lunedì 30 gennaio 2012

PIANTE DA FRUTTO agrumi

UN AGRUME COLTIVABILE ANCHE IN APPARTAMENTO IL KUMQUAT


Le piante di agrumi piacciono a molti e in verità hanno numerose virtù: foglie lucide e ornamentali che  rimangono sulla pianta tutto l'anno, fioriture appariscenti e profumati frutti che perdurano lungamente sulla pianta stessa e che la rendono estremamente ornamentale a volte fiori e frutti coabitano insieme sullo stesso albero nel medesimo momento, cosa si può pretendere di più?

Ma prima che sedotti da tanta bellezza vi affrettiate a comprare una pianta di agrumi desidero avvertirvi che come tutte le cose anche questa presenta delle pecche che adesso vado ad illustrarvi: le piante di agrumi non sopportano il clima rigido alcune di loro già a 8  gradi sopra lo 0 manifestano segni di sofferenza.

Quindi se nelle regioni più calde della nostra penisola o in particolari microclimi come quello ligure è possibile coltivarle in piena terra dove si sviluppano al meglio esprimendo interamente la loro bellezza nel freddo nord del paese questo non è possibile e quindi vanno piantate in vaso e ritirate in serra fredda quando le temperature scendono.

Molti son tentati di farle svernare in appartamento ma gli agrumi son capricciosi e mal sopportano il caldo secco delle nostre case.

Perdono le foglie e i frutti si "lasciano andare" ad uno stato pietoso esprimendo così tutta la loro disapprovazione per un ambiente a loro poco congeniale.

Vi è però un agrume che con alcuni accorgimenti che vi illustrerò in appartamento può essere coltivato e ci vive bene senza dar segni di sofferenza.

Si tratta del Kumquat o Fortunella un agrume di dimensioni contenute della famiglia delle Rutacee originario della Cina e del Giappone.

Ve ne sono di tre gruppi: il Fortunella margarita è il più diffuso e proviene dalla Cina, il Fortunella japonica che ha origini sempre cinesi ma è coltivato da moltissimi anni in Giappone e il Fortunella hindsi chiamato anche Hong Kong di antica origine cinese nativo delle adiacenti regioni montuose e collinari vicine ad Hong Kong da cui trae il suo nome.

Selvatico in quelle lontane regioni i cinesi affollano le colline per raccogliere i suoi piccoli frutti mentre da noi è coltivato solo come pianta ornamentale da vaso o per farne bonsai assai apprezzati dagli appassionati per la loro crescita ridotta e i piccolissimi frutti.

I kumquat sono stati chiamati "i piccoli gioielli della famiglia degli agrumi" per i loro piccoli e appariscenti frutti.

Il nome kumquat significa in Cina "oro arancione" e ne  abbiamo una descrizione nella letteratura cinese nel 1178 d.C. il nome Fortunella invece gli è stato dato in onore di Robert Fortune un "cacciatore di piante" che nel 1846 lo ha portato a Londra dalla Cina facendolo conoscere in Europa.

 Robert Fortune
Questo Robert Fortune ha avuto una vita che più avventurosa non si può.

Mandato in Cina dalla Horticultural Society di Londra visse per tre anni in quelle lontane regioni girandole in lungo e in largo alla ricerca di specie ornamentali da portare in Europa riuscendo a  far arrivare  nel nostro continente o più precisamente a Londra, 120 specie di piante per i giardini occidentali, fra queste vi era anche il nostro kumquat che da lui prese poi il nome.

Sino al 1915 tutti i Kumquat erano inclusi nel genere Citrus ma a partire da quella data è stato per loro istituito il genere Fortunella.

Mentre sino al 1915 i vari tipi di Kumquat erano considerati varietà della stessa specie Citrus Japonica da quel momento furono creati dei nuovi gruppi con le loro caratteristiche varietà.

 Ma già nel 1646 uno scrittore europeo  aveva citato questo agrume dicendo che gli era stato descritto da un missionario portoghese che aveva soggiornato per 22 anni in Cina e nel 1712 il Fortunella japonica fu incluso in un elenco di piante provenienti dal Giappone.

Questi agrumi sono stati coltivati per lungo tempo in Giappone, Taiwan, Filippine e tutto il sud-est asiatico.

A partire dalla metà dell'800  sono stati introdotti anche in Europa e in America specialmente come piante ornamentali coltivate anche in vaso per abbellire patii e serre.

DIFFUSIONE DI QUESTO AGRUME

Il primato mondiale per la coltivazione di questa pianta lo detiene la Cina seguita dal Giappone meridionale e da Taiwan.

Conosciuto come pianta ornamentale in Europa  è diffuso in Grecia e a Corfù ma in Europa non vi   sono coltivazioni intensive.

In Italia è coltivato amatorialmente in piena terra in Liguria dove si è ambientato al meglio e produce abbondanti frutti ma anche in Sicilia e nel nostro meridione vi sono piante che prosperano in piena terra.

In Israele invece troviamo coltivazioni intensive di questo frutto che è coltivato soprattutto in California, Florida e Texas in misura minore in Colombia e Brasile.

DESCRIZIONE DI QUESTA  PIANTA

Innanzitutto occorre dire che questo agrume si divide in tre gruppi distinti  come già ho accennato che hanno differenze sia come frutti che come albero in sè, quindi li tratterò uno alla volta fermo restando che tutti sono sempreverdi.

 Fortunella margarita
Iniziamo dalla Fortunella margarita che forma piccole piante cespugliose e compatte con rami leggermente spinosi che possono raggiungere in piena terra al massimo i due, tre metri di altezza ma in vaso rimangono più contenute.

Queste piante hanno foglie lanceolate verde scuro nella pagina superiore e più chiare nell'inferiore.

I fiori  bianchi dolcemente profumati compaiono soprattutto in estate possono essere singoli o riuniti in infiorescenze sono ermafroditi e vengono impollinati dagli insetti specialmente dalle api.

I frutti sono piccoli di forma ovale con buccia arancione tendente al giallo a seconda delle varietà, liscia e ricca di oli essenziali.

Essi persistono a lungo sulla pianta la loro polpa è divisa in  4 o 5 segmenti  contiene due o cinque semi ed è gradevolmente acidula.

Questi frutti maturano da ottobre a febbraio dando a questo agrume una ulteriore valenza ornamentale.

Questa pianta simboleggia la fortuna in Cina e in altri paesi asiatici  e viene portata in dono come augurio di buona sorte durante l'inizio del nuovo anno.

Un altro gruppo è formato da Fortunella japonica con le sue varietà.

 Fortunella japonica
E' un piccolo alberello sempreverde di altezza 2,5 metri o al massimo 3 metri in piena terra, che si può presentare sotto forma cespugliosa con rami fitti e piccole spine.

I piccoli fiori bianchi e profumati sbocciano numerosi sulla pianta  singoli o in gruppi nei mesi estivi

Differisce dalla specie precedente per le foglie più piccole di un verde più chiaro con venature più marcate e per i frutti leggermente più piccoli di forma arrotondata simili a piccole arance vengono anche chiamati kumquat rotondi, di un bel colore arancione o giallo oro a seconda delle varietà, che maturano dal tardo novembre a febbraio.

 Il kumquat di Hong Kong invece, è un piccolo cespuglio spinoso rotondeggiante alto circa un metro ed è il tipo più primitivo di kumquat ancor oggi vivono piante allo stato spontaneo nel sud della Cina.

Ha foglie ovato-ellittiche verde scuro superiormente e più chiare nella pagina inferiore i suoi fiori sono bianchi e profumati, piccoli  inseriti singolarmente sui rami e fioriscono verso giugno luglio.

 kumquat di Hong Kong
Ha frutti sferici  più piccoli di quelli degli altri gruppi i più piccoli fra gli agrumi arrivano fino a 1,5 cm di diametro, globosi e con una buccia liscia di colore arancione che durano a lungo sulla pianta.

La polpa ha  sapore acido con semi che sono piuttosto grandi  se paragonati alle dimensioni del frutto.
 
Questo grazioso agrume si presta particolarmente per essere coltivato in vaso ed abbellire così terrazzi e  cortili.

DESCRIZIONE POTATURA E MOLTIPLICAZIONE

Per riassumere i kumquat sono piccole piante sempreverdi di lenta crescita, cespugliose e spinose con fioritura estiva bianca e profumata che portano piccoli frutti piuttosto asprigni che perdurano a lungo sulla pianta e che iniziano la loro maturazione da fine ottobre a febbraio.

Questi agrumi differiscono dal genere Citrus in quanto durante l'inverno entrano in un periodo di dormienza in cui non emettono più germogli o nuove gemme.

 Per questo motivo resistono a parecchi gradi sotto lo 0 possiedono quindi un'elevata capacità di adattarsi a climi temperati tendenzialmente freddi.

Tuttavia per svilupparsi al meglio e soprattutto per portare in modo ottimale a maturazione la loro frutta richiedono climi temperati caldi con temperature estive comprese tra i 25 e i 38 gradi in posizioni soleggiate ma riparate dai forti venti.

I kumquat abbisognano di terreno ben drenato di medio impasto, fertile e con un buon contenuto di sostanza organica prediligono un suolo leggermente acido.

 Non si propagano per seme in quanto le piante che ne derivano possono essere dissimili dalla pianta madre ma vengono innestati sull'arancio trifogliato resistente al freddo che vegeta bene anche in caso di terreno compatto però non sopporta quelli calcarei.

Nelle coltivazioni intensive la forma adottata è il globo a chioma piena con le branche inserite a  50 cm da terra questo fa si che le erbe infestanti si sviluppino con difficoltà a causa dell'ombreggimento causato dall'impalcatura bassa dell'albero.

Inoltre questo sistema facilita le operazioni di manutenzione e raccolta e protegge la pianta dai forti venti e da un'eccessiva insolazione.

Ogni anno a fine inverno, terminata la raccolta dei frutti si esegue una concimazione a base di letame che viene sparso sottochioma e che rilascia gradatamente le sostanze nutritive necessarie per l'ottimale sviluppo della pianta.

Inoltre in primavera durante la ripresa vegetativa  si somministra un concime completo per agrumi con fosforo, potassio e azoto, sarebbe cosa ottimale esaminare il terreno per sapere con esattezza quale di questi elementi sia più carente vi sono pratici kit che con facilità lo consentono.

Se il tempo è siccitoso occorre intervenire con irrigazioni per impedire un'eccessiva cascola dei frutticini fenomeno al quale il kumquat va soggetto.

Si annaffia  attendendo sempre che il terreno sia ben asciutto fra una annaffiatura e l'altra per evitare umidità eccessiva che provocherebbe marciumi e nei mesi  freddi  si diradano le annaffiature.

Per quanto riguarda la potatura questo agrume non va potato molto ogni anno  si segue una rimonda per eliminare i rami secchi, rotti o che presentino segni di malattie.

Se si nota che la chioma è eccessivamente disordinata si tolgono alcuni rami ma  si evita il taglio di rami grandi e se si può è meglio eliminare del tutto il ramo per evitare ricacci indesiderati.

I polloni vanno sempre tolti, si riconoscono perchè spuntano sotto il punto di innesto, in quanto indeboliscono la pianta.

Se con attenzione  si eseguono queste semplici indicazioni le vostre piante saranno rigogliose e produttive a volte con una produzione così abbondante che si avranno degli esuberi ma non sarà un problema in fondo a questo post troverete un'ottima ricettina per trasformare i vostri frutti in un alimento sano e gustoso.

VARIETA'

Per quanto riguarda le varietà c'è da premettere che questo agrume si ibrida con facilità sia fra i vari gruppi che con altri agrumi per esempio col mandarino.

Accennerò qui ad alcune fra le più note varietà.

 fortunella Meiwa
Dall'ibridazione naturale fra Fortunella margarita e Fortunella japonica è nato "Meiwa" molto popolare in Asia e uno dei migliori kumquat per quanto riguarda la sua frutta ottima da consumarsi fresca.

La pianta è di lenta crescita non ha spine ma è difficile da innestare questa potrebbe essere una delle cause della sua scarsa diffusione in Europa e negli Stati Uniti.

Il suo frutto ha dimensioni maggiori di quello degli altri kumquat, le sue dimensioni sono leggermente ovali la sua buccia di colore arancio è liscia piuttosto spessa e dolce la polpa è mediamente sugosa e contiene dai due ai cinque semi.

Nato in Cina dove è conosciuto da circa 1000 anni fu trasportato in Giappone durante il periodo Meiwa dal 1764 al 1772 da qui ha preso il suo nome  viene chiamato anche "kumquat dolce " per la minore asprezza dei suoi frutti.

Molto coltivato in Asia è poco conosciuto in Europa e in America.

Un'altra varietà è il "Fukushu kumquat" che ha la particolarità di resistere al freddo in misura maggiore di quella degli altri kumquat inoltre ha la  caratteristica di avere una  foglia arrotondata e crescita vigorosa e compatta.

 kumquat Fukushu
Questa varietà è stata creata in Giappone nel 1933 da Tanaka un famoso ibridatore

Da metà novembre a marzo porta sulla pianta i suoi frutti di colore giallo tendente all'arancio a piena maturazione con buccia sottile e elastica con polpa abbastanza dolce e aromatica.

E' una varietà robusta e molto ornamentale apprezzata anche per la sua frutta.

"Nordmann Kumquat" è una forma apirena senza semi, scoperta dal vivaista Nordmann su un albero di kumquat japonica in Florida nella metà degli anni '60.

Molto simile a quest'ultima con il colore della sua frutta meno intenso e la buccia spessa con polpa giallo arancione, succosa come si è detto è senza semi.

I suoi frutti maturano in grappoli molto ornamentali da dicembre a  febbraio fiorisce a giugno con fiori bianchi e profumati.

Anche al giorno d'oggi nuove varietà vengono create e testate in Giappone, con particolare attenzione alle varietà apirene, dove questi alberelli sia per il gusto della loro frutta che per la loro valenza ornamentale godono di grande popolarità.

Per mostrare la versatilità di questo agrume voglio chiudere con il alcune varietà di kumquat ibridato con il mandarino.

Il Calamondino è un ibrido fra il mandarancio e il kumquat Fortunella margarita ed è originario della Cina.

Le piante sono piccole molto produttive con chioma molto densa e globosa.

 calamondino
I rami presentano solo raramente qualche spina, le foglie sono ellittiche e i loro piccioli presentano piccole alette, la pianta è abbastanza resistente al freddo.

I fiori emessi quasi ininterrottamente dalla primavera all'autunno sono piccoli profumati e bianchi solitari o a coppie sbocciano all'ascella delle foglie.

il frutto piccolo di forma sferica fino a 3,5 cm di diametro ha un colore arancio vivo con buccia sottile e polpa piuttosto acida.

Questi frutti possono essere usati come i limoni.

Questo agrume viene impiegato come pianta ornamentale per la lunga persistenza dei suoi frutti e per la sua resistenza al caldo secco degli appartamenti.

Ne esiste una varietà con foglie varigate color crema ancora più ornamentale.

 La varietà "Kucle" è un ibrido fra il  Fortunella margarita e il mandarino clementina la pianta ha caratteristiche intermedie tra i progenitori.

Le sue foglie sono verde scuro mentre i suoi fiori sono piccoli, bianchi, profumati e prodotti quasi ininterrottamente dalla primavera all'autunno.

I suoi frutti sono simili a quelli del kumquat sono tondeggianti e di dimensioni leggermente superiori con una buccia di colore arancio intenso e la polpa di gusto agrodolce.

Per il profumo dei suoi fiori, la sua continua rifiorenza e la persistenza dei frutti sulla pianta è molto apprezzata come pianta ornamentale.

COLTIVAZIONE IN VASO

Siamo quindi giunti alla parte di informazioni che vi avevo promesso: la coltivazione in vaso e volendo in appartamento del kumquat.

Non è difficile coltivare questo agrume in vaso tuttavia voglio fare una premessa che non vale solo per il kumquat ma un pò per tutti gli agrumi.

Se volete comprare una pianta robusta che vi dia soddisfazioni e duri occorre andare da un buon vivaista e comprare una pianta di qualità.

Certo sarà più cara di quelle piante di agrumi che a volte si trovano nei supermercati o in mercati dove vendono tante piante ma il fatto è che questa pianta occorre che sia ben innestata e sia per la crescita dell'innesto sia per la crescita della pianta stessa occorrono anni se le cose vengono fatte per bene.

A volte per piante non qualitative si tende a velocizzare o saltare queste fasi col rischio di ritrovarsi  con piante deboli che presto al minimo inconveniente divengono preda di marciumi o di parassiti e.....addio pianta!

Così molte persone credono siano loro incapaci di coltivare gli agrumi invece il problema è a monte nella debolezza della pianta stessa.

Un pò per tutte le piante da frutto è meglio seguire questa regola ma per gli agrumi questa condotta si impone per la delicatezza e la durata delle prime fasi della loro vita.

Cercate quindi un vivaio serio possibilmente specializzato in coltivazioni di piante di agrumi e affidatevi a lui, troverete un appassionato che saprà consigliarvi al meglio e inoltre avrete un sicuro appoggio se la vostra amata pianta presentasse dei problemi.

Finita questa doverosa premessa passiamo alla parte pratica incominciando a dire che è  più consigliabile prendiate il vostro kumquat in primavera avrà davanti una lunga e calda stagione vegetativa dove potrà ambientasi al meglio.

Se come  spesso accade non resistete e lo  comprate in inverno o ve lo regalano già carico di frutti aspettate a rinvasarlo dopo la raccolta dei frutti quando attraverserà un periodo di riposo quindi o lo rinvasate dopo la raccolta della sua frutta o aspettate per fare questa operazione la primavera.

Il vaso non deve essere troppo grande rispetto al contenitore nel quale è contenuta la pianta max 10 cm di differenza nel diametro dei due vasi.

Il drenaggio è importantissimo quando la pianta è in vaso pena marciume radicale e funghi vari.

Quindi dopo aver messo sul fondo del vaso un generoso strato di argilla espansa a grossa pezzatura, si trova nei garden ben forniti o nei consorzi, seguita da un leggero strato di sabbia di fiume, da un concime composto da letame ben decomposto e lupini, sono un toccasana come concime a lento rilascio per gli agrumi e quindi anche per il vostro kumquat, coprite il tutto con uno strato di terriccio universale che si trova in tutti i garden in modo che le delicate radici della vostra pianta non vengano a contatto col concime messo e poi rinvasatela aggiungendo il resto del  terriccio universale.

Annaffiate abbondantemente dopo il rinvaso e l'operazione è conclusa.

Il vaso poi occorre posizionarlo in una posizione assolata e al riparo dal vento spostandolo il meno possibile.

Se dovete ritirarlo in appartamento o in serra ricordatevi che questo agrume abbisogna di un luogo molto luminoso quindi posizionatelo in casa nel luogo più luminoso che avete e se la luce non bastasse aggiungete una lampadina per piante che lo aiuterà a superare i grigi mesi invernali.

In primavera quando le temperature superano i 15 gradi anche la notte potete portarlo all'aperto acclimatandolo per alcuni giorni cioè mettendolo solo di giorno e ritirandolo durante la notte.

Quello è il momento per dargli un concime liquido per agrumi ripeterete la somministrazione durante tutta la sua fase vegetativa seguendo le indicazioni dell'etichetta, in genere ogni 10 o 15 giorni.

Una  operazione delicata è l'innaffiatura specie per le piante in vaso.

Il terreno deve avere una certa umidità ma non deve mai essere bagnato se non nel breve periodo dell'innaffiatura della pianta.

Quindi io consiglio sempre di lasciar asciugare il terreno, se mettete un dito nel terreno deve essere asciutto, poi di bagnare abbondantemente e quando vedete che l'acqua si accumula nel sottovaso levarla perchè potrebbe risalire per capillarità.

Durante i periodi di vegetazione le annaffiature siano più ravvicinate ma anche in inverno dovrete seppur raramente dargli acqua. 

Nei mesi invernali se il kumquat è ritirato in appartamento gli gioverà almeno una volta a settimana un bagno di vapore spruzzatelo generosamente con lo spruzzino sinchè le foglie non grondino acqua servirà a mitigare il caldo secco dell'appartamento che non ama molto.

Per quanto riguarda la potatura fatela quando in primavera lo portate fuori oppure se potete lasciarlo fuori perchè il clima della vostra zona lo consente potatelo subito prima della sua ripresa vegetativa.

La potatura deve limitarsi alla rimonda dei rami secchi o malati e se vedete che la chioma è troppo fitta o che qualche ramo è fuori forma toglitelo  del tutto.

Togliete sempre i polloni che possono nascere ai piedi della pianta perchè la indeboliscono.

Se volete ammirare anche nei mesi invernali il vostro kumquat e quindi tenerlo in appartamento scegliete Il Calamondino che è la varietà più adatta ma anche Fortunella margarita e Fortunella japonica se la cavano bene.

Così quando fuori il gelo stringe la vegetazione nella sua morsa potrete ammirare nel tepore della vostra casa piccole gocce di sole che risplendono con il loro colore arancio sono i gustosi ed aromatici frutti del vostro kumquat che stanno per giungere a maturazione.

CARATTERISTICHE DEL FRUTTO

Questo è l'unico agrume che si mangia intero senza sbucciarlo in modo che il sapore acidulo della  polpa si mescoli con quello aromatico e dolce della buccia.

Ricco di vitamina C ed A potenzia le difese immunitarie e ha un forte potere antiossidante inoltre le sostanze che contribuiscono al colore della sua buccia chiamate carotenoidi  accrescono il suo potere ossidante.

E' ricco di potassio che aiuta a riequilibrare la presenza di liquidi nell'organismo e aiuta la funzionalità del sistema cardiovascolare, contiene inoltre ferro, magnesio e fosforo.

Il sapore agro della sua polpa è dovuto a diversi acidi come il malico e il citrico quest'ultimo potenzia l'azione della vitamina C.

Ricco di fibre è utile per la funzionalità dell'intestino.

E' adatto anche per chi è a dieta infatti 100 gr di questo frutto apportano solo 60 calorie.

Consumato a fine pasto ha forti proprietà digestive ed ecco perchè questi frutti si accompagnano a ricette con carni di anatra, oca e arrosti di maiale ma io che non amo le carni ho scelto per voi una ricettina vegetariana.

LIQUORINO DIGESTIVO DI KUMQUAT

Con i frutti  del kumquat si fanno numerosi liquori che variano come preparazione io ho provato questo e ne sono rimasta soddisfatta spero sia così anche per voi.

Ingredienti
1 kg di kumquat
380 gr di zucchero di canna
320 ml di acqua
150 ml di cognac

Lavate i kumquat, togliete loro il picciolo e asciugateli bene con carta assorbente.

Mettete in un recipiente l'acqua e con 120 gr di zucchero fate uno sciroppo, cuocete mescolando sempre a fuoco bassissimo sino a che lo zucchero non si sia tutto sciolto ci vorranno circa 5 minuti a questo punto aggiungete i kumquat con delicatezza per non rovinarli continuate a mescolare e fate cuocere il tutto sempre a fuoco basso per circa 3 o 4 minuti facendo attenzione che i frutti che non si rompano.

Con una schiumarola toglieteli dalla pentola e disponeteli in vasi perfettamente puliti,devono riempire i vasi sino all'orlo.

Quindi misurate 150 ml dello sciroppo rimasto e mettetelo in una pentola con il resto dello zucchero mescolando a fuoco lento sino a che lo zucchero non sia perfettamente sciolto poi alzate il fuoco facendo bollire per circa un minuto di modo che il composto assuma l'aspetto di uno sciroppo denso.

E' pronto quando versandone una goccia fra due cucchiaini freddi premendoli e poi separandoli si forma un filo di sciroppo.

A questo punto potete spegnere il fuoco, aggiungere il cognac mescolando bene per amalgamarlo e versare lo sciroppo ancora caldo sui kumquat sino a coprirli totalmente.

Chiudete subito i vasi che conserverete  in un luogo asciutto e fresco, anche in frigo se avete posto.

Si conservano per circa tre mesi e sono un ottimo digestivo di fine pasto ma possono servire anche per guarnire torte e crostate.

Vedrete che sono molto gustosi ed aromatici e che i vostri commensali richiederanno il bis.

A questo punto non mi resta che augurarvi

BUON APPETITO 

venerdì 27 gennaio 2012

PIANTE DA FRUTTO agrumi

DOLCE GUSTOSO DELICATO MANDARINO VIENE CHIAMATO


Dopo aver parlato del limone, dell'arancia e del kumquat non potevo escludere il mandarino questo agrume dolce che fa bella mostra di sè sulle nostre tavole nei mesi invernali e che poi da fine febbraio si fa da parte per ricomparire puntuale a fine autunno.

Cosa sarebbe il pranzo di Natale se alla fine di questo copioso pasto arance e mandarini non spiccassero sulla tavola?

Le sue origini sono asiatiche precisamente è originario dell'Indocina e della Cina e deve il suo nome ai funzionari imperiali chiamati mandarini.

Nel 1828 quando questo frutto fu portato in Europa gli fu dato scherzosamente il nome di mandarino a causa della sua origine cinese.

Si sapeva che le massime autorità in Cina erano i mandarini perciò questi frutti altrettanto nobili e di colore più pallido rispetto alle arance ebbero lo stesso loro nome il termine scherzoso fu mantenuto ed è rimasto sino ai nostri giorni.

I suoi fiori hanno il significato gentile  di "virtù nascosta" tale significato si pensa sia dovuto al persistente ma intenso profumo dei  suoi piccoli fiori che formano una fioritura elegante e piena di grazia.

Le coltivazioni intensive di mandarini in Cina e Giappone  sono iniziate nel sedicesimo secolo e il mandarino è stato l'ultimo agrume che dall'Asia è stato importato in Europa all'inizio dell'800 e precisamente in Inghilterra da dove poi si diffuse in tutta Europa, nel 1850 abbiamo le prime coltivazioni intensive in Italia.

Tra il 1840 e il 1850 il console italiano ha importato e piantato presso il Consolato di New Orleans un mandarino che poi è stato portato in Florida e più avanti ha raggiunto la California così anche in America si è diffusa la coltivazione intensiva del mandarino.

Una delle varietà del gruppo Satsuma è stata importata dal Giappone in America nel 1878 e questa coltura si è diffusa rapidamente e in maniera massiccia  in tutti gli Stati del Golfo.

DIFFUSIONE MONDIALE DI QUESTO AGRUME

La moderna produzione commerciale è iniziata ai primi del '900 attualmente le maggiori coltivazioni di mandarini si hanno in Cina, Spagna, Giappone seguito dalla  Brasile e dalla Turchia.

In India vi sono estese coltivazioni di mandarini questa pianta è la più comune tra gli agrumi coltivati in questo paese occupa quasi il 50% della superficie totale coltivata ad agrumi in India.

Vi sono coltivazioni intensive di questo agrume in tutto il paese favorite dal clima tropicale e subtropicale anche se i mandarini migliori come gusto e colorazione derivano dal nord est dell'India.

Sono largamente coltivati anche in Sud Africa e in Australia dove vengono consumati soprattutto sotto forma di frutta fresca.

Nell'Europa meridionale si hanno coltivazioni intensive di mandarini in Spagna specialmente nella regione di Valencia e in Italia dove le regioni maggiormente interessate alla coltivazione di questo agrume sono la Sicilia, la Calabria e la Campania.

DESCRIZIONE  DI QUESTO  DOLCE AGRUME

Con il termine mandarini viene indicato un gruppo eterogeneo di agrumi che rivestono un'importanza economica seconda solo a quella delle arance.

La loro classificazione botanica è controversa ma in linea generale sono tre i gruppi che compongono questo agrume con le loro rispettive varietà.

Il primo gruppo è quello del Mandarino King nome scientifico Citrus nobilis o Citrus deliziosa è una pianta di origine cinese ed è quello che per primo è stata esportato dalla Cina alla fine dell'800 in Europa pare che sia un ibrido derivato dal mandarancio e l'arancio dolce.

La pianta è alta sino a 4,5 con chioma espansa e con spine presenti solo sui succhioni foglie lanceolate e profonde radici a fittone.

In primavera spuntano i fiori piccoli che sono bianchi profumati e singoli.

I frutti sono di taglia media globosi e depressi alle estremità con buccia sottile color arancio che non aderisce alla polpa, quest'ultima è aromatica e succosa ricca di semi anche se ne sono state selezionate varietà apirene, senza semi.

 mandarino Cleopatra
Al secondo gruppo appartiene il Mandarino Cleopatra con le sue varietà il suo nome scientifico è Citrus reshni.

Questo agrume che deriva dall'India forma piante dal portamento compatto e arrotondato con foglie piccole strette e di colore verde scuro.

I suoi fiori sono minuti bianchi e profumati e producono frutti piccoli globosi e depressi ai poli con buccia poco aderente alla polpa che ha un sapore gradevole anche se contiene parecchi semi.

Per la sua resistenza al freddo questo  agrume viene usato come portainnesto e per la lunga persistenza dei suoi frutti sulla pianta è apprezzato anche come pianta ornamentale.

Il Mandarancio appartiene al terzo gruppo e le sue origini sono incerte.

 mandarancio
Alcuni affermano trattasi di una specie molto antica originaria della Cina e dell'Estremo Oriente altri invece dicono che è un ibrido fra il mandarino e l'arancio non si sa se dolce o amaro, infine ve ne son   alcuni che ritengono sia un ibrido tra un chinotto e un mandarino.

La pianta si presenta piccola spinosa con chioma arrotondata aperta o simmetrica.

Le foglie di un bel colore verde vivo sono lanceolate, in primavera sbocciano i suoi fiori bianchi molto profumati singoli o riuniti in infiorescenze.

I suoi frutti presentano una buccia poco aderente alla polpa che è dolce e di color arancione con semi piccoli ed appuntiti anche se molte varietà oggi sono apirene.

Numerose le sue varietà la più famosa delle quali è quella delle clementine che di divide a sua volta in numerose varietà.

 mandarini Satsuma
Il quarto gruppo è quello  dei Mandarini Satsuma il cui nome scientifico è Citrus unshiu questo agrume è originario del Giappone dove viene coltivato da più di quattro secoli ed è giunto in Italia verso la fine dell'800.

La pianta si presenta medio piccola con foglie ellittiche con apice appuntito di colore verde scuro, i suoi fiori  bianchi sbocciano in primavera singoli o in gruppi.

Porta frutti di colore arancio, globosi con buccia sottile e facile da togliere la polpa è succosa con pochi semi o  senza semi.

Questi frutti raggiungono la maturazione quando la loro buccia non è ancora totalmente di colore arancione e per la loro persistenza sulla pianta questa acquista un notevole valore ornamentale.

Questo frutto se non viene raccolto può rimanere sulla pianta oltre l'epoca di maturazione ma in questo caso la buccia tende a gonfiarsi e il frutto raggiunge le dimensioni di un'arancia.

 mandarini tangerini
L'ultimo gruppo che voglio trattare è quello dei Mandarini tangerini un gruppo molto eterogeneo che alcuni ibridatori come il giapponese Tanaka considerano una specie a sè stante.

Infatti il Tangerino è un ibrido fra il mandarino e l'arancio il cui nome deriva da Tangeri città del Marocco da dove per la prima volta è stato portato in Europa.

Il suo frutto ha forma rotonda ed è più piccolo delle arance la sua buccia è di colore arancio acceso tendente al rosso con polpa di sapore molto gradevole e le sue foglie sono più larghe di quelle degli altri gruppi.

DESCRIZIONE MOLTIPLICAZIONE E POTATURA

Il mandarino è un albero da frutto che appartiene al genere Citrus e alla famiglia delle Rutaceae.

Più che un vero e proprio albero può dirsi un arbusto anche se in alcune varietà  la sua altezza raggiunge i quattro metri in genere è contenuta sui tre metri, la sua chioma è globosa con rami che portano rade spine, le sue radici sono fittonanti e si sviluppano in profondità.

Le sue foglie sono lanceolate piccole e profumate ancor più profumati sono i suoi fiori  minuti ma numerosi che sbocciano in primavera solitari o in gruppi sono ermafroditi e vengono impollinati dagli insetti in special  modo dalle api.

Il frutto ha forma sferoide leggermente appiattita alle estremità e si lascia cogliere facilmente.

La buccia è di un colore arancione vivo tendente al giallo o al rosso a seconda delle varietà, sottile e profumata, ricca di oli essenziali è separata dalla polpa e si può sbucciare con facilità.

A volte la buccia si stacca dalla polpa prima ancora che il frutto venga raccolto questo difetto gli conferisce un aspetto ammaccato.

La polpa arancio chiaro è succosa e dolce divisa in numerosi spicchi che portano al loro interno piccoli semi appuntiti anche se oggi si preferiscono le varietà apirene.

Questa pianta si sviluppa al meglio in un clima caldo con inverni miti e senza ampie escursioni termiche la sua attività vegetativa si svolge con temperature comprese tra i 13 e i 30° C.

Temperature attorno a 0° danneggiano la pianta e se si protraggono per più giorni i danni diventano irreversibili alcune varietà sopportano temperature al di sotto dello 0 per brevi periodi specie il mandarini del gruppo dei Satsuma ma io non mi fiderei.

L'albero preferisce posizioni in pieno sole ma teme i forti venti che possono provocare rottura dei rami e cascola dei frutti quindi occorre una posizione che lo ripari dai forti venti.

Il terreno per la sua coltivazione è sciolto, fertile, profondo leggermente acido e ben drenato come tutti gli agrumi teme molto l'umidità.

Non sopporta i terreni eccessivamente alcalini, compatti o calcarei.

La concimazione avviene  dopo  la raccolta della frutta con stallatico ben maturo inserito sotto chioma ma il mandarino necessita anche di concimi minerali completi che comprendono fosforo potassio e nitrato ammonico distribuiti dalla primavera sino a settembre.

Deve essere innaffiato frequentemente durante la stagione estiva se si vuole avere numerosa frutta di ottima qualità.

Si esegue la zappettatura attorno alle piante tre o quattro volte nel corso dell'anno per tenere smosso e ben pulito il terreno questa pratica favorisce il passaggio dell'acqua e l'aerazione delle radici.

Per quanto riguarda la sua moltiplicazione avviene principalmente per innesto in quanto da seme le piante possono essere molto differenti dalla pianta madre e sono facilmente soggette ad essere attaccate dai funghi.

I portainnesti maggiormente impiegati sono l'arancio trifogliato, l'arancio amaro e il mandarino Cleopatra.

L'arancio amaro si adatta a molti tipi di terreno anche se non sopporta quelli eccessivamente compatti imprime un vigore medio e una buona longevità agli alberi ed ha una buona resistenza ad alcune delle malattie più frequenti del mandarino.

L'arancio trifogliato è molto impiegato sulle varietà Satsuma vegeta bene anche su terreni compatti ma non sopporta quelli calcarei produce nella pianta una bassa vigoria ma le dona un'ottima produttività e frutta di ottima qualità.

La sua resistenza al freddo è molto buona così come la sua rubustezza per le malattie che affliggono questo agrume.

Il mandarino Cleopatra è utilizzato come portainnesto in special modo in Spagna, negli Stati Uniti, in Messico e in Sud Africa.

La sua resistenza al freddo è buona e viene impiegato anche a scopo ornamentale per la lunga persistenza dei frutti sulla pianta.

La piantagione si  può eseguire dopo la raccolta dei frutti che maturano sui rami di un anno tuttavia il periodo ottimale è in primavera in quanto le giovani piante sono messe nelle condizioni di emettere prontamente nuove gemme e nuove radici.

Le distanze di impianto variano a seconda del vigore del portainnesto in genere 5-6 X 4-5 metri la forma di allevamento adottata è il globo a chioma piena con le branche inserite sul fusto a circa 50 cm da terra per contrastare le erbe infestanti e rendere più agevole la potatura, le operazioni sanitarie e la raccolta dei frutti.

Gli interventi di potatura vengono effettuati manualmente dopo la raccolta dei frutti consistono nel   togliere i succhioni, i rami secchi o deperiti di sfoltire le branchette all'interno della pianta per evitare l'affastellamento dei rami, per consentire il passaggio dell'aria e dei raggi solari.

VARIETA'

Il mandarino è davvero un agrume complesso con molti gruppi e moltissime varietà e forma  il gruppo più numeroso nel genere Agrumi.

Il mercato e i consumatori al giorno d'oggi vogliono mandarini di un uniforme e brillante color arancio con ottima polpa e senza semi.

Come risultato il settore dei mandarini è un settore in rapida crescita ed evoluzione e sempre nuove varietà vengono create e testate.

Solo nel Giappone più di 100 sono le varietà del gruppo Satsuma e si stima che a tutt'oggi siano coltivati commercialmente più di 300 tipi di mandarino.

La complessità di tali varietà non mi consente una spiegazione esaustiva anche perchè dovrei scriverne per più pagine e non mi sembra il caso, mi limiterò ad accennare le principali varietà dei gruppi che ho già descritto.

 mandarino "Avana" apireno
Iniziando dal Mandarino King le sue varietà principali sono l' "Avana" di cui sono state ottenute numerose varietà con frutti apireni e il "Tardivo di Ciaculli" una rara varietà tipica del palermitano.

La varietà "Avana" è una varietà fra le più coltivate al mondo rappresenta circa il 72% del totale dei mandarini coltivati in Italia fu messa a cultura intorno al 1840.

Ne sono state ottenute numerose selezioni fra le più pregiate vi è l' "Avana apirena"  i cui frutti sono senza semi.

Questa pianta ha chioma globosa e densa con foglie piccole e fiori minuti e profumati che producono frutti di forma globosa medio grande con buccia  liscia e sottile di colore arancio che contiene una polpa dolce di colore rosso aranciato e con pochi o nessun seme.

Matura nei mesi di dicembre e gennaio ed è soggetto ad annate di carica cui fanno seguito altre di scarica con poca frutta.

Il mandarino "Tardivo di Ciaculli" deriva da una naturale mutazione gemmaria del mandarino "Avana"  avvenuta negli anni '50 e prende il nome da una località di Palermo Ciaculli che si trova nella "Conca d'Oro" luogo particolarmente adatto alla coltivazione degli agrumi.
 mandarino Tardivo di Ciaculli

Sia per le sue caratteristiche pedoclimatiche come la profondità del suolo che permettono di ospitare sistemi radicali estesi come sono quelli dei mandarini, sia per la sua posizione soleggiata e il suo clima mite, sia per il suo terreno particolarmente fertile ricco di sostanze organiche e minerali e soprattutto per una abbondante falda acquifera che assicura l'apporto idrico anche nei periodi più caldi questa località è particolarmente vocata per la coltivazione degli agrumi.

Qui uno degli agrumi più diffusi è il mandarino "Tardivo di Ciaculli" che ha trovato un habitat ideale.

L'albero è di medio vigore con portamento globoso e chioma densa la foglia è lanceolata con apice appuntito con frutti di pezzatura ridotta di 75 /80 grammi di peso, di forma rotonda leggermente schiacciata con buccia liscia molto aromatica di colore arancio pallido e polpa dolce e succosa di colore arancio con pochi semi.

Questo agrume è molto interessante anche per l'epoca di maturazione che prolunga la stagione dei mandarini infatti si situa in febbraio marzo.

 tardivo di Ciaculli
Questo mandarino ha avuto un periodo di difficoltà e ha rischiato di scomparire per risollevarne le sorti i produttori si sono riuniti nel "Consorzio Tradivo di Ciaculli" comprendente una novantina di soci che coltivano questo agrume  sulle pendici delle colline attorno alla città di Palermo inoltre è stato inserito fra i Presidi della nota fondazione "Slow Food" che tutela le specie coltivate rare e in via di estinzione.

Direttamente dal produttore arriva tramite il consorzio al consumatore  e molta della produzione è biologica  quindi ricerchiamolo e compriamo questo nostro agrume così caratteristico buonissimo da consumare fresco per la sua dolcezza e il suo delizioso aroma che ci dà il piacere di prolungare in modo ottimale la stagione dei mandarini.

Passiamo adesso al gruppo dei Mandaranci la cui più nota varietà è quella delle clementine che si divide a sua volta in numerosi sottogruppi.

Il nome clementine deriva dal frate missionario Clemente Rodier che trovò un albero di questa varietà  nel giardino di un orfanotrofio vicino alla cittadina di Orano in Algeria e cominciò a moltiplicarlo.

La loro maturazione è più precoce rispetto a quella degli altri mandarini ma non maturando dopo la raccolta devono essere colte nello stadio di  maturazione desiderato.

Sono più resistenti al freddo delle altre varietà di mandarini e per il loro innesto si adopera spesso il mandarino Cleopatra.

Se i mandarini portano frutta che matura da novembre a gennaio quelli più tardivi come il "Tardivo di Ciaculli" si possono spingere sino a marzo, le clementine anticipano la stagione dei mandarini infatti le varietà precoci maturano già a fine settembre ottobre.

Le cultivar di clementine più note sono   "Monreale"," Di Nules" e  "Marisol".

La "Monreale" è una varietà con frutta di calibro medio piccolo dalla forma sferica ben rotonda con buccia di colore arancio tendente al rosso che si stacca dalla polpa con facilità.

La polpa è di colore giallo succosa, con semi e con un gusto che è una via di mezzo fra quello dell'arancia e  del mandarino in una perfetta mescolanza fra agro e dolce.

La maturazione della sua frutta è precoce infatti inizia da metà novembre sino a gennaio.

 clementino varietà "di Nules"
Il clementino varietà "Di Nules" è stato individuato per la prima volta a Nules nella piana di Castellon nei pressi di Valencia in Spagna nel 1953.

In questa nazione si è diffuso rapidamente al punto da costituire oggi il 35% di tutte le varietà di clementine coltivate  nel paese iberico.

Successivamente si è diffuso negli altri paesi del Mediterraneo sino a raggiungere l'Argentina, il Cile e d il Sud Africa.

Questa varietà è caratterizzata da un albero di media altezza con chioma globosa e rami privi di spine, foglie lanceolate di colore verde scuro e fiori piccoli e bianchi profumati che crescono sia individualmente sia in gruppi.

Il frutto di forma sferica ha pezzatura grande con un peso che varia da un minimo di 80 ad un massimo di 130 grammi la sua raccolta va da fine novembre sino a gennaio.

La buccia è di un colore arancio intenso e contiene una polpa succosa dolce quasi priva di semi.

La varietà di clementine "Marisol" è una varietà con piante vigorose spinose nei loro primi anni di vita.

Porta frutti di pezzatura medio grande e se sopraggiungono forti piogge ha il difetto di perdere parte della sua fruttificazione.

La sua polpa è caratterizzata da un sapore pronunciato ed è dolce e succosa  per questi motivi viene apprezzata e ricercata.

E' una delle varietà più precoci che inaugura la stagione di questi agrumi infatti matura in ottobre novembre.

 Mandarini Satsuma varietà Miyagawa
Nel gruppo dei mandarini Satsuma una delle più conosciute varietà è quella "Miyagawa" originaria del Giappone. 

Dal Sol Levante questa cultivar è stata importata in Nuova Zelanda nel 1923 ed è stato utilizzata per la trasformazione in succhi e bevande.

L'albero non è molto alto presenta un portamento tondeggiante con chioma fitta ha foglie di piccole dimensioni.

Il frutto di forma ovoidale ha maturazione molto precoce infatti matura tra fine settembre e ottobre con buccia che si presenta di colore verde intenso anche ad avvenuta maturazione e che si stacca con molta facilità dalla polpa. 

Questa è dolce di colore arancio priva di semi con un sapore deciso e poca acidità.

Un'altra varietà del gruppo Satsuma è quella ottenuta in Giappone nel 1940 la cultivar "Okitsu" l'albero che ha medie dimensioni e portamento espanso si adatta bene ad una coltivazione intensiva ed è molto produttivo.

Il frutto di forma sferoidale schiacciato ai poli di 7-8 cm di diametro è completamente apireno con buccia di un bel colore arancio e polpa più scura di sapore molto dolce e gradevole.

Anche questa varietà è apprezzata e coltivata per la sua precocità matura infatti a settembre ottobre.

 varietà "Dancy"
Nel gruppo dei Tangerini il più conosciuto specialmente negli Stati Uniti è  la varietà "Dancy" che non può mancare sulle tavole degli americani durante le feste natalizie infatti questa varietà viene anche detta "Mandarino di Natale".

E' una mutazione gemmaria originatosi nel 1867 da un gruppo di agrumi coltivati dal Colonnello Dancy Mills in Florida ed è una delle più antiche varietà di mandarino coltivate in Florida viene innestato sul mandarino Cleopatra.

L'albero è medio grande quasi senza spine con foglie lanceolate, fiori piccoli e profumati e frutti oblati grandi con buccia liscia e lucida di color rosso arancio e polpa di colore arancio scuro dolce e sugosa con un piacevole profumo.

Questa varietà presenta il fenomeno dell'alternanza un anno porta numerosi piccoli frutti e l'anno dopo radi frutti ma più grandi è quindi necessario dopo la cascola naturale procedere al diradamento dei suoi frutticini.

La complessità della classificazione dei vari tipi di questo agrume deriva dal fatto che i gruppi si ibridano fra loro con facilità generando spesso numerose cultivar o mutazioni gemmarie.

Accennerò ad una varietà tipicamente italiana con un ristretto e particolare areale.

Il "Mandarino dell'Etna" è un ibrido fra una varietà di mandarino Satsuma e una cultivar di clementine.

La pianta è di media vigoria  produce frutti di pezzatura elevata con forma oblata con buccia di spessore medio molto fine con un aspetto quasi vellutato e mediamente aderente.

Il suo colore è sull'arancio rossastro mentre la sua polpa dolce e succosa è caratterizzata da un buon contrasto fra zuccheri e acidi i semi sono assenti.

La sua raccolta ha inizio nella prima decade di novembre.

Questa varietà particolare di mandarino è coltivata lungo le pendici del vulcano dove il terreno lavico è particolarmente soffice e fertile e il clima è mite.

Queste particolari caratteristiche pedoclimatiche rendono questo mandarino più grande e di una qualità più fine.

 tangelo
Numerosi sono gli ibridi derivati da varietà di  mandarini o clementine e cultivar di pompelmo che vengono chiamati tangelo molto apprezzati per la loro grandezza pesano 130-190 grammi, il loro abbondante succo e il gusto  meno aspro di quello del pompelmo che ricorda il mandarino.      

Questi frutti di forma globosa o piriforme hanno la caratteristica di avere una protuberanza più o meno accentuata all'estremità superiore la loro raccolta si effettua manualmente da ottobre a gennaio.

La loro buccia è abbastanza fine è colorata di arancio ma può essere anche verde a maturazione dipende dalle cultivar, e si stacca facilmente dalla polpa.

 L'albero è vigoroso con una chioma globosa ed espansa spine solo sui rami più grandi mentre quelli più deboli hanno portamento pendulo.

Le foglie sempreverdi più grandi di quelle dei mandarini hanno colore verde scuro e apice appuntito i fiori bianchi  e molto profumati fioriscono in primavera e attraggono le api che producono un delicato e particolare miele.

E' una specie autosterile che necessita di altre varietà di Citrus per essere impollinata ed è soggetta al fenomeno dell'alternanza.

Il  tangelo è stato ottenuto alla fine dell'800 negli Stati Uniti dove è apprezzato e popolare la sua coltivazione è prevalentemente praticata in Florida e in California  mentre in Italia  ne son coltivati  solo pochi ettari in Calabria e Sicilia.

 tangelo varietà "Orlando"
Uno dei più noti  sia per le sue grandi dimensioni che per la sua succosità e il suo sapore delicato e dolce è la varietà di Tangelo "Orlando" nato negli Stati Uniti e prodotto dal Dipartimento dell'Agricoltura nel 1911.

L'albero è di grandi dimensioni con portamento globoso e rade spine con foglie ovali e con grandi frutti come grossezza simili al pompelmo ma come aspetto e sapore più vicini al mandarino, che maturano da metà novembre agli inizi di febbraio.

Questa cultivar è una delle più tolleranti al freddo.

Dall'unione fra il pompelmo varietà Ducan e il mandarino della varietà "Avana" è nato il mapo che appartiene al genere Citrus e alla specie o gruppo tangelo.

La sua buccia resta verde anche a maturazione completa mentre il colore della sua polpa ha un caratteristico colore giallo arancio.

 mapo
I suoi frutti con una buccia molto sottile e meno facilmente sbucciabile di quella dei mandarini sono di pezzatura media rotondi con polpa sugosa con pochi semi e di sapore gradevolmente e leggermente acidulo.

Non mi inoltro maggiormente negli ibridi e varietà di questo agrume così complesso ma davvero ce ne sarebbe ancora da parlarne per molto.

Inoltre come vi ho già accennato per la sua grande popolarità e il suo valore commerciale nuovi ibridi e varietà vengono immessi sovente sul mercato.

COLTIVAZIONE IN VASO

Dalla coltivazione intensiva passiamo adesso a un argomento più congeniale e pratico per molti di noi cioè se è possibile e facile coltivare in vaso questo agrume.

Voglio dirvi subito che la coltivazione del  mandarino, se si seguono determinati accorgimenti non è poi molto più difficile di quella degli altri agrumi.

E' un vero peccato che non sia più diffusa perchè questo albero è ornamentale in tutte le stagioni.

Innanzitutto conserva il suo bel fogliame elegante e lucido tutto l'anno, inoltre in primavera emette un'abbondante fioritura bianca e profumata seguita da frutta abbondante e dolce che può rimanere lunghi mesi sulla pianta, se non ve la mangiate prima :-)

Se potete prendete il vostro esemplare in primavera rinvasatelo in un vaso di terracotta così respirano le radici e ponetelo in un luogo soleggiato senza più spostarlo.

Curate in particolare modo il drenaggio perchè come tutti gli agrumi teme l'eccessiva umidità e i ristagni d'acqua che fanno marcire le radici, il terriccio sia quello per agrumi che trovate nei garden o consorzi ben forniti.

Non fate mancare l'acqua per un'ottimale maturazione dei frutti ma abbiate l'accortezza di non bagnare se non quando il terreno è completamente asciutto.

Concimate in primavera con concime organico ben maturo, lo vendono idratato nei garden poi date ogni 10 giorni circa concime per agrumi, attenetevi a quello che dicono le istruzioni del prodotto.

Se abitate in clima mite, per mite intendo che in nessun caso le temperature anche notturne scendano sotto i 3 gradi, potete tenere la vostra pianta all'aperto nel luogo più riparato e soleggiato che avete.

Tenete presente che questo agrume teme il vento che rompe i fragili rami e fa cadere i frutti.

Se invece siete in un luogo dove le temperature scendono allora è necessario ricoverare in un luogo luminoso e asciutto il vostro mandarino dove la temperatura sia diurna che notturna non scenda al di sotto dei 10 gradi per uno svernamento ottimale.

Non lasciatevi prendere dalla tentazione di portare in appartamento la vostra bella pianta questo agrume come quasi tutti gli agrumi ahimè, non sopporta il caldo secco degli appartamenti che fa cadere prima i frutti e poi le foglie e porta alla morte il vostro mandarino.

 fiori mandarino
In primavera passato il pericolo di gelate riportate all'aperto la vostra pianta e dopo averla esaminata con cura, anche sotto le foglie, per vedere se vi sono forme svernanti di parassiti, potete procedere con la potatura.

Questa sia leggera perchè questo agrume non ama una potatura troppo intensa.

Limitatevi a togliere i rami secchi o malati, togliete anche i polloni, dritti e spinosi che spuntano sotto l'innesto e che indeboliscono la pianta stessa inoltre se vedete che la sua chioma è troppo fitta potete togliere qualche ramo.

Tenete presente che la fruttificazione avviene sui rami di un anno quindi i rami giovani non devono essere toccati.

Per il rinvaso, questo agrume è di lenta crescita e va rinvasato ogni due anni, il periodo migliore è in primavera con un vaso che non sia di diametro superiore ai 10 cm rispetto a quello vecchio così le radici avranno modo di usufruire subito di tutta la nuova terra messa.

Se osserverete questi accorgimenti avrete sempre rigoglioso e sano il vostro mandarino che potrete godervi per lunghi anni essendo una specie longeva.

CARATTERISTICHE DEL FRUTTO

Al momento dell'acquisto i mandarini devono essere piuttosto pesanti questo significa che sono freschi e ricchi di succo, la  loro buccia deve essere lucida ben tesa e non eccessivamente  staccata dalla polpa.

Si conservano per circa una settimana in luogo fresco e asciutto avendo cura di tenerli distanziati affinchè la loro buccia delicata non si ammacchi.

In genere vengono consumati freschi ma possono essere anche usati per decorare dolci o crostate oppure per farne un'ottima e delicata marmellata.

La buccia profumata e aromatica è adatta per liquori e sciroppi e ad essere candita.

La polpa di questo frutto è molto ricca di vitamina C e di vitamina A ma ha anche molte vitamine del gruppo B oltre alla vitamina P che combatte la ritenzione idrica e favorisce la diuresi.

Apporta minerali come il ferro e il magnesio, il calcio e il potassio che contiene la rendono particolarmente adatta per regolare la pressione arteriosa e proteggere la struttura ossea.

Contiene molte fibre ed è perciò particolarmente indicata per la salute dell'intestino.

Molto importante è il limonene contenuto nella buccia di questo frutto che aiuta a contrastare i radicali liberi e l'invecchiamento cellulare.

La buccia del mandarino contiene anche un'altra importante sostanza la nobitelina che previene l'obesità, l'arterosclerosi e il diabete di tipo 2.

Ad affermarlo sono stati alcuni ricercatori canadesi che dopo numerosi studi ed esperimenti sono giunti alla conclusione che questa sostanza, un flavonoide, ha un'efficacia straordinaria nel costituire una  protezione per queste gravi malattie.

Dalla sua buccia si ricava un olio essenziale che è in grado di alleviare tensioni nervose, insonnia e acne.

Massaggiando con questo olio la pelle si facilita il riassorbimento dei liquidi e quindi diviene un valido aiuto contro la cellulite.

La ricchezza di vitamina C lo rende particolarmente adatto per combattere le malattie da raffreddamento e per proteggere le mucose e i capillari.

I mandarini sono ricchi di zuccheri e sono un frutto abbastanza calorico quindi è consigliabile non eccedere nel consumo se si segue una dieta ipocalorica.

SAGRE

A novembre a Taranto si svolge la "Festa dei Mandarini e del Vino Novello" con numerosi gruppi musicali e danzanti che animano questa manifestazione.

Il cuore di questa sagra è la gastronomia con la presentazione dei "Mandarini di Massafra" la produzione novella dei vini del luogo e dei tanti piatti tipici della regione come le polpette tradizionali, contadine e alle melanzane, i dolci fatti in casa.

A Palagiano sempre in provincia di Taranto si svolge nella prima quindicina di dicembre la "Sagra del Mandarino" ormai alla  ventitreesima edizione.

Allietata da artisti di strada, musicisti e zampognari la manifestazione che si svolge nell'arco di più giorni raggiunge il suo culmine con l'assegnazione del "Mandarino d'oro" al miglior produttore che presente all'interno dell'evento più di altri avrà contribuito alla valorizzazione delle clementine tipici mandarini coltivati in zona.

Inoltre si svolgono i caratteristici Mercatini Natalizi dove in numerosi stand si possono trovare  tanti prodotti tipici di queste zone e naturalmente le famose Clementine i mandarini protagonisti della festa.

Dopo avervi così a lungo parlato di questo agrume così gustoso che un tempo era sulle tavole di molte persone solo nelle festività natalizie e oggi fortunatamente è più diffuso e consumato passiamo adesso alla ricetta.

Ho scelto una ricetta facile e insolita un delicato risottino che come ha incontrato il mio consenso e quello dei commensali che con me l'hanno assaggiato spero che piaccia anche a voi anche se il  suo gusto è un pò particolare.

RISOTTO AL MANDARINO


Ingredienti per due persone

150 gr di riso per  risotti
3 mandarini biologici
15 gr di burro
2 scalogni
brodo vegetale

Lavate con cura i mandarini spremeteli e filtrate il succo per eliminare eventuali semi poi con un coltellino affilato tagliate le scorze a listarelle sottili scartando il bianco e mettetele da parte.

Tritate finemente lo scalogno mettetelo col burro in una pentola e fatelo appassire poi aggiungete il riso e il succo dei mandarini e continuate a mescolare con il cucchiaio di legno sinchè il succo dei mandarini non sia asciugato.

A questo punto aggiungete poco per volta il brodo vegetale bollente e tirate a cottura.

Circa cinque minuti prima della fine della cottura del risotto aggiungete le scorzette di mandarino.

A cottura ultimata dopo aver spento il fuoco lasciate riposare il vostro piatto per pochi minuti prima di servirlo.

Il suo profumo delicato ma intenso incontrerà il favore dei vostri commensali ancora prima di avere assaggiato il piatto.

A questo punto vi lascio al vostro risotto e vado a sbucciarmi una dolce clementina  ma non prima di avervi augurato

BUON APPETITO

mercoledì 18 gennaio 2012

ORTO IN APPARTAMENTO

UNA RADICE  MEDICAMENTOSA UTILE PER AROMATIZZARE I CIBI COLTIVABILE ANCHE IN APPARTAMENTO.


 zenzero con butti già grandini
In questo periodo nei negozi e anche nei supermercati si trovano in vendita delle strane radici irregolari di colore marrone scuro non molto conosciute da noi ma coltivate in Oriente da millenni per  insaporire i cibi e come rimedio medicamentoso.

Si tratta della radice dello zenzero pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Zinziberacee originaria della costa sud occidentale dell'India il cui nome scientifico è Zingiber officinalis Roscoe.

Il suo utilizzo sia come spezia che come panacea per numerosi disturbi fisici viene da lontano.

La sua radice vanta un uso millenario in India e Cina impiegata come spezia alimentare soprattutto nei piatti di carne, come condimento o in salse e per preparare una miscela di aromi chiamata Curry molto usata in India.

Nell'antica Cina  lo zenzero veniva  impiegato per scopo medicamentoso come tonico, lo cita Pen Tsao Ching nel 3000 a.C. nel suo famoso libro di medicina come rimedio contro i raffreddamenti,  la febbre e il tetano.

Sempre in estremo oriente veniva usato dai marinai come un infallibile rimedio contro il mal di mare.

Gli antichi greci lo importavano dalla zona del Mar Rosso lo conoscevano sotto il nome di Zingiberi e lo usavano sia come spezia che come digestivo anche i romani ne facevano lo stesso uso sotto forma di focacce e panini dolci.

Alla caduta dell'Impero Romano sparì anche lo zenzero che fu riscoperto in Cina dai mercanti veneziani    nel 1200 e si diffuse in Europa rimanendo però molto caro a causa della sua rarità.

Nel Medioevo era conosciuto ed apprezzato  sia come un potente rimedio digestivo sia  per conservare e aromatizzare cibi e bevande.

Alla scoperta dell'America da parte di Cristoforo Colombo fra le altre spezie si ricercò anche lo zenzero ma esso non  si conobbe in questo continente  sino al momento in cui gli Inglesi non lo  importarono dall'Inghilterra.

In Inghilterra e nelle colonie americane veniva aggiunto alla birra per creare una bevanda utile contro  la diarrea,  la nausea e il vomito.

Il suo nome Zingiber deriva dall'indiano Zingibil ma la pianta ha numerosi nomi volgari a seconda del paese nel quale viene coltivata.

 rizomi di zenzero
Secondo alcuni etimologisti l'origine del nome Zingiber deriverebbe dall'arabo Zind-schabil, che significa radice.

Questa pianta è nominata persino nel Corano e gli Arabi la conoscevano sin dal 650 d. C.

Narra una leggenda che Santa Ildegarda, badessa ed erborista di Bingen, vissuta nel XI secolo, consigliava di bere un bicchiere di vino con polvere di zenzero addolcito con miele per favorire la vitalità negli anziani e nei convalescenti.

DIFFUSIONE DELLO ZENZERO

 Se anticamente veniva commercializzato solo lo zenzero essiccato oggi che la sua coltivazione si è diffusa in tutti quei paesi che possiedono  un clima tropicale monsonico  è facile  trovare anche da noi le radici fresche di questa pianta.

Il primo  paese del Nuovo Mondo che ha coltivato lo zenzero per poi importarlo in Europa è stata la Giamaica nel 1585.

 polvere di zenzero
Oggi è coltivato in molti stati in Brasile, Messico, Africa, Indonesia, Perù e Tailandia anche se il produttore maggiore rimane l'India che da sola fornisce più del 35% della produzione mondiale.

La Cina è scivolata al secondo posto seguita da Indonesia e Tailandia.

L'uso dello zenzero è diffuso soprattutto in Inghilterra e in Irlanda ma questa radice così gustosa ed utile inizia ad essere apprezzata anche in Italia.

DESCRIZIONE DI QUESTA PIANTA RIZOMATOSA

Quella che indichiamo come radice è in realtà  il rizoma di una pianta erbacea perenne che ha l'aspetto di una canna,  ha portamento eretto e può raggiungere il metro e mezzo di altezza.

Annualmente questa pianta emette direttamente da una porzione del suo rizoma un nuovo stelo lungo e dritto che porta foglie strette a forma di lancia  ed  è così che si espande e si moltiplica tuttavia la sua moltiplicazione avviene anche da seme.

Le foglie sono sempreverdi e disposte a due a due in maniera alternata, lisce e di colore verde lucente se strofinate emettono un aroma simile a quello del limone.

La fioritura è formata da una infiorescenza che assomiglia ad una spiga composta da fiori giallo pallido con macchie violacee che fiorisce nella stagione estiva.

Lo zenzero  ha un ciclo piuttosto lungo fiorisce infatti circa dopo due anni dall'impianto.

Il frutto è una capsula carnosa che contiene i semi.

 piante di zenzero
La radice che è la parte commestibile di questa pianta è un rizoma carnoso strisciante e ramificato con una forma molto irregolare duro e ricco di nodi ha colore marroncino all'esterno ed è giallo  internamente.

Dal rizoma si dipartono piccole radici secondarie.

La sua moltiplicazione avviene per divisione dei cespi prelevando i rizomi dalle piante già a dimora da qualche anno.

Le radici vengono divise in piccole porzioni portanti almeno una gemma e si mettono a dimora in piena terra ove il clima lo consenta oppure in un capiente vaso.

I rizomi abbisognano di un terreno sciolto e fertile  che sia stato  fertilizzato con abbondante letame ben maturo e che sia ben drenato per evitare il marciume dei carnosi rizomi.

La raccolta avviene quando le radici hanno immagazzinato il massimo contenuto di oli essenziali  e questo avviene in gennaio e febbraio.

COLTIVAZIONE DI QUESTA PIANTA TROPICALE

Lo zenzero preferisce i climi tropicali e subtropicali infatti la sua crescita si arresta se le temperature si abbassano al di sotto dei 15 C°.

Cresce anche allo stato selvatico sino ai 1500 mt di altezza.

L'esposizione migliore è quella soleggiata ma questa pianta si sviluppa bene anche in ombra parziale.

Il terreno deve essere sciolto soffice e reso fertile con abbondante apporto di letame ben maturo  questa pianta non gradisce i suoli calcarei e rifugge quelli compatti perchè soggetti a ristagni idrici.

Dove il clima risulta adatto viene coltivata in pieno campo a file negli orti e nei giardini  qui si sviluppa rapidamente e non necessita di molte cure.

Si tolgono solo le erbe infestanti e si provvede all'irrigazione nei periodi di siccità avendo cura di lasciare asciugare bene il terreno fra un intervento e l'altro.

Lo zenzero è una pianta sana poco soggetta a malattie teme solo i ristagni idrici che la rendono soggetta a funghi e a marciumi.

VARIETA'

Lo zenzero è uno stretto parente delle orchidee e comprende un centinaio di specie molte delle quali con fioritura ornamentale.

La specie più vicina allo zenzero officinalis quello che viene usato come pianta commestibile, è l' "alpinia officinalis" della famiglia delle Zingiberacee chiamata col nome volgare di "zenzero cinese".


 zenzero cinese
Questa pianta ha preso il nome dal direttore dell'Orto Botanico di Padova Prospero Alpino morto nel 1616 ed è una pianta perenne di cui si consuma il rizoma molto simile a quello dello zenzero.

Originaria della Cina e di Formosa è oggi coltivata in vari paesi asiatici come il Giappone.

Lo zenzero cinese possiede proprietà stomachiche e carminative del tutto simili a quelle dello zenzero.

Le sue qualità aromatiche pur essendo molto simili risultano più delicate e meno pungenti.

COLTIVAZIONE IN VASO

Se pensate che crescere in vaso questa pianta sia difficoltoso voglio subito rassicurarvi: non lo è.

Vi spiego subito che cosa desidera questa bella pianta che starà bene anche nel salotto di casa vostra perchè molto ornamentale  inoltre potrete prendere pezzi del suo rizoma  che sarà così veramente fresco

Lo zenzero ama un posto riparato, luce solare non diretta, attenzione al riverbero della luce del sole sui vetri delle finestre che potrebbe causare bruciature alle foglie, caldo, umidità e terreno fertile.

Invece non ama le temperature fredde per fredde intendo che scendano sotto i 10 gradi, i venti forti e il terreno non ben drenato.

Il modo più semplice per iniziare la piantagione consiste nel procurarvi un paio di rizomi freschi con gemme ben sviluppate.

 zenzero in vaso
Immergete per una notte i vostri rizomi in acqua tiepida per inturgidirli.

Prendete un vaso  largo e profondo da circa  10 15 litri di ampiezza e mettete sul fondo dell'ottimo materiale drenante, lo vendono nei garden o  nei consorzi.

Il terreno dove pianterete i vostri rizomi dev'essere di ottima qualità molto fertile e soffice non deve seccarsi anche se il suo drenaggio deve essere molto buono.

Potete mescolare dell'ottimo terreno comprato con della sabbia per aumentare il drenaggio.

Il periodo migliore per piantare i rizomi è la primavera perchè è più alta la probabilità di germinazione piantateli  a 5 10 cm di profondità con le gemme verso l'alto al centro del vaso.

Ogni rizoma emetterà prima solo qualche foglia per poi diventare un bel cespo denso ma solo se coglierete pochi rizomi e raramente.

 indicazione delle gemme di zenzero
Naturalmente lo zenzero ha bisogno di umidità quando è in piena crescita e siccome l'aria negli appartamenti è facilmente secca delle nebulizzazioni con uno spruzzino aiuteranno la vostra pianta a crescere verde e rigogliosa.

Attenzione alle innaffiature che siano abbondanti ma distanziate nel tempo e tenete presente che questa pianta entra in un periodo di riposo in inverno , dove bisogna innaffiare poco e soprattutto lasciare bene asciugare il terreno fra un'innaffiatura e l'altra.

Rinvasatelo raramente anche se le radici stanno un pò strette non ne risentono in maniera significativa se volete cambiargli il vaso approfittate del suo periodo di dormienza.

Può essere che nel periodo del riposo le foglie del vostro zenzero ingialliscano ma non dovete preoccuparvi è un fenomeno naturale e se vedete che dal terreno spunta un pezzettino di  radice lignificata quello è il momento migliore di dissotterrarlo lasciando un pezzo di rizoma che ricrescerà nuovamente dopo qualche tempo.

Se invece lo lasciate la pianta si ingrandisce con un nuovo pezzo di radice che vegeterà in primavera.

Per quanto riguarda la concimazione se volete utilizzare il suo rizoma come ingrediente gastronomico casalingo è bene vi asteniate dalla concimazione chimica mentre in primavera  potete concimarlo con stallatico in granuli che gli darà tutto il nutrimento che gli occorre.

 spighe fiorali dello zenzero si notano alcuni
fiori
Difficilmente vedrete fiorire il vostro zenzero ed essendo in vaso non potrete raccogliere frequentemente le sue radici perchè la pianta crescerà più lentamente ma vi godrete la bellezza di questa pianta ornamentale appariscente e con le foglie che appena strofinate emanano un intenso profumo di limone.

Dategli tutta la luminosità possibile e attenzione alle temperature se potete spostate la vostra pianta fuori sul terrazzo quando le temperature stabilmente sui 15 gradi lo permettono, altrimenti vivrà bene anche in appartamento e ai primi cenni di freddo ricoveratela  nuovamente in casa.

Curate particolarmente il drenaggio specie nei  mesi invernali e la vostra pianta di zenzero formerà il vostro orgoglio sia come pollice verde che come cuoca.

CARATTERISTICHE DEL RIZOMA

In commercio troviamo diversi tipi di zenzero a seconda che abbiano o meno la buccia.

Il tipo senza buccia viene chiamato White Ginger (zenzero bianco) ed è prodotto principalmente in Giamaica mentre quello senza buccia viene chiamato Black Ginger (ginger nero) ed è prodotto sopratttutto dalla Cina e dalla Sierra Leone.

In cucina si usa principalmente la radice fresca e la sua polvere essiccata ma anche i suoi germogli e le foglie più tenere vengono adoperate in cucina sia crude che cotte.

In gastronomia per il suo profumo pungente e il suo sapore leggermente piccante viene impiegato per aromatizzare i cibi  si abbina molto bene con la carne specie bianca, il pollame e il pesce serve per aromatizzare salse e creme.

 biscottini natalizi allo zenzero
Trova impiego anche in pasticceria dove viene candito e usato per gustose confetture vi sono dei biscotti natalizi caratteristici allo zenzero, ma si sposa bene con tutti i dolci secchi in genere.

Nei paesi anglosassoni viene impiegato nella birra e per produrre un caratteristico liquore simile alla nostra acqua tonica, il Gingerale una bevanda gassata ed analcolica.

Lo zenzero è molto poco calorico infatti un cucchiaio di zenzero fresco grattugiato apporta solo 4 calorie.

Questa spezia è un esempio d'eccellenza sia come alimento che come pianta medicinale tutto in uno!

Non tutti sanno che questa radice è in grado di guarire numerosi disturbi comuni, qualità che anche la ricerca scientifica ha riconosciuto come vere.

Spicca la sua capacità di migliorare la digestione, attenuare la nausea, alleviare i dolori muscolari e articolari, ridurre la febbre e favorire la guarigione nelle malattie da raffreddamento e  influenzali.

Recentemente ricerche americane hanno evidenziato come questa spezia sia uno dei dieci più importanti alimenti dotati dei più alti livelli di attività anti-cancro.

E' importante sottolineare come svolga questi importanti compiti senza che si manifesti  nessun  effetto collaterale così comune nei farmaci.

Da più di mille anni lo zenzero viene usato in moltissimi paesi non solo come alimento ma soprattutto come  pianta medicinale.

Particolarmente importante e conosciuta sin dall'antichità è la sua azione sul sistema digestivo.

Infatti è stato dimostrato che questa spezia regola l'attività peristaltica cioè il movimento intestinale che favorisce il passaggio del cibo nel tratto intestinale e l'eliminazione degli scarti attraverso le feci.

Inoltre favorisce il benessere intestinale favorendo l'accrescimento della flora batterica benefica e inibendo la nascita dei batteri negativi.

Queste due azioni la rendono utile sia in caso di diarrea che di stipsi.

Molto nota e accertata è la sua potente azione antinausea:  infatti ha la capacità di risolvere la nausea che può comparire in gravidanza senza effetti collaterali, ma anche chi soffre di mal di mare o di mal d'auto ha un valido aiuto ingerendo questa spezia.

Degna di attenzione è la sua potente azione anti-infiammatoria che svolge sia nei riguardi delle infiammazioni ossee che articolari, simile a quella dell'Aspirina ma senza i suoi effetti collaterali.

Inoltre molto importante è quello che hanno evidenziato recenti studi cioè che questa spezia rafforza il muscolo cardiaco e riduce il colesterolo.

Fra le proprietà dello zenzero in polvere e lo zenzero fresco vi è differenza: quello secco in polvere è più adatto per trattare i dolori addominali e la diarrea derivanti da colpi di freddo mentre quello fresco è più indicato per trattare il raffreddore e l'influenza nelle fasi iniziali della malattia calma la tosse e attiva la digestione riscaldando lo stomaco e favorendo le funzioni digestive.

Prima di usufruire delle sue proprietà medicamentose raccomando di rivolgersi ad un medico o ad un erborista che sapranno darvi le esatte dosi che dovete prendere e i vari modi di impiego del rizoma.

 I dolori muscolari e articolari possono venire trattati non solo con decotti a base di zenzero, quindi per via interna, ma anche per via esterna con impacchi o massaggi con l'olio di zenzero.

Questo olio aromatico si ricava per distillazione in corrente di vapore dal rizoma secco pelato o con la  buccia e si ottiene un liquido di color giallo paglierino con un forte profumo speziato.

 sezione di rizoma
In Tailandia l'olio di zenzero entra in molte pomate e impacchi che si possono acquistare abitualmente in questo paese usati per alleviare i dolori articolari,  gli ematomi e gli indolenzimenti muscolari.

Lo zenzero è molto impiegato anche come profumo per la sua fragranza delicata e speziata usata in particolar modo nelle essenze maschili e orientaleggianti.

Questa spezia portentosa è utile per chi vuol dimagrire infatti siccome lo zenzero produce un effetto termogenico ovvero produce calore fa dimagrire purchè venga usato nell'ambito di una dieta equilibrata.

Per usufruire delle sue proprietà dimagranti basta ingerire un pezzettino di radice ogni giorno anche masticandola se il sapore non vi è sgradito.

La radice di zenzero se è fresca si conserva avvolta in un sacchetto per alimenti anche una settimana e più in frigorifero, mentre lo zenzero essiccato o in polvere si ripone in un  contenitore a chiusura ermetica ritirato in un luogo buio e asciutto.

Adesso è giunto il momento di una ricettina ma  per questa radice così utile e  medicamentosa ho deciso di agire in modo leggermente differente dal solito.

Quindi per questa radice così particolare farò un'eccezione: vi darò numerose semplici ricette su alimenti che potrete aromatizzare con lo zenzero ed usare per condimento o per insaporire le vivande.

La prima  ricetta è molto usata nelle Filippine: insaporisce e sala contemporaneamente.

SALE ALLO ZENZERO

Ingredienti

250 gr di sale marino fino integrale

50 gr di radice fresca di zenzero

Pelate lo zenzero e con la mezzaluna fatene dei piccoli pezzetti.

Metteteli in una padella anti aderente mescolando sempre a fiamma bassissima e appena iniziano a rosolare aggiungete il sale continuando la cottura per 3 minuti circa.

Fate raffreddare e conservate il composto in un barattolo a chiusura ermetica e in un luogo fresco e buio.

Questo sale viene usato per insaporire e salare velocemente piatti caldi a base di legumi, cereali, minestre e patate.

Entra anche nell'impasto di focacce e pani

Dalla Turchia arriva quest'altra ricettina:

OLIO ALLO ZENZERO


Ingredienti

500 ml di olio extravergine d'oliva

30 gr di radice di zenzero fresco

Pelate lo zenzero tagliandolo a pezzetti metteteli in una bottiglia scura con l'olio d'oliva facendoli macerare per una settimana.

Almeno due volte al giorno agitate la bottiglia.

Trascorso il tempo della maceratura filtrate e conservate al fresco e al buio.

 L'olio di zenzero si sposa particolarmente bene con i piatti a base di carne e di pesce al forno.

Serve per condire uova e verdure dolci come cipolle, patate o carote e per mantecare e profumare risotti e purè di patate.

Il Messico invece ci regala quest'altra ricettina


MIELE ALLO ZENZERO


Ingredienti 200 gr di miele di agrumi

50 gr di zenzero fresco tritato

Con una spatolina mescolate la polvere di zenzero al miele facendola ben amalgamare.

Si usa per aromatizzare il tè, la cioccolata e i dolci.

Accompagna in agrodolce i formaggi stagionati.

La ricettina che adesso sottopongo alla vostra attenzione viene dall'Europa e più precisamente dalla Germania.

VINO ALLO ZENZERO


Ingredienti

1 litro di vino rosso amabile

20 gr di zenzero fresco

Pelate col pelapatate lo zenzero e tagliatelo in piccoli pezzi che metterete  in infusione nel vino.

Tappate la bottiglia e lasciate a macerare lo zenzero per alcuni giorni.

Trascorso questo tempo filtrate con un colino a maglie fini conservando al fresco e al buio il liquido così ottenuto.

Questo vino può essere usato sia freddo che caldo.

Facendolo bollire con un'eguale quantità di acqua abbiamo una bevanda molto corroborante adatta per il clima freddo.

Invece se viene servito freddo diviene un'ottimo aperitivo.

Se poi volete una ricetta semplice e veloce per condire gli spaghetti tipicamente nostrana provate questa.


SPAGHETTI COL SUGO DI ZENZERO


Ingredienti

200gr di spaghetti

100gr di zenzero fresco grattato

uno spicchio d'aglio

olio extravergine di oliva

Fate cuocere gli spaghetti e mentre li portate a cottura in una padella fate imbiondire in olio extravergine d'oliva uno o due spicchi di aglio schiacciati.

Levateli e mettete lo zenzero fresco date una veloce mescolata e scolate al dente gli spaghetti mettendoli nella padella.

Mantecate portando subito in tavola.

Il profumo di questa esotica spezia vi precederà e questo semplice piatto non sarà dimenticato molto facilmente dai vostri commensali che vi chiederanno la ricetta stupendosi della sua facilità e del suo gradevole ed esotico gusto.

A questo punto non mi resta che augurarvi

BUON APPETITO