mercoledì 31 agosto 2011

ORTAGGI DAL MONDO

                                 L'ALBERO DEI POMODORI IL TAMARILLO

 Un albero che produce pomodori  che è sempreverde e perenne davvero una stranezza tropicale eppure c'è chi lo coltiva nel proprio orto o balcone.

Il tamarillo appartiene alla famiglia delle Solanacee il suo nome scientifico è Cyphomandra betacea ed è un parente  del pomodoro come  la melanzana e  il peperone.

Il tamarillo è originario delle Ande consumato già dagli antichi Inca è stato introdotto in Europa dai francesi all'inizio dell'ottocento e circa un secolo dopo è arrivato come coltura in Italia.

Raro nel suo ambiente naturale è coltivato in tutto  il Sud America ma le coltivazioni  più estese  sono in Nuova Zelanda.

La pianta è un arbusto o piccolo albero che può raggiungere anche i 5 m di altezza  con grandi foglie lungamente picciolate cuoriformi , carnose e molto grandi.

I fiori di colore rosa o lavanda raggruppati in spighe fioriscono in  maniera scalare in primavera all'ascella delle foglie dei rami secondari.

Il tamarillo è  una pianta che cresce velocemente è però  fragile e teme molto il vento che spezza i suoi rami.

Il primo anno si sviluppa la parte arborea e dal secondo anno si ha la fioritura e la fruttificazione che si protrae per 6-8 anni.

I suoi frutti sono delle bacche ovoidali appuntite all'apice  il loro colore  varia dal rosso al giallo al viola.

Internamente ha una polpa soda e un nucleo  contenente moltissimi piccoli semi.

Il peso del frutto è di circa 40 gr mentre  la polpa è succosa e con un gusto che ricorda quello del pomodoro non perfettamente maturo quindi leggermente asprigno  è un sapore particolare che val la pena di assaggiare.

Il tamarillo predilige i climi tropicali e subtropicali ma si adatta bene anche a climi  temperati caldi la temperatura non deve scendere al disotto dei 2 -3 gradi se soffre per il freddo può perdere la parte aerea e rivegetare in primavera.

Quindi se volete avere sul vostro balcone questa insolita pianta munitevi di una conca molto capace, simile a quelle dove si coltivano i limoni per intenderci, e inseritevi la pianta del tamarillo se non volete seminarlo.

Che il terreno sia fresco e sciolto , della buona terra universale va bene, curate molto bene il drenaggio e posizionate la vostra conca a mezz'ombra se siete al Sud e il sole scotta, invece se siete al nord ponetela senza esitare in pieno sole.

Quando in autunno le temperature tenderanno a scendere proteggete  la vostra pianta con paglia al piede o un velo di tessuto non tessuto per evitare che venga danneggiata dell'eccessivo abbassamento.

Se siete al Nord ricoverate il vostro tamarillo in serra fredda o in un vano luminoso l'importante è che la temperatura si mantenga costantemente ben al di sopra dello 0   sui 10 gradi.

La  pianta fermerà il suo sviluppo vegetativo per riprenderlo con rinnovato vigore in primavera.

Il tamarillo è una pianta avida di acqua nel periodo vegetativo le annaffiature, specie se coltivato in vaso devono essere frequenti ed abbondanti con un capace sottovaso per una ulteriore riserva  di acqua atta a mantenere una certa umidità.

Se subisce stress idrici il tamarillo ne viene danneggiato più di altre piante le sue larghe foglie subito si afflosciano e stenta a riprendersi.

Ecco perchè vi ho consigliato di piantarlo in un vaso di terracotta che lascia traspirare le radici e che non si scalda eccessivamente sotto il sole come invece farebbe un vaso di plastica.

Se il vostro tamarillo  ha i rami troppo alti o disordinati sopporta bene una leggera potatura che  contiene la pianta, la sfoltisce diradando l'eccessiva vegetazione e favorisce la nascita di nuovi getti ricordatevi che la fruttificazione avviene sui getti dell'anno.

Potate  in primavera prima della ripresa vegetativa e subito dopo concimate la pianta con un  fertilizzante completo ricco di azoto fosforo e potassio.

Se volete seminarlo, per le varietà un pò particolari è scelta obbligata  perchè è molto difficile trovare le piante già pronte, sappiate che non è difficile il seme germina con una certa facilità se lo si pone in un buon terriccio da semina  in semenzaio o anche in appartamento.

Seminate in febbraio inizio marzo  e mantenete  la temperatura costante sui 18-25°  C. mantenendo il terriccio costantemente umido con uno spruzzino e collocando il recipiente lontano dalle correnti d'aria e dalla luce diretta.

Quando le piantine saranno alte sui 5 cm circa potranno essere concimate con un concime liquido organico  diluito e quando le gelate saranno passate e la primavera inoltrata avrà prodotto temperature stabili anche nelle ore notturne potranno essere messe a dimora.

Per completezza  aggiungo che il tamarillo può essere propagato anche per talea ma le piante così ottenute rimangono più basse e a portamento arbustivo contrariamente a quelle seminate che crescono in altezza e son più vigorose.

Il frutto inizia a formarsi a tarda primavera e matura in autunno.

La raccolta inizia ad ottobre e si raccoglie quando il frutto ha assunto la colorazione caratteristica  delle varie cultivar.

Può essere conservato per 2 o 3 mesi in frigo senza che perda nulla del suo profumo e gusto nè delle sue caratteristiche organolettiche anzi questa conservazione favorisce l'intenerimento della sua polpa.

La sua polpa ha numerose qualità, la sua buccia invece non si mangia,mentre la polpa è ricca di vitamine e di fibre.

Contiene la vitamina C la vitamina E e la vitamina A inoltre avendo anche il Betacarotene ha ottime qualità antiossidanti e stimola le difese immunitarie.

Ricca di fibre ha proprietà lassative e calmanti per la presenza di potassio e magnesio.

 Le cultivar commerciali di tamarillo  si differenziano per il diverso colore dei frutti.
 Diverse cultivar hanno i frutti di colore rosso, "Oratia Red" è una cultivar a frutto rosso di buon sapore anche se  la più dolce fra le varietà di rossi è la "Rosso dolce di Andy" che porta frutti di buone dimensioni.

 Le appartenenti alle varietà gialle hanno un gusto più dolce delle rosse cito "Bold" con pezzatura dei frutti grande  e "Goldmine",con frutto di medie dimensioni e forma ovale,  "Grassetto Oro" con fiori profumati che compaiono a primavera seguiti da grandi frutti di color oro dolci e poco acidi.

Cercate  la varietà di tamarillo che più vi piace e seminatela avrete così  piante dalle precise caratteristiche e di qualità.

I frutti del tamarillo possono consumarsi sia crudi che cotti.

Generalmente viengono consumati crudi tagliati a metà e spolverizzati  di zucchero o anche senza lo zucchero scavati  con un cucchiaino, ricordo che la buccia non si  mangia.

 Il tamarillo può  essere utilizzato per creare dei succhi o mescolato in macedonia ad altra frutta.

 Provate una ricetta comune in Ecuador e Colombia dove si prepara un succo dolce mescolando succo di tamarillo con acqua e zucchero.

 Vi voglio insegnare un'insolita ricetta, particolare soprattutto per l'accostamento dei sapori.

                       MOZZARELLA CON CONTORNO DI TAMARILLO

Ingredienti per due

una mozzarella ( provare quella di bufala)

6 o 7 frutti di tamarillo

una piccola manciatina di capperi (facoltativa)

origano

olio extravergine di oliva

sale q.b.

Sbollentare per qualche minuto i frutti del tamarillo poi pelarli e tagliarli a fettine.

In un piatto avrete accomodato la mozzarella tagliata in larghe fette.

Alternate una fetta di mozzarella  con uno spicchio di tamarillo e condite generosamente con l'olio,   aggiustate di sale.

Aggiungete i capperi e finite con una generosa spolverata di origano.

 Questo è un gustoso e insolito piatto estivo che potrete  preparare con facilità quando la canicola si fa più intensa nutriente e fresco.

Il dolce sapore della mozzarella  si sposa bene con il gusto un pò aspro del tamarillo.

A me non resta che augurarvi

                                                           BUON APPETITO

domenica 28 agosto 2011

ORTAGGI DAL MONDO

LA PERILLA SAPORE D'ORIENTE

Per dar gusto alle vostre insalate invernali provate ad aromatizzarle con una piantina simile al basilico, chiamata col nome popolare di "basilico giapponese" e nota anche sotto il nome di Shiso.

 Viene coltivata sin dall'antichità dalle popolazioni orientali della Cina del Giappone e della Corea per le sue eccezionali qualità medicamentose.

Le sue foglie sia crude che cotte vengono usate per insaporire i cibi siano di carne o di pesce e vengono messe anche nelle insalate e nel riso.

Appartiene alla famiglia delle Laminacee  nella quale vi è anche il basilico il suo nome scientifico è  perilla frutescens

Come struttura ricorda molto quella del nostro basilico con un'altezza di circa 60 80 cm  foglie opposte e dentellate di forma cuoriforme ed appuntita a seconda delle varietà può avere foglie rosse, perilla rossa, o verdi e allora viene chiamata perilla bianca.

L'infiorescenza  viene prodotta in estate a partire da luglio con piccoli fiori bianchi o rosati riuniti in spighe che raggiungono i 10 cm. di altezza.

La pianta è aromatica e tenuta in gran conto per le sue eccezionali proprietà.

Le sue foglie hanno proprietà antibiotiche e contengono in quantità vitamine A, B2 ed E inoltre sono ricche di ferro e di calcio.

Dai suoi semi si estrae un olio ricco di omega 3 un acido grasso polinsaturo uno dei più potenti antiossidanti che si conoscano particolarmente benefico per la salute del nostro corpo.

La perilla viene usata come  potente antiallergico e antinfiammatorio ha un ruolo preventivo nelle malattie cardiovascolari e mantenendo vitali e lubrificate pelle e mucose svolge un'azione importante contro il decadimento fisico.

Da secoli  la perilla viene usata nella medicina orientale per le sue  qualità medicamentose anche perchè non ha controindicazioni come ve ne possono essere per i farmaci della medicina ufficiale.

Procuratevi perciò un vaso capiente se volete avere sul vostro balcone questa meraviglia vegetale e riempitelo con buona terra fertile.

Ponete la vostra pianta in una posizione soleggiata e gustatevi per tutta la bella stagione le sue odorose e benefiche foglie.

La perilla è una  pianta annuale quindi per riaverla dovrete  partire dal seme.
 
Raccoglietene i semi  quando lo scapo fiorale appassisce e quando sono ben maturi verso fine settembre, per poterli seminare la primavera seguente a marzo o aprile.

Mettete i semi in vasetti o seminiere  con terriccio per semine e tenete umido la superficie del terreno bagnandola con uno spruzzino.

La germinazione si compie in genere entro i 10 12 giorni se ponete il vaso in luogo caldo e protetto con temperatura ottimale sui 15 20° gradi.

Le giovani piantine possono essere trapiantate a maggio o in piena terra o in vasi più capienti.

Le cimerete, per rendere più folta la pianta quando avranno raggiunto i 10 cm di altezza.

La perilla richiede abbondanti annaffiature ma solo quando il terreno è ben asciutto perchè un'eccessiva umidità ambientale la predispone all'attacco di malattie fungine attenzione anche al vento forte che  la danneggia.

Per il resto è una pianta rustica bella anche da vedersi con la sua forma tondeggiante e con le sue foglie verdi o rosse ha anche una valenza ornamentale.

Adesso vi voglio passare una ricettina da provare perchè non a tutti piace il sapore della perilla

  SPAGHETTI ALLA PERILLA

Ingredienti per due persone

gr 200 di spaghetti

2 spicchi di aglio

olio extravergine d'oliva

un pizzico di peperoncino (il piccante non deve sovrastare il sapore della perilla)

6 foglie a persona della suddetta perilla

sale q.b.

Mettere a bollire in una  pentola adatta gli spaghetti.

Mentre cuociono prendete  una capace padella e fate  imbiondire l'aglio che avrete precedentemente schiacciato, aggiungete il pizzico di peperoncino e le foglie di perilla tagliate a striscioline molto sottili.

 perilla in vaso
Date una veloce mescolata e scolate al dente gli spaghetti saltateli mescolando bene nella padella.

Spegnete il fuoco e portate in tavola ben caldo potete guarnire con alcune foglie intere di perilla che faranno bella mostra di se suscitando domande curiose.

Questa è una ricetta adatta per una cenetta romantica per la sua facilità di esecuzione e per la particolarità dell'ingrediente usato.

A me non resta che ritirarmi augurandovi di cuore           BUON APPETITO                                                                                              

sabato 27 agosto 2011

ORTO SUL BALCONE

 QUELL'AMAROGNOLO CHE CONQUISTA

 Sul nostro balcone di fine agosto se coltiviamo  il radicchio nelle sue numerose varietà avremo una fresca insalata che allieterà le nostre tavole in un periodo avaro di insalate fresche.
  
Questa verdura un pò amarognola ma così benefica farà bella mostra di sè con le sue foglie rosse  o variegate a seconda delle varietà nei grigi mesi invernali fornendoci foglie sempre fresche e croccanti sino all'inizio della primavera.

Il radicchio è una varietà di cicoria appartiene alla famiglia delle Compositae  il suo nome scientifico è Cichorium intybus.

Deve il suo nome al termine greco Kichoria mentre intybus è il nome che i romani davano ai radicchi selvatici.

La cicoria selvatica veniva adoperata per scopi curativi e viene citata nel papiro di Erbes scoperto a Luxor in Egitto  che si fa risalire a 3.500 anni  a.C.

Il Radicchio che conosciamo è una particolare varietà di cicoria selvatica.

Si suppone che particolari piante di cicoria selvatica a foglie rosse siano state introdotte in Italia attorno al quindicesimo secolo e nel corso del secolo successivo i coltivatori veneti abbiano migliorato queste varietà sino a farle diventare il radicchio così come è giunto ai giorni nostri.

Sulle   origini del radicchio son fiorite molte leggende e supposizioni qui voglio ricordarne alcune.

Si narra che al tempo del Medioevo alcuni uccelli abbiano lasciato cadere dei semi sulla cornice del campanile di Dosson un paesino veneto.

Alcuni contadini attirati dalle insolite piante le avrebbero raccolte e un pò alla volta avrebbero imparato a coltivarle e a migliorarle da qui la nascita del radicchio.

Si narra anche un'altra storia sulle origini del radicchio.

Un reduce delle guerre napoleoniche  portò nella sua patria i semi di un'insolita pianta che fu coltivata negli orti locali sinchè un certo Van Den Borre un esperto giardiniere chiamato dall'Olanda per allestire il giardino di una villa del luogo, non insegnò ai contadini le tecniche di imbianchimento che già nel suo paese si adoperavano per l'insalata belga e così nacque il radicchio odierno.

Come sia andata di sicuro non si sa e le congetture son molte quello che è certo però è che ai primi del 900 già si vendeva la semente del radicchio rosso nei cataloghi quindi l'inizio della sua coltivazione può collocarsi a metà ottocento.

I radicchi sono ricchi di sali minerali e vitamine,  contengono parecchia di acqua e hanno scarse calorie.

La loro particolarità risiede nel fatto che son molto più ricchi di fibra rispetto agli altri ortaggi da insalata, ne contengono più del doppio quindi hanno proprietà lassative,  depurative e protettive per il fegato.

Il colore rosso caratteristico di questa pianta la rende carica di antocianine  queste molecole proteggono le foglie  del radicchio dai raggi ultravioletti e quando noi le mangiamo esse esercitano un'analoga funzione protettiva all'interno del nostro corpo contro i radicali liberi e  gli agenti ossidanti che sono una  delle cause dell'invecchiamento cellulare.

Questa insalata  è una verdura perenne che si semina in estate per avere  un raccolto autunnale e invernale.

La sua caratteristica e quella di avere dei cespi, le foglie si chiudono e formano  una palla rossa o variegata a seconda delle  varietà con coste pronunciate bianche e carnose e un cuore croccante mentre il fusto rigido se tagliato emette un lattice biancastro.

Il suo sapore tende all'amarognolo più accentuato nelle varietà tardive.

Il radicchio va seminato sino a fine luglio ma se il clima è mite anche sino a fine agosto, qui dipende dove è situato il vostro  balcone, ama  il clima fresco le piante iniziano a formare la  caratteristica palla quando le temperature scendono.

Si semina diradando poi le piantine quando queste hanno emesso  circa una diecina di foglioline lasciando fra pianta e pianta almeno cm 35 per permettere che il cespo si formi agevolmente.

Sinchè il clima si mantine caldo e asciutto annaffiate regolarmente le giovani piantine ma appena le temperature si fan più miti diradate le innaffiature fornendo acqua solo quando il terreno è ben asciutto.

Il trapianto di piantine già formate è un'operazione delicata in quanto il radicchio soffre i trapianti e si riprende con difficoltà.

Trapiantare la sera e proteggere dal caldo le piantine innaffiandole abbondantemente e tenendo i contenitori all'ombra sinche non si siano riprese dal trapianto.

Dopo circa due mesi dalla semina potremo iniziare a prelevare i cespi tagliando netto la pianta ma lasciando la radice che ne produrrà altri più piccoli.

Durante le giornate di gelo intenso proteggere i vasi o meglio le cassette con un velo di tessuto non tessuto per aver radicchio fresco sino a primavera.

Se lo coltiviamo senza la tecnica dell'imbianchimento otterremo dei cespi non troppo compatti verdi variegati di rosso ma non avremo quella croccantezza e quel colore rosso vivo che vengono dati da questa pratica.

Si può ovviare a ciò coprendo il cespo già ben formato con un vaso rovesciato la pianta ricevendo così poca luce inizia l'imbianchimento che è dato soprattutto da non esporre la pianta alla luce solare diretta.

Così  il cespo prenderà il caratteristico colore rosso vivo e diventerà più tenero e croccante.

Nelle zone del veneto dove il radicchio viene coltivato in quantità per la vendita l'imbianchimento è una operazione complessa che richide numerosi passaggi.

Le piante dopo un perido di scarsa luce vengono poste in particolari vasche al buio e con acqua corrente che le rende  più bianche e più tenere.

Le varietà di radicchio sono numerose citerò il "Rosso di Treviso" con un cespo lungo e stretto a forma di fuso coste grandi e bianche e foglie rosse a maturazione, il "Rosso di Verona" che si differenzia dal primo perchè forma un grumolo pieno e compatto.

La sua nervatura è bianca e ben sviluppata mentre il suo fogliame è rosso scuro.

Per ultimo, ma non ultimo voglio ricordare il "Variegato di Castelfranco" considerato il miglior radicchio per quanto riguarda le sue caratteristiche organolettiche, con foglie grandi e rotondeggianti a margine sfrangiato, in autunno compaiono le caratteristiche maculature di colore viola rossastro.

L'imbianchimento determina l'accrescimento delle foglie centrali che rimangono aperte senza formare il grumolo il loro colore varia dal bianco crema al verde con ampie variegature rosso violacee.

Il caratteristico colore delle sue foglie e le sue sfumature particolari hanno valso a questa qualità di radicchio il soprannome di "insalata orchidea".

Per quanto riguarda il terreno il radicchio non ha eccessive pretese basterà della buona terra universale attenzione a creare un buon  drenaggio perchè anche se nei primi stadi della sua crescita  va annaffiato con una certa frequenza teme i ristagni d'acqua che generano marcescenza.

Mi son dilungata anche troppo per parlarvi di una verdura che tanta parte ha presso le popolazioni venete che la tengono in gran conto.

Coltivatela sul vostro balcone dove col suo colore inusuale farà bella mostra di sè sia nel vaso che sulla vostra tavola.

Il radicchio è un'insalata che può esser consumata sia cruda per gustose insalate invernali che cotta  sia alla griglia come accompagnamento delle carni  che nel risotto
.
Eccovi adesso una colorata ricettina che vi consentirà di fare il pieno di minerali e vitamine.

                                                   INSALATA COLORATA
Ingredienti per 3 persone

Radicchio rosso gr  80

Scarola un cespo

Un'arancia

Un finocchio

Olio extravergine  d'oliva

Un cucchiaino di senape

Sale q.b.

Cominciate lavando e pulendo bene il radicchio e la parte bianca della scarola poi tagliatele a listarelle sottili.

Lavate il finocchio e riducetelo in asticciole.

Sbucciate accuratamente l'arancia cercando di levare la parte bianca e conservando solo  la polpa poi tagliatela a spicchi sottili togliendo i semi.

Prendete poi un largo piatto fondo e accomodatevi  gli ingredienti tenendoli  separati  per qualità in modo che il piatto risulti avere colori vivaci e netti.

Spruzzate con l'olio, aggiustate col sale e finite con la mostarda avendo cura che le  parti dei vari ortaggi non si mescolino fra loro.

Portate in tavola questa vivace insalata che non mancherà di essere notata dai vostri commensali.

A questo punto non mi resta che augurarvi

                                                                BUON APPETITO 

giovedì 25 agosto 2011

ORTAGGI RARI

                             LO SPINACIO FRAGOLA INSOLITO E DECORATIVO  
Una pianta particolare e curiosa è lo spinacio fragola coltivato più per la sua bellezza e particolarità che per un vero e proprio uso gastronomico.

Per la prima volta è apparso nel Medioevo e come curiosità si è mantenuto sin ai nostri giorni.

Come  spinacio è della famiglia delle Chenopodiacee il suo nome scientifico è Chenopodium virgatum dove virgatum sta per vergognoso.

Questa antica varietà di verdura è stata coltivata per secoli come uno spinacio ha foglie più rade della varietà comune e la sua particolarità è di sviluppare a maggio all'attaccatura delle sue foglie delle bacche rosse che assomigliano a more immature da qui la sua denominazione di spinacio fragola.

Sono commestibili sia le foglie da trattare come quelle di qualsiasi  spinacio sia le bacche che però hanno un sapore particolare non particolarmente aromatico anche se il gusto non è cattivo.

Si può seminare da marzo a fine agosto questa varietà non comune gradisce clima e temperature fresche se il caldo è forte però non appassisce velocemente come le altre varietà per le sue piccole dimensioni fogliari.

La distanza tra le piante dev'essere di circa 25  30 cm.

Il terreno che sia fresco e ben drenato come tutti gli spinaci teme i ristagni d'acqua.

La pianta è esile e per aver un raccolto sufficiente di foglie e di bacche occorre  piantarne parecchie.

Si può seminare anche in vaso che si potrà spostare all'ombra di altre piante quando vi sarà la canicola.

Anche avendo solo pochi vasi la pianta è molto decorativa ed attirerà sicuramente la curiosità.

Provate questa insolita insalata dal gusto un pò particolare.

                               LATTUGHINO DA TAGLIO CON SPINACIO FRAGOLA

Ingredienti per tre persone

Tenero lattughino da taglio che dovrebbe crescere rigoglioso a maggio nel vostro orto in mancanza compratelo ma non sarà la stessa cosa

Alcune tenere foglie dello spinacio fragola che quello sì dovete averlo seminato visto che a comprare non si trova

una bella manciata delle sue bacche

aceto di mele

sale q.b.

olio d'oliva extravergine se spremuto a freddo è meglio

Raccogliete  una bella manciata di lattughino tenero diciamo circa un 200 gr

Raccogliete  anche una bella manciata di foglie dello spinacio fragola e un 50 gr di suoi frutti circa, la quantità qui va un pò a piacere.

Lavare benissimo tutte le verdure facendo particolare attenzione ai frutti dello spinacio fragola che son delicati.

Prendere una capace terrina e mettervi il lattuglino tagliato e le foglie dello spinacio sminuzzate grossolanamente.

Condire con generosità con  olio  aceto e  aggiustate  di sale.

Infine aggiungete  i frutti dello spinacio fragola e date  un'ultima mescolata.

Questa insolita insalata è così pronta per essere portata in tavola e desterà i commenti e la curiosità dei vostri commensali.

A me non è dispiaciuta e per questo che ve l'ho passata.
Adesso non mi resta che augurarvi

                                                             BUON APPETITO

PS. per procurarvi i semi di questa rara verdura provate a cliccare sul sito internet http://www.baumaux.com/ una ditta francese fornitissima di sementi anche rare

ORTO CLASSICO

UN ORTAGGIO CHE NON SFIGURA FRA I FIORI
 
Attorno a molte villette si vedono quei bei giardinetti carini ben curati ma....tutti uguali!

Per l'appassionato orticultore è ora di movimentare un pò il suo giardino e chi l'ha detto che gli ortaggi devono star tutti relegati nel recinto dell'orto?

Ve ne son certi che non sfigurano fra i fiori una di queste è la bietola a coste rosse ma ve ne son tante varietà che son belle da vedersi buone da mangiarsi e non sfigurano in giardino.

Le sue  foglie colorate poi durano molto a lungo mentre parecchi fiori sfioriscono ben prima.

Non mi voglio dilungare e passo a presentavi questa meraviglia a mio parere troppo poco diffusa.

Innanzittutto è un ortaggio che già veniva coltivato e consumato 2000 anni fa.

Era diffusa presso i Greci   dal V secolo A.C. e durante la Roma imperiale  vennero differenziate ,dalle bietole da taglio, la prima specie conosciuta, le bietole da costa e quelle da radici.

Nel Medioevo era uno degli alimenti principali, oggi è diffuso sia in Europa che in America che in Asia.

Deriva dalla  specie selvatica diffusa lungo i litorali del mediterraneo Beta Marittima  appartiene alla famiglia delle Chenopodiacee e il suo nome scientifico è Beta vulgaris.

 Beta perchè presso i latini stava a significare sia la varietà selvatica che l'ortaggio coltivato e derivato da questa e vulgaris per la sua ampia diffusione.

La bietola da coste forma grandi foglie lucide che possono raggiungere i 45 cm e la larghezza di 15 cm.

Le venature centrali chiamate coste si allargano in grandi gambi che possono essere di differenti colori a seconda della varietà bianchi, rossi, giallo crema mentre il colore delle  foglie varia a seconda della cultivar dal verde brillante al verde rossastro.

La bietola da coste è una pianta biennale nel primo anno emette le foglie mentre nel secondo anno fiorisce e si ingrossano le radici che nelle coltivazioni industriali vengono  adoperate per l'estrazione dello zucchero.

 Contiene le vitamine A, C, e K è ricca di sali minerali specialmente di potassio, di magnesio e di calcio.

Per l'alto contenuto di fibre la pianta ha proprietà digestive e lassative e per  i suoi ricchi complessi vitaminici e minerali è molto utile per chi è anemico o in crescita e per chi soffre di osteoporosi .

Utile anche nelle diete infatti le sue calorie sono molto basse 100 gr di bietole fresche contengono solo 30 calorie circa.

Si può seminare in due periodi o in primavera per aver il raccolto in estate o a fine agosto settembre per poter avere un raccolto invernale o primaverile nella successiva stagione.

Qui è necessaria una precisazione: perchè l'Italia è bella ma lunga e presenta diversi tipi di clima e di temperature quindi vi posso dare indicazioni generali che poi ciascuno di voi adatterà.

La bietola ama le temperature fresche e cresce meglio a 16 18 gradi pur tollerando anche temperature più elevate senza andar in seme, tollera bene il gelo anche se d'inverno è meglio offrirle un riparo con paglia o con un velo di tessuto non tessuto.

Se il vostro giardino è situato in una posizione mite le vostre bietole da coste faranno bella mostra di sè nei mesi invernali e vi forniranno le loro gradevoli foglie altrimenti fermeranno la loro produzione e avrete  in primavera le loro foglie da cogliere  potrete farlo sinchè le alte temperature le indurranno ad andar in seme.

Seminate rado e superficialmente e coprite il seme con un leggero velo di terra, distanziate appena possibile le piantine a circa 50 cm in tutte le direzioni oppure trapiantatele già pronte a questa distanza le bietole da coste vogliono spazio per svilupparsi al meglio.

Qualche parola sul terreno che dev'essere concimato per tempo con un buon concime organico interrato a circa 35 cm di profondità perchè è pianta che vuole un terreno fresco e profondo ben irrigato ma senza ristagni d'acqua.

Le piantine spuntano dopo  circa una 10cina di giorni dalla semina  la germinazione è veloce e la raccolta avviene in condizioni favorevoli circa due mesi dopo.

Dopo avervi presentato la bietola da costa in generale e ciò che vi ho detto vale per tutte le sue varietà passo ad illustrarvi nel particolare come potrete far risaltare la sua bellezza nel vostro giardino.

La bietola da coste ama le consociazioni quindi potete benissimo mescolarla  ad altre piante.

Per esempio eriche sempreverdi  di  cui esistono numerose cultivar, mischiate a bietole da coste oppure cavoli ornamentali e bietole a coste rosse e ancora salvia  nelle sue numerose varietà di cui ho già trattato e bietole multicolori.

Potete anche fare un'aiuoletta di sole bietole è stata da poco messa in commercio una varietà che è davvero particolare con le sue coste multicolori attirerà lo sguardo in un periodo come l'inverno avaro di piante e fioriture e inoltre le sue foglie come quelle delle altre bietole son buone da mangiare.

Si tratta  dell' "Hybrid F1 Bright Light "  pregevole per l'insolita colorazione delle sue coste che si diversifica da pianta a pianta e che va dal rosso acceso al rosa, dal violtetto al giallo, dal bianco all'arancione appena rosato.

Questa mescolanza di colori accentua la bellezza di queste bietole che son piante con foglie piuttosto lunghe ed erette e coste non molto larghe ma ben accentuate e spesse.

Si possono seminare in primavera o in autunno come le altre biete son piante robuste e resistenti alle malattie ma temono il forte gelo e nei periodi più rigidi vanno protette.

Potete trovare questa bellezza, di cui vi dispiacerà cogliere le buonissime foglie, presso  F.lli Ingegnoli   dove troverete in vendita numerose altre varietà






  

mercoledì 24 agosto 2011

ORTO SUL BALCONE

 LO SPINACIO RICCO DI FERRO NON SOLO PER "BRACCIO DI FERRO"


Pensavo a  quale verdura si può piantare adesso per aver sempre il balcone ricco di ortaggi anche nei mesi più ingrati dell'anno e mi son venuti in mente gli spinaci una verdura con un ciclo breve e che quindi può essere piantata a fine agosto per aver la produzione in inverno, la raccolta comincia dopo circa un mese dal trapianto ma non di rado anche prima.

Se lo si semina occorrono circa 2 mesi per gustare le sue bollose foglie.

Si pensa sia una pianta originaria della Persia che gli Arabi hanno diffuso in  Spagna, dove veniva coltivato  comunemente,  attorno all'anno Mille per poi diffondersi gradatamente nel resto dell' Europa.

Tuttavia bisogna aspettare il XIX secolo perchè gli spinaci si diffondano massicciamente prima in Europa e subito dopo in America.

Lo spinacio è una pianta erbacea annuale della famiglia delle Chenopodiaceae il suo nome scientifico è Spinacia oleracea di incerta derivazione alcuni lo fanno derivare dall'italiano spinace  che a sua volta deriva dal latino spina a causa dei semi spinosi della pianta,  per altri invece deriverebbe dall' arabo aspanakh mentre oleracea sta per verdura.

La pianta dello spinacio è una pianta dioica cioè  vi sono piante che portano fiori solo femminili ed altre che invece hanno fiori solo maschili.

 Il fiore è diverso a seconda che sia maschio o femmina infatti il maschile è a forma di spiga mentre il femminile nasce all'attaccatura della foglia ed ha una forma tondeggiante.

Lo spinacio è una pianta di taglia media che raggiunge un'altezza di circa 30 cm con un'ampiezza di circa 15 cm per singola pianta  che tende  a ricoprire lo spazio a  sua disposizione.

Se ne consumano le foglie bollose e carnose che, se le semine vengono fatte scalarmente son disponibili quasi tutto l'anno.

Lo si può seminare da marzo a aprile o da fine agosto a metà fine ottobre l'importante è che le temperature non siano elevate perchè lo spinacio è pianta da stagione fresca e la sua temperatura ottimale di crescita si aggira sui 16 18 gr° mentre le alte temperature arrestandone la crescita lo spingono ad andare in seme precocemente.

La pianta è uno dei pochi ortaggi che amano il freddo resiste bene al gelo invernale e sopporta temperature anche di -5 gr°

Ne esitono di diverse varietà vernine e primaverili come il "Matador" con foglie larghe, scure e di rapida crescita adatto ad essere seminato in primavera e il " Gigante d'Inverno" molto resistente al freddo e con foglie grandi e carnose adatto invece alle semine  tardo estive e autunnali.

Gli spinaci sono le piante a più alto contenuto di ferro da qui vennero inserite nel fumetto Braccio di Ferro che appena ne mangiava assumeva un vigore e una forza sovrumana purtroppo però tale ferro è scarsamente assimilabile dal nostro organismo.

Gli spinaci però non son ricchi solo di ferro infatti il loro contenuto di vitamine A, C e B2 e di sali minerali come il potassio e il calcio li rende una verdura apprezzatissima per le sue proprietà nutritive e per il suo basso indice calorico.

Se volete avere questo ortaggio così pieno di virtù sul vostro balcone non vi resta che prendere un capace vaso e seminare i semi o meglio piantare le piantine ad una distanza l'una dall'altra di  circa 20 cm.

 Se seminate a spaglio dovrete appena possibile  diradare le piantine alla distanza suddetta.

 Il seme ha una profondità di semina che si aggira su pochi centimetri quindi è meglio seminarlo sul terreno e poi coprirlo con un velo di terra che si avrà cura di pressare leggermente.

Un buon terreno universale per piante da orto farà al caso vostro lo spinacio non è una pianta esigente per quanto riguarda il terreno e siccome se ne consumano le foglie è prudente non concimare con concimi organici che si accumulerebbero nelle foglie stesse.

Se ancora le temperature son elevate o se le giornate son calde trasferite il vaso all'ombra lo spinacio la gradisce e che il drenaggio sia molto buono perchè non ama i ristagni d'acqua che subito fanno ingiallire le sue foglie.

Annaffiate spesso e poco perchè per venire al meglio è pianta che vuole un costante anche se scarso apporto idrico ma siccome è coltivato in autunno inverno spesso bastano le precipitazioni stagionali.

Lo spinacio è una pianta robusta poco soggetta a malattie attenzione alle limacce golose delle sue carnose foglie ma sul balcone non dovreste aver questo problema.

Rccogliete le foglie più esterne e lasciate crescere quelle internamente prolungherete così il raccolto.

Se vi accorgete che le vostre piante stanno per andare in seme tagliate gli spinaci e consumatene le foglie facilmente la pianta ributterà con nuovi germogli.

Una tecnica per aver degli spinaci teneri da consumar crudi è seminarli fitti come le insalatine da taglio seminati così prendon il nome di spinacine.

Seminare a spaglio in un capace vaso senza diradare le piantine che cresceranno fitte e rapidamente specialmente se la temperatura si manterrà sui  15 gr°.

Appena si son abbastanza sviluppate sui 10 cm di altezza tagliate  la quantità occorrente con un affilato coltello e innaffiate  bene per favorire la loro ricrescita si potranno così far più tagli.

Gli spinaci possono essere consumati sia cotti che crudi.

Se coglite le foglie piccole e tenere è possibile mangiarli in insalata conditi solo con olio e limone per assorbire tutte le loro proprietà.

Se li si lessa è consigliabile farlo per breve tempo e a vapore in quanto lessati in acqua per periodi più lunghi perdono molto delle loro  qualità.

 spinacine
Sono davvero tante le ricette che si possono ottenere con gli spinaci.

Possono venir saltati al burro e formare un ottimo contorno oppure uniti al riso nei risotti o impiegati nei ripieni sia di carne che di uova, le crespelle con gli spinaci ad esempio, oppure essere l'ingrediente principale dei tortini.

Io voglio regalarvi una ricetta semplice che vien meglio con le spinacine più tenere e gustose degli spinaci tradizionali.

                                           SPINACINE E NOCI

Ingredienti per tre persone

spinacine 300 gr

noci 150 gr

aglio (facoltativo)

olio

aceto di mele

sale q.b.

Comprate o meglio cogliete le spinacine e lavandole in acqua con un pizzico di bicarbonato pulitele molto bene.

In una capace terrina mettete i gherigli di noci con uno spicchio di aglio tritato finemente poi aggiungete le spiancine che avrete precedentemente scolato.

Condite abbondantemente con aceto di mele, olio e aggiustate di sale.

La vostra insolita insalata è pronta.

                                                             BUON APPETITO
 .

martedì 23 agosto 2011

ORTAGGI RARI

IL CAVOLO NERO GUSTOSITA'  TOSCANA

Inauguro con questo nuovo post una sezione che tratta degli ortaggi rari.

Un tempo così comuni e adesso relegati  soltanto in qualche orto di appassionati  oppure solo nelle banche dei semi a tutela della biodiversità.

Eppure son varietà che son state selezionate nei secoli per le loro qualità di robustezza, adattabilità conservazione e bontà.

Abbandonate a favore di varietà industriali tutte uguali, resistenti al trasporto e ai trattamenti, e ne fanno davvero tanti !, in quanto al sapore...bè non si può aver tutto.

Un ortaggio che si  pianta adesso per aver verdura in inverno quindi in un periodo povero ed ingrato è il cavolo nero coltivato in Toscana nelle sue  numerose varietà.

La pianta è stata coltivata sin dall'antichità già apprezzata nel medioevo per le sue proprietà terapeutiche grazie a speciali inibitori (gli endoli) è utile per la prevenzione di numerose forme tumorali,   dell'ulcera gastrica e delle coliti ulcerose.

Ricco di vitamina C ha uno scarso potere calorico è adatto quindi nelle diete pur essendo molto nutriente.

Appartiene alla famiglia delle Crucifere e il suo nome scientifico è Brassica oleracea varietà acefhala  è conosciuto con molti nomi popolari come cavolo palmizio perchè le sue foglie non si chiudono come gli altri cavoli ma rimangono sempre aperte e piegate ad arco, cavolo toscano, cavolo senza testa.

In   Toscana è  molto diffuso  ve ne sono diverse varietà che prendono il nome dal luogo in cui vengono coltivate  "cavolo nero fiorentino"  "cavolo riccio nero di Toscana"  cavolo riccio nero di Lucca".

Una varietà di cavolo nero è coltivata da sempre nell'entroterra genovese dove viene chiamata col nome popolare di  " Cou neigro " .


Molto resistente al freddo ha buona riuscita anche se seminata tardivamente, in settembre.

Vengono utilizzate  le foglie, che vengono prodotte per tutto l'inverno, tradizionalmente cucinate  con le patate e la polenta.

L'altezza è minore rispetto al toscano circa  dai 50 ai 60 cm la foglia è allungata, leggermente bollosa e di un bel colore verde scuro.

La pianta  del cavolo nero toscano può raggiungere l'altezza di un metro ha foglie di un verde scurissimo quasi bluastro e la loro particolarità sono le bolle diffuse in tutta la foglia mentre la costa è chiara.

Fiorisce in primavera verso aprile ed è biennale il primo anno fa solo foglie e  il secondo anno fiorisce.

Si semina a giugno per raccogliere le foglie in inverno dopo circa 3 mesi dalla semina son pronte per la raccolta che si protrae per tutta la brutta stagione.

Sul balcone consiglio di comprare le piantine e di trapiantarle a fine agosto magari in qualche vaso lasciato libero dalle colture estive per aver foglie fresche per tutto l'inverno.

Il gelo non spaventa la pianta anzi le foglie diventano più tenere e gustose dopo una gelata.

Il vaso dev'essere capiente cm 40 di ampiezza per 40  di profondità e il terreno sia ben concimato con letame ben maturo o altro concime  di origine animale perchè il cavolo nero è una pianta che chiede un terreno ricco e annaffiature moderate specie quando fa freddo.

Le confezioni di concime già pronto da mescolarsi con il terreno le trovate in pratiche confezioni nei garden.

Questa cultivar di cavolo è tipica della Toscana  legata alla cucina povera dei contadini e ai loro piatti semplici dove entra come ingrediente principale.

 Le sue foglie hanno un gusto deciso e un sapore di cavolo particolarmente intenso una vera ghiottoneria per chi apprezza questo tipo di gusto.

Di gusto più delicato ma ugualmente intenso sono i suoi germogli che compaiono sulla pianta all'inizio della primavera chiamati "puntarelle" con un sapore che ricorda quello dei broccoli.

Questo cavolo è una grossa pianta che con le sue foglie sempreverdi e molto scure ha anche un valore ornamentale sul balcone spoglio nei  mesi invernali.

Per godere al meglio delle qualità nutrizionali di questo ortaggio è meglio cuocere le sue foglie in poca acqua per non più di 10 o 15 minuti meglio se lo si cucina al vapore.

Quando si cucina il cavolo nero occorre far attenzione alla costola che essendo dura è meglio sia tolta per conservare la morbidezza della sola parte fogliare.

Come ho già detto  entra nella preparazione di ottime ricette tradizionali prime fra tutte la ribollita.

Però   qui vorrei invitare la vostra creatività a usare in maniera differente le morbide foglie del cavolo per avvolgere altri cibi.

Vi do alcuni spunti ma son sicura che ciascuno di voi saprà svilupparli al meglio con estro e fantasia.

Avvolgete in foglie di cavolo nero formaggette di formaggio filante e dopo averle ben legate passatele per 5 minuti in forno a 200 gr sinchè il formaggio non fili.

Accendete il forno e ben caldo mettetevi code di gamberi avvolte strettamete nelle suddette foglie.

E per ultimo ma non ultimo filetti di nasello messi in forno avvolti in gustose foglie di cavolo nero.

A me però piace in un altro modo conosco una ricettina che quando il gelo incombe e mi sento tutta infreddolita e con un principio di raffreddore mi cucino e subito mi passan tutti i dolori e mi sento meglio...ve  la passo sperando sia così anche per voi.

                                                           CAVOLO NERO E PANCETTA

Ingredienti per tre persone

foglie mondate di cavolo nero (senza costola) gr 500

pancetta gr 150 o lardo di colonnata gr 100

rosmarino

vino bianco

sale q.b.

Fate cuocere per 10 minuti a vapore le foglie del cavolo nero che avrete tagliato a striscioline sottili.

Mentre cuociono prendete una padella antiaderente e metteteci la pancetta tagliata a dadini, se siete coraggiose provate invece della pancetta il  lardo di colonnata, e fate rosolar bene se tende ad attaccarsi bagnate con un poco di vino bianco.

Quando la pancetta è ben rosolata aggiungete le foglie di cavolo e i due rametti di rosmarino.

Fate amalgamar bene gli ingredienti mescolando a fuoco vivace e portate a tavola ben  caldo.

Il profumo penetrante, l'intenso gusto e la dolcezza della pancetta o del lardo che si  ben si sposa con l'intenso sapore del cavolo nero vi riconcilieranno con la vita.

                                                                          BUON APPETITO


domenica 21 agosto 2011

ORTO SUL BALCONE

CAROTE  UN ORTAGGIO A "CICLO PERPETUO"

Tenere gustose tanto benefiche per la loro ricchezza di  protovitamina A contenuta nel carotene  che ha potenti proprietà antiossidanti e inoltre coltivabili con semine scalari   tutto l'anno: cosa si può chiedere di più ad un ortaggio?

La carota proviene nella sua forma selvatica dall'Afghanistan e le sue origini anche se un pò confuse sono antichissime.

 Fu introdotta in Europa dagli Arabi nel XII secolo.

Conosciuta dai Greci e dai Romani che ne apprezzavano più le sue proprietà medicamentose che quelle culinarie venne per lungo tempo impiegata come pianta medicamentosa.

Nel 1400 era coltivata sia in Francia che in Germania ma dobbiamo aspettare il 1600 per trovare in Olanda delle cultivar di colore arancio,   in onore  del re Guglielmo d' Orange regnante del tempo, cultivar che son giunte sino ai nostri giorni.

La carota è una pianta erbacea biennale coltivata però come annuale appartiene alla famiglia delle ombrellifere  il suo nome scientifico è daucus carota.

Daucus deriverebbe dal termine greco "dakkos"  che indicava una pianta selvatica usata nella medicina del tempo e carota da un'altra parola greca karotan.

La carota ha un ciclo biennale, nel primo anno si accresce solo nelle foglie e nelle radici nel secondo anno emette lunghi fusti e fiorisce  dalla  primavera  all'autunno con fiori piccoli e bianchi riuniti in caratteristiche ombrelle i semi sono molto piccoli e con un caratteristico aroma.

Si consuma solo la radice che è fittonante e carnosa la più comune è di colore arancio ma ve ne sono varietà antiche di colore viola , bianche o gialle.

A seconda delle colorazioni le carote cambiano anche le loro proprietà organolettiche.

La carota scura è ricca di antociani potente antiossidante  adatto per chi ha problemi di circolazione e di origine infiammatoria mentre le carote gialle ricche di luteina son molto benefiche per chi ha problemi agli occhi.

A seconda delle varietà la radice può essere lunga dai 3 ad oltre 20 cm con una forma che è cilindrica nelle varietà lunghe o medio lunghe e a tronco di cono in quelle a radice corta.

Le più adatte ad essere coltivate sul balcone sono le varietà medie che non superano i 12 cm di lunghezza come la Nantes o la Chartenay  e le varietà a radice corta che non superano i 6 cm e presentano una  forma tondeggiante che ricorda una trottola particolarmente apprezzate fra queste ultime sono le varietà Rossa parigina, Rossa corta e Signal.

La coltivazione delle carote può essere fatta scalarmente con semine che si susseguono ogni 20 gg circa per poter raccogliere tutto l'anno le carote.

Sul balcone è bene differenziare le semine in  determinati  periodi dell'anno quando le temperature sono più favorevoli alla crescita delle piante per non aver troppo spazio occupato dai vasi di carote.
 
Se a fine agosto seminerete le vostre carote potrete cominciare la raccolta circa due mesi dopo.

 Nei climi freddi coprite e proteggete il vaso con un velo di tessuto non tessuto perchè la carota  mal sopporta il gelo specialmente del terreno e non si accresce più se la temperaura si abbassa al di sotto degli 8° gradi.

Prendete un vaso largo ma soprattutto profondo almeno 40 cm che riempirete di ottima terra soffice quella universale va bene, ma soprattutto il vaso deve avere un eccellente drenaggio la carota teme i ristagni d'acqua che fanno marcire la radice.

 Le distanze di semina sono di 5 cm fra pianta e pianta e il seme va interrato ad una profondita di circa 2 cm tenete presente che le temperature ottimali per la germinazione dei semi sono quelle comprese fra i 15° e i 18°  gradi sotto  gli 8° gradi la pianta non germina e ferma la sua crescita.

Tenete la superficie del terreno del vostro vaso umida spruzzando l'acqua con uno spruzzino e  posizionatelo in una posizione di semi ombra armatevi di pazienza perchè la carota in genere germina da una  a tre settimane dalla semina.

 Quando le piantine possono essere maneggiate hanno cioè un'altezza di almeno 4 o 5 cm diradatele a 5 cm l'una dall'altra lasciando solo le più robuste.

Fate questa operazione col terreno umido e di sera portando subito via tutte le parti della pianta che avete tolto per non attirare la temibile mosca della carota.

Questo insetto simile ad una mosca depone le sue uova vicino al colletto della pianta ne escono larve biancastre che si nutrono delle radici riempiendole di buchi e rovinandole.

Nell'orto sul balcone non va bene adoperare prodotti contro la mosca della carota invece sono molto utili le consociazioni.

Piantando in un grosso vaso o meglio in una lunga cassetta piena di buona terra le carote alternate ai porri si tengono lontane sia le mosche della carota che i vermi dei porri.

Se invece accanto ai semi delle carote si piantano dei bulbi di aglio, cipolla o scalogno le piante delle carote non saranno soggette all'attacco della mosca.

La raccolta delle tenere carote novelle è scalare a partire dal secondo mese dalla semina.

Non aspettate che abbiano raggiunto il pieno sviluppo in quanto la parte interna  detta cuore diventa dura ma coglietele quando son giovani e tenere dopo aver bagnato il vaso per meglio estrarle.

Eccovi una ricetta che esalterà il gusto delle vostre tenere carotine.

                                                          CAROTE AL PREZZEMOLO
Ingredienti per 4 persone

1 kg di carote

100 gr di prezzemolo

3 spicchi di aglio (facoltativo)

40 gr di burro

sale q.b.

pepe

Lavare, raschiare , ma se son carote novelle non è necessario, tagliare le carote a rondelle.

Far sciogliere il burro in un capace tegame aggingervi l'aglio e farlo imbiondire poi versare le carote, aggiungere un bicchiere d'acqua e coprire.

Far cuocere a fuoco medio mescolando e facendo attenzione che le carote non si attacchino se son troppo asciutte aggiungere ancora un poco di acqua.

Intanto lavare e tritare il prezzemolo che va unito dopo 15 minuti alle carote.

E' pronto quando le carote son morbide ma non devono sfarsi.

Spegnere il fuoco  salare e pepare mescolando bene.

Può essere un leggero secondo o un ottimo contorno per carni arrosto.

In ogni caso portate  in tavola ben caldo  e vedrete che le carote coltivate da voi e l'abilità della cuoca avranno il giusto riconoscimento

                                                                     Buon appetito

sabato 20 agosto 2011

ORTO SUL BALCONE

UN'INSALATA DAL GUSTO PICCANTE E AROMATICO: VI PRESENTO LA RUCOLA

La rucola è un'insalata che potete seminare a fine agosto per poter raccogliere le sue fresche e piccanti foglioline già a fine settembre.

  Se avete la fortuna di abitare in un luogo dove l'inverno è mite e  proteggete il vostro vaso  addossandolo ad un muro e  con un telo di tessuto non tessuto potrete aver la soddisfazione di raccogliere rucola fresca sin alle soglie dell'inverno.

Se invece l'inverno dove voi siete non è mite ritiratela in un luogo luminoso e non troppo caldo e la pianta continuerà a regalarvi le sue piccanti foglioline a dispetto del gelo invernale.

La rucola è conosciuta  sin dall'antichità ed è originaria  della regione mediterranea, dal Marocco al Portogallo e dalla Turchia al Libano.

Coltivata dall'antichità, conosciuta dai Greci come afrodisiaco, il medico greco Discoride affermava che mangiata cruda in abbondanza "destava Venere", era famosa nell'antica Roma per il suo sapore piccante e per la sua fama di afrodisiaco.

 Ovidio la chiama "eruca salax" cioè rucola lussuriosa ed era coltivata presso le statue del dio Priapo che simboleggiava la virilità.

Era pianta sacra alla dea Cerere divinità protettrice delle messi e delle piante medicinali.

Anche nel Medioevo era conosciuta e usata frequentemente per insaporire le vivande.

Per la sua fama di afrodisiaco non era coltivata negli orti dei conventi.

 Una leggenda narra che alcuni frati avessero rinunciato alla tonaca e al celibato dopo aver bevuto un liquore contenente parti di questa pianta.

In Italia la rucola anticamente era considerata un cibo povero e venne gradatamente dimenticata.

Negli ultimi 15 anni c'è stato un grande ritorno di questa verdura così particolare e saporita.

Oggi la si trova frequentemente nei negozi e  nei supermercati ma è una pianta facile da coltivare in vaso dove se lo farete potrete raccogliere a lungo le sue foglioline di una insuperabile freschezza.

La rucola appartiene alla famiglia delle Cruciferae e il suo nome scientifico è Eruca Sativa eruca è il nome rucola in latino e sativa significa coltivata perchè ne esiste un'altra varietà selvatica di più spiccato sapore.

La specie coltivata è una pianta annuale che può raggiungere i 50 cm caratterizzata da foglie a forma allungata dentellate e da fiori a 4 petali di colore bianco che compaiono sulla pianta in estate nei mesi di giugno luglio con l'aumento delle temperature.

Si utilizzano le foglie giovani più tenere e con un sapore meno aspro quando vi accorgete che tendono a diventar coriacee potete tagliare la pianta a circa 5 cm dal terreno per favorire la nascita di nuove giovani foglie.

La rucola è apprezzata per il suo sapore piccante ed aromatico, ha proprietà digestive e diuretiche ed è ricca di vitamina C.

Predilige le temperature fresche ecco perchè  cresce meglio in primavera e in autunno quindi potete seminarla scalarmente a partire da marzo sino a settembre saltando i mesi più caldi.

Prendete una cassetta lunga e seminatene i semi diradando presto le giovani plantule se troppo fitte a circa 15 cm l'una dall'altra.

 Il raccolto inizierà dopo circa 4 settimane dalla semina e continuerà sino alla fioritura estiva o sino al gelo invernale.

Non è una pianta che ami troppo il sole il vaso collocatelo sotto le fronde di qualche altro arbusto o in una posizione a mezz'ombra e  la pianta ne trarrà beneficio.

La coltivazione è facile difficilmente la rucola si ammala o deperisce.

Specie molto rustica ed adattabile  gradisce un terreno non troppo ricco una buona terra universale da vaso andrà molto bene senza che dobbiate  concimarla.

Attenzione alle annaffiature se troppo frequenti la pianta perde in parte il suo gusto piccante e può essere soggetta a marciumi.

Il suo sapore deciso e piccante la fa preferire per insaporire le insalate e le salse è ideale col carpaccio e ottima con la bresaola, esalta il sapore di certi formaggi molli.

Nelle pizze e nei tramezzini ne arricchisce il sapore,  appena scottata la si può unire nelle minestre o come contorno per le uova sode, vien messa anche nei ripieni di carne e unita al riso per risotti dal gusto particolare.

 La sua varietà selvatica è una pianta erbacea perenne che cresce negli incolti, predilige i terreni aridi e calcarei ed è diffusa in tutte le regioni d'Italia.

Notevole è la sua rusticità ed adattabilità.

Vegeta abbondantemente quando le temperature son miti ma sopporta bene il caldo dove fiorisce con piccoli fiori gialli, e  tollera bene il freddo quando entra in riposo per vegetare in primavera.

Il suo profumo è più intenso della varità coltivata e il gusto è più piccante.

La si può coltivare come la rucola domestica facendo particolare attenzione alle annaffiature che devon essere scarse e rade perchè la pianta teme molto i ristagni d'acqua che la fanno marcire.

Cercate nei garden ben forniti una bustina di rucola selvatica o ruchetta come viene a volte denominata se vi piace il gusto e il profumo più deciso della sua sorella coltivata e se non volete aver l'impegno di seminare tutto l'anno.

 rucola selvatica
Infatti la pianta è perenne e sebbene sparisca in autunno il cespo rivegeta e si allarga ad ogni primavera.

Quest'erba è ricca di vitamina C, favorisce la digestione e stimola l'appetito, risulta benefica per il fegato e combatte i gas intestinali.

Gli usi culinari sono gli stessi della  rucola domestica.

Eccovi adesso una piccante ricettina.

Se volete adoperar la rucola domestica o la sua variante selvatica scegliete voi.

                                        INVOLTINI CON BRESAOLA E RUCOLA

Ingredienti per 4 persone

12 fette di bresaola

200 gr di stracchino

rucola

pomodorini

olio

sale q.b

Prendete le fette di bresaola spalmatevi sopra una piccola quantità di stracchino, arrotolatele e chiudetele con uno stuzzicadenti.

Su un piatto di portata avrete nel frattempo adagiato la rucola con i pomodorini tagliati a fette.

Conditeli con abbondante olio e mescolare bene poi fate un letto con le verdure e appoggiatevi ben disposti gli involtini di bresaola.

Aggiungete un filo d'olio sugli involtini e salate senza abbondare causa il piccante della rucola.

Potete preparare questo  gustoso piatto estivo anche un pò di tempo prima tenendolo al fresco.

Quando ritenete sia giunto il momento servitelo, va bene anche come  piatto freddo nei caldi giorni estivi.

 Anche gli inappetenti a causa del caldo lo gradiranno per il suo fresco stuzzicante sapore e...

                                                         BUON APPETITO

giovedì 18 agosto 2011

ORTO SUL BALCONE

IL CAPPERO PICCANTE BOCCIOLO SOTTO SALE

 I piccoli boccioli erano già gustati dagli antichi Sumeri ne è stata trovata descrizione in un'antica tavoletta d'argilla  che risale al 2700 A.C.

Semi di cappero sono stati ritrovati negli scavi archeologici di una cittadina in Iraq risalente al 5800 A.C. e anche la Bibbia nell'Antico Testamento ne fa cenno.

Li conoscevano gli antichi greci che usavano  i boccioli in cucina, le foglie e le radici per scopi medicinali così come i romani.

Attraverso i secoli il cappero è giunto sino a noi e come gli antichi anche noi ne apprezziamo l'intenso suo sapore.

Il cappero è  nativo delle regioni aride dell'Europa centrale e si è diffuso in tutti i paesi del bacino del Mediterraneo.

Il suo nome scientifico è Capparis spinosa  appartiene alla famiglia delle Capparidaceae è un arbusto perenne la cui altezza può variare dai 30 ai 50 cm ed è diffuso nel Centro e nel Sud d'Italia  sia coltivato che allo stato spontaneo.

Il nome spinosa è dovuto alla presenza di spine nelle  varietà selvatiche mentre in quella domestica chiamata Capparis spinosa "inermis" la sola coltivata, le spine sono scomparse e le foglie sono di un bel colore verde scuro
.
La pianta è apprezzata anche per il suo aspetto decorativo è ricadente e con cespi compatti, i suoi fusti sono legnosi alla base ma erbacei all'estremità, le foglie tondeggianti sono di un bel verde lucido e i suoi fiori  appariscenti di colore bianco o rosato  emanano un profumo intenso e sbocciano  per tutta l'estate.

La vita del fiore è molto breve non dura che un sol giorno ma la pianta continua ad emetterne per tutta l'estate sino a settembre se il clima è caldo e mite come nel nostro Meridione i fusti erbacei del cappero si allungano per tutta l'estate ricoprendosi di fiori e possono arrivare a ricoprire sino a un metro e mezzo di  terreno.

Si consumano i boccioli dei fiori colti quando sono piccoli e conservati sotto sale.

 La conservazione  ne esalta il loro particolare aroma perchè  appena raccolti i capperi non hanno quel gusto gradevole che li rende così apprezzati sono amari.

Il cappero è pianta di buon comando come dicevano i vecchi contadini nel senso che non ha bisogno di eccessive cure e si ammala con molta difficoltà.


 capperi sul muro
  Ama  le posizioni in pieno sole con estati molto calde tipiche del nostro Sud ed inverni miti anche se sopporta  periodi di gelo non troppo intenso.

Al Nord dove le temperature scendono troppo occorre ricoverare tutto il vaso in serra fredda o in un androne luminoso.

  Vuole terreno povero, asciutto con ottimo drenaggio spesso cresce nelle crepe dei muri dove al riparo del muro prospera.

 Con la pianta del cappero occorre essere avari d'acqua ed innaffiare solo quando il terreno è totalmente asciutto.

Non è facile far germinare i suoi semi e anche le talee son di difficile radicazione si consiglia di comprare o trovare le piantine già attecchite.

Se avete un muro rivolto a sud potete addossare al muro stesso il vaso con la pianta  del cappero va bene anche appenderlo  così il vostro cappero ricadrà decorando con le sue fronde e i suoi fiori il muro stesso.

La pianta resiste bene anche al vento forte e alla salsedine quindi è da tener presente per chi ha la casa in una località di mare.

Se si desiderano molti fiori occorre eseguire in primavera prima della ripresa vegetativa una decisa potatura dei rami che hanno prodotto l'anno prima in quanto i fiori sbocciano solo sui nuovi getti.

 La pianta si inizia a potare dopo il primo anno d'età in quanto produce fiori dal secondo anno di vita.

La raccolta dei capperi va fatta scalarmente cogliendo i boccioli dei fiori non ancora schiusi, più son piccoli e tondi più il cappero è pregiato.

Si consumano anche i  suoi semi immaturi che hanno un gusto più delicato e sono delle bacche verdi rosse a maturazione sott'aceto vengono serviti come antipasto.

I capperi sono coltivati soprattutto nelle isole Eolie  Salina e Pantelleria che ne possiede una varietà particolare, cultivar Nocellara, particolarmente pregiata e profumata.


 capperi di pantelleria
Le virtù benefiche di questa pianta son dovute alla presenza di bioflavanoidi anti-ossidanti, i boccioli hanno proprietà toniche e digestive.
I capperi più pregiati son quelli sotto sale che vengono adoperati in cucina per molteplici usi.

Servono per insaporire le vivande, ravvivare il sapore alle insalate, nei ripieni e nei sughi, con la carne e col pesce insomma il cappero è una spezia che va bene un pò con tutto.

I capperi sotto sale vanno scolati molto bene in acqua fredda messi a bagno per 10 minuti in acqua poi scolati e asciugati con carta assorbente.

Siccome son già salati attenzione a quando salate il cibo perchè facilmente se non tenente conto di questo eccederete col sale.

 Adesso ecco la ricetta per conservare sotto sale i capperi che voi avrete colto e che così trattati si conserveranno per  almeno un anno.

                                                          CAPPERI SOTTO SALE

Ingredienti

sale grosso

capperi

vasetto di vetro a bocca larga

terrina scoperta

Mettere  i capperi nella terrina alternando uno strato di sale e uno di capperi  iniziando e terminando con il sale.

Una volta al giorno per 4 o 5 giorni mescolare bene il tutto e lasciare asciugare all'aria e all'ombra.

Passato questo periodo togliere il sale e  asciugare i capperi  adagiandoli su un telo e  smuovendoli delicatamente per far andar via il sale.

 Poi prendete il vasetto di vetro a bocca larga e alternate uno strato di sale con uno di capperi finendo con uno strato di sale.

 Chiudete bene e...
abbiate la pazienza di aspettare una diecina di giorni prima di consumare.