi dal trauma del trapianto.

E' importante che il vaso sia di terracotta perchè il basilico che va innaffiato generosamente teme però i ristagni d'acqua e la terracotta permette al terreno di respirare.

Quando vedrete che le foglie e il portamento delle piantine stesse non presentano segni di avvizzimento o cedimento è il momento di spostare il vostro vaso in una posizione più soleggiata più gradita al basilico che così crescerà più rigoglioso.

 La pianta vuole posizione molto luminosa ma non soleggiata nelle ore più calde perchè il troppo caldo la fa andare più rapidamente in fioritura.

Le temperature ottimali per la sua crescita sono tra i 20 e i 25 gradi mentre soffre se la temperatura scende al di sotto dei 10 gradi.

 Questa  aromatica non vuole innaffiature troppo frequenti ma specie in vaso teme la mancanza di acqua.

Innaffiare  generosamente ma prima di bagnare di nuovo accertarsi che la terra sia ben asciutta.

Si può costatare ciò quando toccando il terreno con le dita esso non rimane appiccicato ma lo sentite asciutto anche sotto la superficie.

Allora è il momento di bagnare e questa è una regola generale che vale non solo per il basilico ma per molte altre piante.

Il basilico non necessita di concimazione se il terriccio che vi siete procurati è della buona terra universale necessita invece di potatura quando inizia ad andare in fioritura.

La fioritura debilita la pianta quindi è meglio cimarla prima che vada in fiore.

Togliete gli apici vegetativi cioè l'infiorescenza che sta formandosi e lasciate le due piccole foglioline che vedrete sotto che si svilupperanno al posto di quella.

Naturalmente il basilico si può anche seminare.

Si semina in primavera in marzo aprile i semi sono piccoli quindi vanno interrati pochissimo in terreno da semina.

La temperatura dev'essere di circa 20 gr anche quella notturna, e dopo circa 10 giorni cominceranno a nascere le piantine se si avrà avuto l'accortezza di mantenere il contenitore costantemente umido nebulizzandolo con uno spruzzino.

Quando avranno almeno 4 foglioline vanno prelevate e sistemate  nella loro definitiva dimora.

Generalmente dalla semina alla pianta adulta passa poco più di un mese.

Per chi non è molto pratico o vuole avere il basilico pronto dopo poco tempo consiglio di comprare le piantine  già pronte son facili da trovare e trapiantare.

Se le curerete bene dureranno sino all'autunno poi potrete coglierne le foglie per conservarle oppure tentare la conservazione delle piante come adesso vi spiego.

Tenete d'occhio la temperatura e quando cala al di sotto dei 15 gr ricoverate il vostro basilico, ben cimato in casa di fronte ad una finestra luminosa e in compagnia di altre piante lontano da fonti di calore e da correnti d'aria.

Se tutto andrà bene..si conserverà durante l'inverno diventa solo..più legnoso.

Un'altro metodo che uso è tagliare alcuni rami della pianta e metterli in un vaso con l'acqua tenendoli in cucina vicino ad una finestra cambiando l'acqua spesso.

Si conservano a lungo e ho a portata di mano le foglioline sempre fresche.

Se volete conservare le foglie potete aromatizzare l'olio con il basilico mettendo in un vasetto le foglie di basilico appena colte e perfettamente asciutte sarebbe meglio non lavarle,  coprendole completamente con l'olio extra vergine di tipo delicato.

Così  potrete adoperare l'olio aromatizzato e le foglie di basilico all'occorrenza.

Purtroppo il basilico seccato o congelato perde molto del suo aroma.

CULTIVAR DI QUESTA AROMATICA DALL'INCONFONDIBILE PROFUMO

Esistono circa una 40ina di cultivar di basilico se ne potrebbe fare una collezione qui ne descriverò alcune notevoli sia per le foglie che per il loro profumo.

 Preciso che la varietà più conosciuta e coltivata e la varietà "Crispum" caratterizzata da foglie grandi e ruvide con un penetrante profumo e sapore.

 Il basilico greco è caratterizzato  dall' avere foglie piccole molto profumate ed essere un cespuglietto nano  con una naturale forma sferica molto ornamentale che ben si adatta alla coltivazione in vaso.

Per le cure colturali rimando a quelle già descritte per il basilico.

Un'altra varietà adatta ad essere coltivata sul balcone è  la varietà "Red Rubin" basilico a foglie rosse con foglie violacee seghettate e profumatissime.

Il basilico a foglie di lattuga è caratterizzato dall'avere le foglie di notevoli dimensioni bollose e molto aromatiche di un bel verde intenso con un profumo più delicato del basilico tradizionale e con un lieve sentore di menta.

Vi sono delle cultivar di basilico che hanno profumo e gusto differente dal basilico che siamo abituati a gustare e ad odorare.

L’Ocimum Basilicum Cinnamon è una varietà di origine messicana le cui foglie contengono notevoli quantità di cinnamato lo stesso composto che dà alla cannella il suo caratteristico profumo e gusto ecco perchè è chiamato anche basilico cannella.

I suoi steli hanno colore viola con foglie più strette  rispetto a quelle degli altri basilici e a fine estate sbocciano i suoi fiori  di color bianco lavanda.

E' una pianta perenne  che  raggiunge un'altezza  compresa fra i 60 e i 90 cm  non sopporta il gelo ed è coltivata come annuale dove le temperature sono basse  ma è possibile conservarla ritirandola in serra calda o in casa in un luogo molto luminoso.

Ama il sole il caldo e annaffiature abbondanti anche se non troppo frequenti.

Val al pena di cercarla e di seminarla i semi germinano con facilità.

Ocimum Basilicum Lemon è una pianta vigorosa  con foglie di colore verde  vivo che profumano intensamente di limone.

Vuole esposizione soleggiata o mezz'ombra caldo e abbondanti annaffiature come gli altri basilici.

Per il suo forte profumo serve come naturale repellente contro le zanzare.

  Le sue foglie sono ideali per aromatizzare piatti di pesce e di pollo ma è anche una deliziosa variante nelle insalate e nel pesto.

Un'altra varietà molto bella dal punto di vista ornamentale che conferisce sapore e colore  ai nostri piatti è la "Dark Opal" che offre splendide foglie colorate di viola così come i suoi fiori.

Ha bisogno di stare al sole perchè le sue foglie mostrino il loro colore  intenso.

Provare l'intenso contrasto fra basilico viola, mozzarella bianca, pomodoro rosso semplicemente  stupendo nonchè buonissimo piatto da gustare appieno quando fa tanto caldo.

Vi è anche una varietà di basilico che ha un profumo molto speziato con una forte componente agrumata e selvatica ed è un ingrediente indispensabile per molte ricette tailandesi.

Si chiama basilico Thai ha foglie più lunghe e strette del basilico europeo ed è una pianta sacra in India dove viene piantato nei templi.

La pianta è molto attraente con i suoi fiori rosa gli steli scuri e le sue foglie verdi e strette la cultivar "Siam Regina" produce capolini fiorali molto grandi ed ha un caratteristico profumo speziato che lo rende più intenso del basilico normale.

E se ne potrebbero citare ancora...veramente il  basilico è una pianta  affascinante dalle caratteristiche particolari che riserva parecchie sorprese.

IL BASILICO PROTAGONISTA DI TANTE LEGGENDE

 Il basilico è anche protagonista di numerose leggende sia cristiane che indiane.

 Una  di queste narra come il basilico sia nato nel vaso dove Salomè aveva sotterrato la testa decapitata di San Giovanni Battista un'altra afferma che la Regina Elena madre dell'imperatore Costantino lo trovasse sul luogo della crocifissione  di Gesù e  fosse da lei diffuso in tutto il mondo.

In India vien coltivato uno speciale tipo di basilico chiamato Tulsi che significa l'ineguagliabile, ciò che non ha paragone, una pianta sacra per gli Indù.

Simboleggia la fedele moglie Lakshmi dea della bellezza dell'armonia e della quiete.

Secondo gli Indù questo basilico protegge dalle malattie, favorisce il concepimento, insegna il cammino verso il mondo celeste.

Le sue foglie vengono perciò messe sul petto dei moribondi.

Al di là del mito questo basilico è dotato di moltissime qualità essendo un efficace antipiretico molto usato dalla medicina Ayurvedica.

Anche solo masticandone le foglie il corpo diventa più resistente alle malattie.

Una delle sue caratteristiche più salienti è quella di riuscire a purificare l'aria  attorno a lui grazie all'evaporazione dell' olio aromatico sprigionato dalla pianta stessa che diffondendosi nell'aria la purifica dai batteri.

Molto ancora ci sarebbe  da dire  sul basilico ma il tempo è tiranno voglio finire non con una ricetta ma con un pediluvio per rigenerare i piedi stanchi che...vi ringrazieranno.

                                              PEDILUVIO RINFRESCANTE

Ingredienti

un litro di acqua

5 cucchiai da minestra di foglie fresche di rosmarino

5 cucchiai da minestra di foglie fresche di basilico.

Portate l'acqua ad ebollizione versatevi il basilico e il rosmarino spegnete il fuoco e coprite con un coperchio.

Lasciate in infusione per 10 minuti poi filtrate.

Aggiungete quest'acqua aromatizzata all'acqua per il pediluvio.

Spero che questa semplice ricetta anche se non culinaria vi risulti gradita.

Adesso vi lascio sono stanca anch'io vado a prendermi cura delle mie  affaticate estremità.

Nel frattempo vi auguro un

                                                                  BUON PEDILUVIO

mercoledì 14 settembre 2011

ORTO SUL BALCONE

CUORE BIANCO SAPORE CROCCANTE

Se siete alla ricerca di un'insalata invernale gustosa e non  troppo amarognola allora piantate l'indivia avrete insalata croccante e tenera per tutto l'inverno.

Le sue origini si fanno risalire agli altopiani del Caucaso e del Turkestan ed era già conosciuta come pianta medicinale dagli antichi egizi, dai greci e dai romani.per le sue proprietà toniche depurative e diuretiche.

Vi è stata per lungo tempo una confusione dei nomi con la cicoria ma si presume che Chicorium fosse l'attuale cicoria mentre l'indivia venisse nominata Intybus.

Alla fine del Settecento la specie fu divisa nelle due attuali varietà crispum e latifolium e le confusioni finirono.

COLTIVAZIONE E PROPRIETA'DI QUESTA INSALATA

La coltivazione dell'indivia è una delle più diffuse nel nostro paese e la si può trovare in vendita in tutti i periodi dell'anno certo però che la freschezza di quella portata in tavola dal nostro orto e tutta un'altra cosa.

Appartiene alla famiglia delle Asteraceae e il suo nome latino è Cichorium  endivia distinta in due varietà: var. latifolia, caratterizzata dall'avere le foglie con il margine dentato o leggermente frastagliato e la var. crispum caratterizzata da foglie con il margine profondamente frastagliato.

L'indivia coltivata come annuale in realtà è specie biennale che forma un cespo che contiene circa 25-30 foglie di dimensioni e forme variabili a seconda delle cultivar.

Se non raccolta l'indivia fiorisce nel secondo anno di vita con una fioritura scalare che dai primi di maggio si prolunga sino a luglio con fiori  di colore azzurro portati su steli che possono raggiungere il metro di altezza.

Le sue proprietà sono numerose vanta un elevato contenuto  di calcio, di fosforo, di potassio inoltre è ricca di vitamina A e C.

Ha poche calorie è una verdura leggera e rinfrescante ricca di composti vitaminici è indicata per chi soffre di ipertensione in quanto è ricca di potassio ma è anche diuretica e depurativa.

COME COLTIVARLA

Se volete avere questa verdura fresca nel periodo invernale prendete le piantine e travasatele a settembre tenendo presente che l'indivia matura sviluppa una grossa testa e quindi è bene trapiantare in cassette lunghe e lasciare uno spazio fra pianta e pianta di almeno 30 cm.

La temperatura ottimale di crescita è di 15-20 gradi C. mntre si arresta se scende sotto i 5 gradi C.

Se volete seminarla si semina da fine agosto per avere la produzione invernale e si diradano le piantine quando hanno raggiunto i 5 cm.

 E' possibile lasciare le piantine fitte e allora la si tratterà come un'insalatina da taglio ma non potendo essere imbianchita avrà un gusto leggermente amarognolo come quello della cicoria.

 Questo ortaggio resiste a leggere gelate ma teme il caldo che può farla fiorire precocemente sistemate quindi l'indivia appena trapiantata o seminata in un posto ombroso e riparato annaffiando frequentemente sinchè  le piantine non abbiamo cominciato a formare la testa poi non è necessaria troppa acqua  per la stagione umida e per non rischiare di far marcire il pane di foglie.

I terreno dev'essere un buon terriccio da orto o universale ma molto fertile l'indivia attecchisce e cresce meglio in un terreno molto ricco curare particolarmente bene il drenaggio del contenitore per evitare marcescenze.

Questa verdura ha crescita rapida e può essere già raccolta, se le condizioni di coltivazione sono state buone, tra  un mese e le 10 settimane dalla semina  a seconda del clima e delle cultivar.

Potete cogliere solo alcune foglie oppure recidere l'intera pianta ma se lasciate la radice nel vaso e l'innaffiate c'è buona probabilità che risputino alcuni germogli o foglioline che potrete cogliere successivamente.

Per eliminare il sapore amarognolo e per rendere più teneri e croccanti i cespi dell'indivia si ricorre all'imbiancatura la quale può essere effettuata in diversi modi.

Prima di tutto occorre che la pianta sia asciutta per non rischiare marciumi poi per un'imbiancatura parziale, solo il cuore lo si può coprire con un piatto e dopo circa una diecina di giorni  l'indivia dovrebbe essere pronta per la raccolta.

Per un imbianchimento più esteso occorre coprire tutta la pianta con un vaso rovesciato oppure la si può legare raccogliendo tutte le foglie esterne sopra al cespo e poi legandole con della rafia prima controllando che le  foglie siano bene asciutte.

Come vi ho già accennato esistono due tipi di indivia quella chiamata riccia, per la frastagliatura delle sue foglie, e la scarola che sopporta un freddo più intenso.

SUE VARIETA'

Fra le sue cultivar ricordo la "Verde Fiorentina" che si semina  a scalare da giugno per la raccolta invernale con grandi cespi compatti e un cuore che si imbianca con facilità, la "Gigante degli Ortolani" che  a piena maturità ha la sua testa che facilmente raggiunge il diametro di 40 cm anche questa è adatta per un raccolto invernale.

Se volete seminare quest'ultima ricordatevi di distanziare le piante di almeno 40 cm. o mettetene una sola per vaso.

Infine per una scarola estiva che potrete seminare a marzo provate la varietà "Casco d'oro" seminata a marzo la coglierete circa due mesi dopo non prima di averla legata per farla imbianchire 15 giorni prima della raccolta.

Passiamo adesso alle varietà delle indivie ricce l'"Indivia bionda" si raccoglie in autunno inverno e si semina in tarda estate è caratterizzata dall'avere le foglie interne corte e formanti un grosso cuore ben serrato che diventa bianchissimo dopo aver coperto il cespo per l'imbianchimento.

L'indivia "Riccia Pancalieri" è caratterizzata da una grande adattabilità ai diversi ambienti climatici ha il fogliame finemente frastagliato e un cespo voluminoso che diventa bianco se sottoposto alla pratica dell'imbianchimento.

Anche questa è un'ottima indivia riccia per raccolte autunno-vernine si semina da giugno a settembre ed è a mio parere la migliore delle indivie ricce per la sua rusticità e la sua resitenza alle malattie.

Adesso passiamo alla parte dedicata alle ricette perchè gli ortaggi vanno coltivati ma anche....portati in tavola.

Innanzitutto desidero dirvi che questo ortaggio si trova benissimo in insalata e dà gusto ad altri tipi di insalata,es la lattuga, che non è altrettanto saporita.

Si sposa molto bene, sempre in insalata con le noci  e con le mele verdi affettate.

La si può anche cuocere in minestre che saranno di gusto delicato e rinfrescanti.

La scarola invece vien più facilmente cotta e serve per minestre, ripieni e contorni.

Io non sapendo risolvermi per l'una o per l'altra le ho unite tutte e due in questa ricetta napoletana profumata e gustosa.

Provare per credere...

                                             SCAROLA ALLA NAPOLETANA

Ingredienti per tre persone

1 cespo di invidia scarola

1 cespo di invidia riccia

4  acciughe sotto sale

50 gr di olive nere denocciolate

1 cucchiaio di capperi sotto sale

30 gr di pinoli

olio extravergine d'oliva

2 spicchi d'aglio

sale q.b.

Pulite molto bene e lavate le due indivie scolandole  mettetele in un tegame anti aderente con un pizzico di sale.

Lasciatele cuocere nella loro acqua a fuoco molto basso coprendo il tegame con un coperchio sino a che non diventeranno morbide anche nelle loro coste ma non sfatte.

Intanto in un altro tegame basso ma capiente mettete a scaldare un filo di olio extravergine d'oliva aggiungetevi gli spicchi d'aglio schiacciati e quando son ben caldi mettete i pinoli e le acciughe diliscate e lavate facendole sciogliere.

Scolate  le due indivie cotte e aggiungetele al composto con le olive snocciolate e tritate e i capperi ben lavati dal sale.

Mescolate a fuoco vivo e aggiustate di sale se fosse necessario ma con attenzione in quanto le acciughe e i capperi sono già salati.

 Dopo pochi minuti spegnete il fuoco e portate subito a tavola il recipiente ben caldo.


Vedrete che dopo avervi fatto i complimenti difficilmente rimarrà qualcosa nel tegame di cottura è una ricetta così gustosa che se ne vuole prendere ancora e a me è venuta l'acquolina in bocca conosco il suo gusto.

 Vado a sgranocchiare qualcosina prima però voglio di cuore augurarvi


                 BUON APPETITO

                                                     






lunedì 12 settembre 2011

ORTAGGI RARI

UNA  CAROTA LUNGA VIOLA E GIALLA CONSACRATA A SANT'IPPAZIO

Sono stata molto indecisa se trattare un ortaggio così raro e  particolare che più di nicchia non si può.

Ho poi pensato che era giusto farla conoscere agli appassionati dare risalto a una verdura invernale dal sapore dolce e particolare e perchè no? provare a coltivarla e a diffonderla anche solo a livello amatoriale.

Si chiama pestanaca ed è una variante della più comune carota si può consumare come questa cotta o cruda ma per ingerire le sue qualità è meglio  mangiarla cruda.

In dialetto pugliese carota vien detta pestanaca e questa antica particolare varietà viene coltivata in una zona molto ristretta è un prodotto caratteristico dei paesi di Zapponeta e di Tiggiano denominata anche di Sant'Ippazio perchè associata alla festa in onore di tale santo protettore dell'apparato genito-urinario maschile.

La sua coltivazione si perde nei secoli e si crede che solo la devozione verso il santo in cui onore vengono acquistate e consumate le pestanache e quindi tale gesto assume un significato rituale e propiziatorio, abbiano  permesso che questa particolare verdura giungesse sino ai nostri giorni.

Dodici anni fa la Pro Loco di Tiggiano per far conoscere e dar lustro a questa particolare varietà di carota ha istituito una sagra per valorizzare e far conoscere al vasto pubblico le proprietà e la bontà della "pestanaca di Santu Pati".

Tale sagra si svolge nei giorni della festa del Santo che cadono il 19 gennaio periodo di maturazione ottimale del prezioso ortaggio.

Nel menu dei due giorni di sagra le tenere pestanache vengono cucinate in svariati modi sia dolci che salati nei ravioli, nei tortini e nei contorni che accompagnano carni arrosto o al sugo.

In quei giorni tante sono le pestanache pronte per essere consumate crude per assimilare le loro intatte caratteristiche nutritive e minerali.

Sono ricche di vitamina E e di B- carotene, di potassio, di calcio, di ferro e di fosforo.

Questo ortaggio è più ricco di vitamine e di minerali che la carota comune e questo ne fa una verdura da privilegiare per  la sua proprietà antiossidante benefica per la salute delle ossa dei denti e dei capelli.

La pestanaca  si presenta come una grossa lunga carota di colore giallo violaceo  di sapore dolce e aromatico fresco e succoso un gusto molto particolare difficile da descrivere.

Si semina nel mese di luglio ma raggiunge le dimensioni commerciali in  pieno inverno a gennaio.

La sua coltivazione non è facile soprattutto non è facile raccogliere pestanache grosse dritte e non legnose.

Il terreno ideale dev'essere ricco e areato ben drenato e concimato non di fresco ma col letame maturo della coltura precedente.

Eliminare i sassi e qualsiasi altro impedimento radici di altre piante ecc... che impediscono al fittone della pianta di crescer dritto senza dividersi o curvarsi.

Lavorare bene il terreno con la vanga ad una profondita di circa 40 cm sminuzzarlo molto bene e seminare i semi della pestanaca tenendoli umidi ma non eccessivamente.

Le piantine si diradino quando hanno raggiunto i 4 cm circa lasciandone una sola per ogni gruppo.

Eliminare bene le erbe infestanti e coprire il terreno con torba o paglia sminuzzata per tenerlo sempre morbido ed evitare che le pestanache si fessurino.

Coltivarle con cura ed attenzione da luglio a gennaio quando potranno essere raccolte e consumate.

PESTANACHE SUL BALCONE

Questo è un ortaggio che è meglio coltivarlo in orto se si volesse tentare la coltivazione sul balcone raccomando di mescolare sabbia a del buon terreno universale e di curare molto lo sgrondo dell'acqua.

Che il vaso sia non tanto capiente quanto molto alto per permettere al fittone di allungarsi in profondità posizionarlo contro un muro in un punto riparato e soleggiato.

 Poi attendere curare e...sperare .

Volevo darvi qualche indicazione su dove reperire i semi ma sinora non ci son riuscita ho scritto però ad alcuni appassionti del  luogo e spero in buone nuove del resto se si trovassero con facilità che ortaggio raro sarebbe?

L'avventura sta anche nel reperire i semi cosa tutt'altro che facile ma più di soddisfazione una volta che questi semi saranno nelle nostre mani.

Se qualcuno di voi ha degli indirizzi al riguardo li può inviare nei commenti e io mi premurrò di pubblicarli qui per farli conoscere a tutti.

Se volete semi di carote rare e antiche di diversi colori vi do questo indirizzo ne hanno di parecchie varietà

http://www.kokopelli.asso.fr/boutic/bou_list.cgi?pg=1&codefam=car&codesfam=car&lang

Son riuscita a trovare una deliziosa ricettina con le pestanache tradizionale del giorno di san Valentino.

Eccola a voi velocizzata perchè ben tre giorni occorrevano per prepararla secondo la ricetta tradizionale ma i tempi moderni impongono...altri tempi :-)

                                                "A PURPETTA 'E PESTANACA"

Ingredienti per tre persone

500 gr di pestanache

500 gr di pane a mollica grande grattugiato

3 uova

150 gr di Pecorino ( è indispensabile come ingrediente con altri tipi di formaggi es. Parmigiano le polpette non vengono bene)

prezzemolo

poco latte

sale q.b.

pepe

 Lessate le carote e lasciartele una notte in un colapasta per lo sgrondo dell'acqua.

 Il giorno seguente  amalgamatele con la mollica di pane grattugiata imbevuta nel latte e ben strizzata.

Unite le uova, il pecorino, il prezzemolo il pepe e il sale amalgamando bene il composto che dev'essere morbido ed omogeneo.

Componete delle polpettine non più grandi di una noce.

In una capace padella mettete del buon olio di semi e friggete le vostre polpettine portandole poi in tavola ben calde.
L'aroma e il gusto insolito di queste polpette vegetariane non mancheranno di colpire favorevolmente i vostri commensali.

A me non resta che augurarvi

                                                         BUON APPETITO