venerdì 13 gennaio 2012

PIANTE DA FRUTTO agrumi

PRIMA DI ESSERE UN LIQUORE E' UN AGRUME


Gennaio è il mese durante il quale gli agrumi hanno massima rilevanza complice anche la scarsità di altra frutta fresca nostrana.

Eccovi quindi un altro agrume di nicchia e dopo aver trattato, nel post precedente il bergamotto non potevo non nominare il chinotto che ha così tante similitudini con lui che non si può dire non siano stretti parenti :-)

A molti questo nome fa venire in mente l'omonima bevanda ma prima di essere un liquore il chinotto è una pianta anzi per essere più precisi è un agrume.

Pare che derivi da una mutazione del melangolo o arancio amaro e si pensa che sia stato portato dalla Cina da un navigatore di Savona intorno al 1500.

Anche i Portoghesi vennero a conoscenza di questo agrume che diffusero nella Penisola Iberica mentre i Turchi lo diffondevano in vaste aree della Turchia della Siria e del Mar Nero.

Era così ricercato perchè se ne ricavava un profumo di gran pregio ma era rinomato anche come candito e i suoi frutti acerbi e piccolini detti "chinottini" venivano canditi e mangiati con molto zucchero.

Documenti dell'epoca narrano che questo frutto veniva trasformato in canditi già all'inizio del 1600.

Molti quindi ritengono che sia originario della Cina questo verrebbe attestato anche dal suo nome, in spagnolo è infatti chiamato "arancio amaro di Cina " mentre in francese viene detto " piccolo cinese".

In India i frutti del chinotto vengono considerati  amuleti sono messi vicino ai malati e consegnati a chi sta per intraprendere un viaggio perchè si crede che l'aroma di questo piccolo frutto scacci le malattie e preservi dai pericoli.

Alcuni dicono tuttavia che questo agrume sia originario del Mediterraneo dove si sarebbe sviluppato a seguito di una mutazione gemmaria dell'arancio amaro.

La conoscenza di questa pianta è recente non se ne trova traccia  nè presso i greci nè presso i romani antichi e neppure nel Medio Evo.

DIFFUSIONE

Si sviluppò a partire dall'inizio del 1600 una fiorente industria lungo tutta la riviera del ponente ligure così come in Calabria nella stretta striscia di terra che va da Villa San Giovanni a Gioiosa Jonica si sviluppava nello stesso periodo la rigogliosa coltivazione del bergamotto.

Il chinotto invece aveva trovato il suo microclima ideale nella riviera ligure di Ponente da Varazze a Pietra Ligure nel Savonese.

Sino alla fine del '700 quindi  il chinotto era un agrume diffuso un parecchie aree  del bacino del Mediterraneo.

In Liguria nel 1877 nasce la prima azienda per la trasformazione in canditi dei frutti che ebbe fama nazionale e internazionale: la Silvestre Allemand di proprietà di un francese trasferitosi a Savona dove la produzione di chinotti era maggiore.

Ben presto molte altre aziende sorsero e impiegando le tecniche usate dai francesi affinarono l'arte della canditura ponendo le basi di un'importante tradizione pasticcera.

Era così estesa tale attività che alla fine dell'800 fu fondata a Savona la "Società dei produttori di chinotti" che provvedeva sull'esempio delle altre società agrumarie sia alla coltivazione che alla vendita dei frutti.

Il maggior periodo di produttività del chinotto nel savonese fu quello a cavallo fra i due secoli sino agli anni venti poi iniziò  il declino.

Negli altri suoi areali di coltivazione tale abbandono si ebbe a partire dall'800 sia perchè vennero favoriti altri agrumi che potevano essere mangiati freschi, sia per la difficoltà della sua coltivazione.

Il suo areale oggi è molto ridotto e all'infuori dell'Italia e di alcune sporadiche presenze nella Costa Azzurra non vi sono coltivazioni estese di questo frutto.

Recentemente questa coltivazione è diventata protetta e dal settembre 2004 la coltivazione è entrata a far parte dei presidi Slow Food un' associazione che difende le tradizioni agricole e enogastronomiche in ogni parte del mondo, con l'intento di recuperare e promuovere lo sviluppo di questo agrume così particolare.

Parecchie aziende quindi hanno negli ultimi anni riavviato la produzione di piante e recuperato vecchi chinotteti reimpiantandone di nuovi.

Tutto ciò fa ben sperare di  riuscire a preservare alle generazioni future un frutto caratteristico di questi luoghi che non deve andar perduto.

DESCRIZIONE DI QUESTO CARATTERISTICO AGRUME

La sua famiglia è quella delle Rutacee il genere è quello del Citrus come molti agrumi e il suo nome scientifico è Citrus Myrtifolia dalle sue foglie piccole strette e appuntite che ricordano quelle del mirto.

E' un agrume non molto alto, non supera i tre metri con una chioma molto ramificata.

Unico fra tutti i Citrus il chinotto è privo di spine  ed ha radici fittonanti che si sviluppano in profondità.

Le sue foglie sono piccole, coriacee, lanceolate, di colore verde lucente e ricoprono la pianta tutto l'anno.

 notate i fiori e i frutti insieme
I fiori ermafroditi sono piuttosto piccoli come dimensione, bianchi riuniti in grappoli situati alle estremità dei rami e  fioriscono a metà aprile  anche se una modesta fioritura la si può avere nel periodo autunnale.

La loro principale caratteristica è l'intenso e persistente profumo che spandono nell'aria circostante e che costituisce un ulteriore elemento d'ornamento per questa bella pianta che attira molti insetti impollinatori specialmente api.

 Questi fiori si trasformano in bacche dette anche esperidi che altro non sono che i frutti di questo agrume.

Essi come grossezza possono essere paragonati al mandarino sono sferici ma schiacciati alle due estremità, con  una  buccia molto sottile liscia e profumata.

Sono riuniti in gruppi, il loro colore è l'arancione vivo a maturazione e pesano circa 50 gr l'uno.

La polpa del frutto è formata da 8 o 10 spicchi è apirena ma può anche contenere pochi semi, il suo succo è acido e amaro.

La raccolta della frutta avviene in tre periodi differenti a seconda dell'uso al quale è destinata.

Infatti la si raccoglie immatura a settembre ottobre, semimatura a novembre e a completa maturazione a dicembre.

Il frutto del chinotto ha la particolarità di serbarsi per lungo tempo sull'albero anche per parecchi mesi.

COME SI COLTIVA  QUESTO AGRUME

 chinotto di Savona
Una cosa ve la voglio dir subito per essere chiara: questo è un agrume che vuole esser sì collocato in pieno sole ma anche vuole un clima moderatamente ventilato com'è quello ligure infatti teme l'afa e l'umidità stagnante cosi frequenti ahimè in pianura Padana.

Quindi sole sì  ma anche circolazione di aria certo non vento forte che teme e che fa cascare i frutticini.

Vegeta al meglio se le temperature si mantengono dai 22 ai 30° mentre è a rischio se la temperatura arriva vicino allo 0 o se le escursioni termiche sono troppo pronunciate.

Vuole terreno lavorato in profondità fertile e sciolto, se è sul sabbioso è meglio, lo desidera concimato con sostanze organiche ben mature e leggermente acido.

Questa pianta rifugge i suoli troppo argillosi e compatti che causano asfissia radicale.

Vuole molto concime  ne è avido quindi concimate abbondantemente in autunno e anche in primavera.

Non fategli mancare l'acqua pena la cascola dei frutti irrigate abbondantemente in primavera ed estate ma in genere tutte le volte che vedete il terreno troppo asciutto lasciando passare tempo fra un'annaffiatura e l'altra  di modo che il terreno si asciughi bene.

Piantatelo in autunno mettendo uno strato drenante nella buca profonda circa 60 cm per  lo sgrondo dell'acqua infatti  il chinotto teme i ristagni d'acqua che causano marciumi radicali.

Distanziate le piante di tre metri e  formatele a vaso aperto.

Questa formazione  la si imposta al momento  della messa a dimora e si perfeziona con successive leggere potature da eseguirsi tutti gli anni e che consistono nell'eliminare i rami danneggiati o rotti e nello sfoltire la chioma per arieggiarla.

Tenete presente che il chinotto è un agrume di assai lento accrescimento quindi potate leggero.

L'accrescimento dei rami si verifica in tre periodi: primavera, inizio estate e autunno mentre la fruttificazione avviene sui rami dell'anno precedente.

Per quanto riguarda poi il periodo nel quale dovete eseguire la potatura ricordatevi che nei mesi di febbraio e marzo questa pianta accumula il  massimo contenuto di sostanze di riserva nei rami e nelle foglie quindi è il periodo peggiore per potarla tenendo presente anche che la fruttificazione si avvale delle sostanze di riserva presenti nei rami e nelle foglie della pianta stessa.

Vanno ugualmente evitati i periodi nei quali le temperature si abbassano di molto.

Se il freddo non è troppo pungente potatela a dicembre dopo aver raccolto la frutta e fate spesso una rimonda per levare i rami secchi e danneggiati e per togliere qualche ramo che infittisce troppo la chioma.

Insomma la potatura di questo agrume per essere ottimale abbisogna di più interventi distanziati nel tempo.

Se le piante di chinotto danno produzioni scarse o intermittenti ciò spesso è dovuto ad errate potature fatte ad anni alterni o a febbraio marzo quando questa pianta non andrebbe potata.

Un'operazione importante da eseguirsi in inverno o in primavera prima della fioritura è  la zappettatura che serve ad interrare il concime e spinge le radici superficiali a penetrare più profondamente nel terreno e ad essere così più al riparo dal freddo.

Il chinotto si propaga per innesto a gemma o a marza sul melangolo o sull'arancio amaro e si trapianta a dimora dopo tre  anni dall'innesto.

La pianta entra in produzione dal quarto anno ed è molto longeva non sono rari i casi di chinotti che hanno raggiunto i 100 anni di età.

VARIETA'

 chinotto di Savona acerbo proprietà vivaio
www.agricolapamparino.com
Esistono delle varietà non sempre ben identificabili tra di loro.

Una delle cultivar più conosciute è quella del "Chinotto Piccolo" usata anche a scopo ornamentale che è alta poco più di un metro e mezzo e sviluppa sui pochi rami un'incredibile quantità di fiori e di frutti che la rendono estremamente ornamentale.

Per le sue ridotte dimensioni è quella che sta meglio in vaso.

Poi c'è la varietà "Chinotto Grande"  che è quello comunemente coltivato e di cui ho parlato sinora .

 La cultivar detta "Chinotto di Savona"  è caratteristica per la sua succosità e la buccia più sottile particolarmente apprezzata nei secoli passati per la sua qualità.

Ha le foglie più grandi rispetto alle altre varietà e viene coltivata solo in un ristretto territorio vicino alla città di Savona.

Esiste anche una varietà a foglia crespa e un'altra con foglie piccole.

UN AGRUME PARTICOLARMENTE ADATTO PER LA COLTIVAZIONE IN VASO


Come già annuncia il titolo il chinotto è particolarmente adatto ad essere coltivato in vaso e sul terrazzo o in un patio fa una bellissima figura in tutte le stagioni dell'anno.

Di contenute  misure è sempreverde, carico di fiori e di frutti e spesso se ne trovano in vari stadi di maturazione sulla pianta, insomma un'alberello molto ornamentale.

Inoltre la sua crescita è molto lenta quindi sta bene in vaso senza che il suo ingombro con gli anni diventi eccessivo.

Purtroppo non son tutte rose e fiori per rimanere in tema di giardinaggio :-)

La pianta soffre se le temperature si abbassano e va riparata in serra fredda dove la temperatura anche la minima notturna non scenda sotto i 10 gradi per svernare al meglio.

Attenzione poi al vento forte che la danneggia quindi ponete il vaso in un luogo riparato ad es al riparo di un muro, ma che il luogo dove la ponete sia leggermente ventilato.

Non per nulla il chinotto come il bergamotto suo parente ama il clima di mare.

Infatti l'uno cresce al meglio sulle coste calabre e l'altro, il chinotto, ha il suo areale lungo le coste del ponente ligure dove il clima è asciutto e leggermente ventilato.

Dette queste informazioni generali passiamo al pratico.

Munitevi di un vaso, meglio di terracotta che sia al max di 10 cm superiore come larghezza a quello dove è piantato il vostro agrume, metteteci un buon drenaggio con ghiaia o altro materiale drenante, lo vendono nei garden, poi comprate un ottimo terriccio per agrumi.

In mancanza di questo considerate che il terriccio per questa pianta deve avere le seguenti caratteristiche: sciolto, fertile, poroso e leggermente acido.

Il periodo migliore per procedere al rinvaso è la primavera prima del suo risveglio vegetativo.

Se è stata ricoverata in serra rinvasatela quando  la portate in piena aria ma non subito, lasciate che per una 15dicina di  giorni si abitui al nuovo ambiente prima di rinvasarla.

Attenzione che nel sottovaso non vi siano ristagni d'acqua che per capillarità potrebbero risalire facendo marcire le radici quindi quando la bagnate togliete l'acqua dal sottovaso.

In primavera guardate bene la vostra pianta e ogni anno procedete ad una leggera rimonda togliendo i rami danneggiati secchi o mal posizionati ma in ogni caso potate poco anche perchè il chinotto in vaso non è che abbia tanti rami.

Per quanto riguarda la concimazione il chinotto è pianta esigente anche perchè si sfrutta molto portando sempre e in abbondanza o fiori o frutti.

Quindi in primavera  verso marzo concimate con concime organico, lo vendono nei garden, poi all'allegagione dei frutticini concimate con apposito concime per agrumi, per le dosi attenetevi alla confezione, infine date altro concime a metà-fine settembre quando il gran caldo è andato scemando.

Una nota dolente è l'annaffiatura e qui davvero dovete essere un poco esperti perchè il chinotto vuole si parecchia acqua che serve per sostenere i fiori e inturgidire i frutti, ma teme il marciume radicale favorito da ristagni d'acqua e da eccessiva innaffiatura.

Quindi quando innaffiate fatelo in abbondanza curando molto lo sgrondo dell'acqua poi sinchè il terreno non è asciutto non innaffiate più.

Indicativamente annaffiate ogni 4 o 5  giorni nei periodi caldi e ogni 10 giorni e oltre d'inverno.

Queste sono però indicazioni molto relative occorre vediate se il terreno è secco o no e qui vi verrà in aiuto l'osservazione e l'esperienza.

Trattato con tutte queste cure il vostro chinotto prospererà e vi regalerà ogni anno la sua profumata fioritura e la sua appariscente fruttificazione.

Guardatelo spesso, ammiratelo e siate accorti nel cogliere il minimo segno di disagio per porvi prontamente rimedio.

La difficoltà con questo alberello è di riuscire a mantenerlo nel tempo anno dopo anno perchè divenga un esemplare sempre più bello e amato.

Se avete dei bimbi questo è un agrume che potete permettervi senza preoccupazioni siccome non ha spine non potrà far del male ai vostri piccoli.

Inoltre essendo una pianta molto longeva supera tranquillamente i 70 anni, se riuscite a conservarla potranno godersela i vostri figli e anche i nipoti.

CARATTERISTICHE DEL FRUTTO

Il frutto del chinotto è ricco di vitamina C , di beta-carotene  che ha un'azione anti ossidante ed è così  utile per la protezione della vista, per la protezione  delle mucose della bocca e aiuta a mantenere la pelle liscia ed elastica.

Inoltre nel suo succo è presente la naringina che gli conferisce il sapore amarognolo.

Questa sostanza contrasta i radicali liberi ed esplica un'azione anti-ossidante e anti-infiammatoria.

Il frutto non è consumato fresco per  il suo sapore aspro e acido ma diventa delizioso con la trasformazione dolciaria.

In molti caffè della riviera francese e italiana un tempo si poteva trovare sul banco di vendita un recipiente  pieno di piccoli agrumi verdi immersi nel Maraschino.

Erano chinotti di Savona famosi e unici per qualità e aroma, ottimi come digestivo.

Erano una delizia dolce-amara per palati da veri intenditori.

Questa delizia così comune sino agli anni 20 e così ricercata da essere importata anche all'estero specialmente in America, Francia e Inghilterra, andò via via scemando quando ottuse politiche economiche e un'insolito susseguirsi di forti gelate depauperarono le coltivazioni di chinotto i famosi chinotteti.

Oggi ne sopravvivono solo poche coltivazioni e solo  una manciata di aziende capitanate dalla storica azienda la "Augusto Vincenzo Besio" la cui nascita risale al 1902 compra e trasforma i chinotti.

Una delle ragioni dell'abbandono di questa produzione  risiede nella lunghezza e difficoltà del processo di lavorazione che questo frutto richiede.

Un tempo per dei mesi, i chinotti rimanevano in una salamoia formata da acqua di mare per levar loro l'amaro, ma non bastava.

 chinotto al Maraschino
Dopo questo periodo occorreva lavarli e tornirli a mano per togliere  un sottile strato di buccia cerosa di pochi mm che conteneva gli  aromi più amari.

In seguito i chinotti venivano conciati con successive bolliture in sciroppi dolci di concentrazione crescente e infine posti nel liquore o canditi.

La lunghezza e la difficoltà di questa lavorazione scarsamente remunerata ha fatto abbandonare questo prodotto singolare ricco di storia e di tradizione.

Il Comune di Savona coadiuvato dai presidi Slow Food che tutelano questo agrume e i suoi prodotti sta facendo del suo meglio per rilanciare questa pianta  così particolare e le tradizioni  ad essa legate con particolare attenzione alla canditura.

Con i frutti del chinotto si può ricavare anche un'ottima marmellata dal sapore dolce amaro e dall'intenso profumo o con il loro estratto profumate caramelle.

Dal connubio tra il chinotto di Savona lo zucchero e l'essenza di senape nasce una delicata mostarda  ideale per accompagnare carni e formaggi stagionati.

Il chinotto è famoso per il liquore che da lui deriva e che ha preso il suo nome: il chinotto appunto.

Il documento più antico della bibita chiamata chinotto la fanno risalire all'anno 1932 ad opera della ditta San Pellegrino anche se un'altra ditta nel 1949 quella del signor Pietro Neri iniziò a produrre chinotto che ebbe una vasta diffusione per tutta la penisola specie negli anni dell'immediato dopoguerra.

Si può quindi affermare che Signor Neri per primo abbia pubblicizzato la bibita di chinotto facendo uso di spazi pubblicitari.

 logo chinotto Neri
Il chinotto bibita ha una composizione segreta e nessun produttore l' ha spiegata chiaramente ma si configura come una bevanda gassata classica composta da acqua, anidride carbonica, zucchero ed estratti di chinotto.

Vi è poi un caratteristico liquore che si produce nella zona di Savona: è il liquore a base di chinotto di Savona prodotto con le scorze del frutto del chinotto coltivato nel savonese e che ha marchio registrato.

E' un liquore dal profumo intenso tipico del frutto dal quale deriva, amabile al palato con un retrogusto leggermente amarognolo e altamente digestivo.

Va servito freddo ed è eccezionale come aperitivo e a fine pasto.

Vi è anche una grappa al chinotto dove l'infusione dei chinotti migliori nella grappa dà origine ad un'aromatica grappa dal sapore intenso e unico.

Dai fiori, dalle foglie e dalle scorze dei frutti viene estratto un olio utilizzato in profumeria.

Dopo aver parlato di tutte queste squisitezze non mi resta che spiegare la ricettina che ha come protagonista questo raro e aromatico agrume.

Se vi piacciono le marmellate fatte con gli agrumi e se non amate le marmellate troppo dolci questa è quella che fa per voi.

MARMELLATA CON I FRUTTI DI CHINOTTO


 Per un kg di  chinotti ben maturi

 Lavate con cura i chinotti e metteteli in una pentola con acqua fredda, fate prendere il bollore per 20 minuti poi scolateli e buttare l'acqua.

Mettete  altra acqua nella pentola e fate bollire per altri 20 minuti buttate nuovamente l'acqua dopo aver scolato i chinotti.

Rimetteteli in altra acqua e fate bollire per altri 20 minuti poi spegnete il fuoco tirate su i chinotti conservando l'acqua.

Prendete i chinottini molli e acquosi e passateli col passaverdure, prima con quello grosso poi col fine otterrete un bel purè di chinotto profumato e di color arancio,i semini e i filamenti devono rimanere nel passaverdura.

Pesatelo aggiungendo tanto zucchero quanto è il suo peso aggiungendo circa un litro dell'acqua di cottura tenuta da parte e mettete sul fuoco più basso che potete.

Muniti di cucchiaio di legno per 15 minuti continuate a mescolare la marmellata e se la volete più solida mescolate per qualche minuto in più.

Attenzione al fuoco che dev'essere bassissimo perchè non si attacchi e soprattutto perchè non schizzi e gli schizzi sono bollenti!

Se non vi fidate mettetevi un guanto da forno.

Quando è pronta versatela bollente nei vasetti a chiusura ermetica precedentemente preparati chiudete e capovolgete subito il barattolo perchè si sterilizzi bene.

Quando si è raffreddata rigirateli e sentirete un rumore...si è creato il sottovuoto che conserverà la marmellata.

Questa è una marmellata che conserva l'amarognolo del frutto ottima col pane raffermo ma anche col formaggio stagionato.

Un pochino più liquida serve per guarnire e profumare le crostate.

Parlando di tutte queste prelibatezze mi è venuta fame vado a gustarmi un poco di marmellata di agrumi, non l'ho di chinotto ma  vi consiglio di farla o di comprarla ha un gusto molto aromatico e particolare.

Non mi resta quindi che augurarvi

BUON APPETITO


PS. Mi sono dimenticata di dirvi e mi scuso qui pubblicamente con i titolari, che le foto del chinotto di Savona e i prodotti della linea "SENSU" sono di proprietà della Pamparino Grenn &Parking di cui volentieri posto qui sia l'indirizzo del vivaio
www.agricolapamparino.com
Via Caprazoppa 36 17024 Finale Ligure
Tel 019695581
che quello dove vengono commercializzati i prodotti
negozio Via Nicotera 16
Finalborgo SAVONA
aggiungendo che quando questa neve e questo freddo caleranno verrò di persona per comprare qualche pianta dal vivaio e per assaggiare simili rare golosità

2 commenti:

  1. Intantograzie per essere passata dal mio blognido...mi piacerebbe un sacco poter coltivare un po' più agrumi, ma il clima qui in Veneto non è certo molto adatto...comunque prossimo acquisto sarà il mandarino cinese!!!! Un abbracciotto e torna a trovarmi!!!

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  2. Trovo che il chinotto sio estremamente decorativo... Da quando ho messo un alberello in vaso sul mio terrazzino, è diventato la maggiore attrazione di tutti quelli che vengono a trovarmi. Se ti fa piacere, qui ci sono le foto che ho fatto di recente.
    http://delizieingiardino.wordpress.com/2012/01/09/coltivate-il-sole-in-inverno-chinotto-e-viole-del-pensiero/

    A presto,
    Alfonsina

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