domenica 27 maggio 2012

PICCOLI FRUTTI

C'E' NOSTRANO E C'E' SIBERIANO

Prima che l'umanità diventasse stanziale e iniziasse a coltivare quando ancora era vestita con le pelli degli animali uccisi già si cibava delle bacche di arbusti selvatici per integrare la sua dieta.

Mi piace pensare che mentre gli uomini andavano a caccia le donne si dedicassero a trovare e a raccogliere le bacche dei mirtilli così importanti per tutta la tribù.

Questo avveniva circa 10.000 anni fa sia nelle gelide lande della Siberia che nelle foreste del Nord America dove i nativi americani raccoglievano e si cibavano di questo piccolo frutto.

Anche nell' Europa settentrionale il mirtillo nasceva spontaneo ed era conosciuto da quelle antiche popolazioni mentre i Galli e i Celti con il succo del mirtillo tingevano  anche le stoffe.

Già da migliaia di anni le popolazioni native del territorio del nord-ovest degli Stati Uniti avevano incorporato il mirtillo nella loro dieta e riuscivano persino a conservarlo per l'inverno con l'essiccazione.

Era un'importante pianta usata anche per scopi medicinali, il suo succo veniva impiegato per calmare la tosse e un tè fatto con le sue foglie contribuiva alla purificazione del sangue.

I romani conoscevano bene questo arbusto e non solo ne consumavano le bacche ma tingevano con il suo succo le tuniche degli schiavi.

Plinio e Virgilio parlano dei mirtilli,al tempo dei Romani la pianta e le sue bacche  erano usate sia dal punto di vista culinario sia come medicina.

I Greci antichi tenevano queste bacche in gran conto il botanico, farmacista e medico greco Discoride Pedanio nel I secolo dopo Cristo raccomanda le bacche di questo arbusto come cura contro la dissenteria.

Nel Medioevo le bacche dei mirtilli venivano usate a scopo medicinale  e si attribuivano loro proprietà astringenti, toniche e depurative.

I mirtilli americani erano tenuti in grande considerazione dai nativi  perchè  avevano notato che il fiore del mirtillo forma con i suoi petali una specie di stella a cinque punti.

Si credeva che il "Grande Spirito" avesse inviato questi fiori così particolari e quindi i relativi frutti, per alleviare la fame dei bambini durante una carestia.

Quando i primi coloni dall'Europa arrivarono in America notarono queste bacche così simili ai mirtilli europei e iniziarono a utilizzarli seguendo l'esempio dei nativi americani.

Ancor oggi per consuetudine in America nel giorno del "Ringraziamento" le gustose bacche del mirtillo   accompagnano il tradizionale tacchino arrosto sotto forma di una  caratteristica salsa.

In Europa invece è tradizione molto antica celebrare in Irlanda e in Scozia la "domenica del mirtillo" dove uomini donne e bambini percorrono i boschi per raccogliere le bacche di questa pianta che serviranno per preparare confetture, crostate e sciroppi.

DIFFUSIONE DI QUESTO ARBUSTO

La pianta del mirtillo nelle sue differenti varietà selvatiche cresce in molte parti del mondo   vive in Europa, Asia e America del Nord.

All'inizio del 1900 il Dr. Frederick Vernon Coville un botanico che ricoprì importanti incarichi negli Stati Uniti, si occupò di migliorare il mirtillo selvatico per permettere un migliore utilizzo commerciale di questa pianta.

Con la collaborazione di Elizabeth White riusci a creare il prototipo del mirtillo gigante americano con bacche grandi e succose le cui varietà sono ancor oggi sul mercato.

Questa selezione fra le varietà selvatiche e le varietà che via via si andavano formando continuò per decenni con lo scopo di identificare e migliorare le caratteristiche più desiderabili commercialmente.

 Si è quindi riusciti ad ottenere bacche grandi di intenso colore, succose e con un delizioso sapore, ottime sia per consumo fresco che per l'industria conserviera.

Il Nord America è il principale produttore di mirtilli al mondo con quasi il 90% della produzione mondiale seguito dal Canada, questi due stati non solo sono i maggiori produttori di mirtilli ma sono anche i maggiori consumatori di questo piccolo frutto.

La coltivazione di questa pianta si è estesa anche in Sud America, Australia, Nuova Zelanda e Europa.

La raccolta di questa bacca  nel Nord America  ha il suo picco in luglio che per questo motivo è  chiamato il mese nazionale del mirtillo e a seconda delle cultivar e delle zone si protrae da  maggio ad inizio ottobre.

La richiesta di questo gustoso frutto è in aumento con il Giappone forte importatore ma anche altri paesi richiedono in misura sempre maggiore questo prodotto sia fresco che conservato.

Circa il 50% di tutta la produzione di mirtilli è dedicata al mercato della frutta fresca mentre l'altra metà viene conservata sotto forma di succhi, di marmellate, di sciroppi oppure surgelata.

Anche in Europa la richiesta di questo gustoso frutto è in aumento specialmente per quanto riguarda la domanda dell'industria conserviera.

La Spagna sta impiantando moltissimo, seguita dalla Francia, dalla Germania e dalla Polonia mentre in Asia la Cina si avvia a diventare uno dei grandi paesi produttori di questa gustosa bacca insieme a Perù, Argentina e Cile.

Secondo quanto riportato in una recente intervista a Jim Roberts, vicepresidente alle vendite di un'importante azienda statunitense specializzata nella produzione e commercializzazione dei piccoli frutti, la produzione internazionale del mirtillo se continuerà questo trend è destinata a raddoppiare nel giro di cinque anni.

Anche nel nostro paese  la coltivazione del mirtillo gigante americano si è ulteriormente sviluppata e  accanto al carattere familiare ed amatoriale che aveva avuto sinora si è introdotta la coltivazione intensiva specialmente nelle regioni del Piemonte, del Trentino Alto Adige e della Lombardia.

Questa coltura ha quindi ampi margini di espansione e di commercializzazione in quanto l'Italia importa soprattutto dai Paesi della Comunità europea fra cui Francia, Germania e Austria.

DESCRIZIONE DI QUESTO GRAZIOSO ARBUSTO

Il mirtillo appartiene alla famiglia delle Ericacee e il suo genere Vaccinium comprende circa 130 specie.
 mirtillo selvatico

Il suo nome scientifico Vaccinium deriva dal termine latino "baccinium" e indica la natura dei frutti a bacca prodotti da questi graziosi arbusti.

Il mirtillo selvatico è un piccolo arbusto tipico delle zone di montagna che cresce ad una altitudine compresa fra i 500 e i 2000 metri, il suo nome botanico completo è Vaccinium myrtillus L. il nome myrtillus deriva da mirto una pianta alla quale il mirtillo assomiglia.

Viene chiamato anche col nome popolare di mirtillo nero ma ne esiste un'altra varietà chiamata mirtillo rosso popolare e commercializzata in Germania.

COLTIVAZIONE DEL MIRTILLO AMERICANO E SIBERIANO

La coltivazione delle specie selvatiche europee ho poche possibilità di diventare economicamente conveniente mentre la coltivazione del mirtillo di origine nordamericana presenta un interesse maggiore.

Queste cultivar selezionate posseggono frutti più grandi delle varietà  selvatiche quindi danno una maggiore produzione.

Possono raggiungere un'altezza di 4 metri e non abbisognano di sostegni.


Il mirtillo americano si adatta ad essere coltivato in montagna e in collina resiste bene alle basse temperature ma ha fabbisogno di freddo invernale.

Esigente per quanto riguarda il terreno lo vuole acido, per potersi sviluppare al meglio  è necessario che abbia un'acidità intorno al 5,5  inoltre occorre che sia sciolto e ricco di sostanza organica.

Per quanto concerne la concimazione eseguire una concimazione con solfato potassico o ammonico che apportano entrambi acidità al terreno avendo cura di distribuire questo concime a circa 15-20 cm dalla pianta  facendo attenzione a non entrare in contatto con le radici.

Nell'Italia settentrionale l'epoca più propizia per realizzare l'impianto di un mirtilleto è a fine inverno con un sesto d'impianto 2,5 x 2,5.

L'irrigazione è necessaria soprattutto nel periodo primaverile estivo con sistemi a pioggia o a goccia per diminuire la cascola e aumentare la produzione delle bacche.

La potatura si limita all'eliminazione dei rami deboli malati o danneggiati nei primi 3 anni poi quando la pianta è in produzione va eseguita in maniera leggera per aumentare la pezzatura delle bacche e contenere un'eccessiva produzione tenendo presente che il mirtillo produce sui rami di un anno.

La potatura si effettua a fine inverno eseguendo diradamenti e accorciamenti dei rami che presentano gemme troppo numerose.

La piena produzione del mirtilleto si situa fra il sesto e il decimo anno arrivando a produrre  dai 1,5 ai 3 kg per pianta.

I frutti vengono raccolti a mano, messi in appositi contenitori per non danneggiarli e subito avviati alla vendita o alla conservazione in quanto molto delicati.

In America la maggior parte della produzione viene raccolta con apposite macchine.

Passiamo adesso alla descrizione e coltivazione del mirtillo siberiano che sconosciuto da noi sino a non molto tempo fa è stato recentemente immesso sul mercato.

Appartiene alla famiglia delle Caprifoliacee   il suo nome scientifico è Lonicera caerulia Kamtschatica  e le sue origini sono siberiane.

Da sempre conosciuto dalle popolazioni locali e dal Giappone è una recente novità qui da noi ma presenta numerose qualità che fanno ben sperare  nella sua diffusione anche nel nostro paese.

E' un arbusto  assai longevo a foglia caduca di modeste dimensioni molto rustico per quanto riguarda la temperatura sopporta i geli siberiani che possono arrivare sino a -30!.

I suoi fiori campanulati sbocciano in primavera e non hanno problemi di allegagione anche con temperature sotto lo 0 per un'abbondante fruttificazione si consiglia l'acquisto di più piante possibilmente di differenti varietà.

Il frutto simile a quello del mirtillo comune si presenta come una bacca con buccia liscia e sottile di forma più stretta e allungata, di colore bluastro che nei nostri climi matura dalla metà di maggio alla metà di giugno.
 fiori mirtillo siberiano

La bacca del mirtillo siberiano ha la particolarità di avere  la sua buccia che a seconda delle varietà può essere più o meno coperta da un rivestimento ceroso che è del tutto naturale e che fa parte della natura di questo frutto.

I semi contenuti nella sua polpa sono piccoli, radi assomigliano a quelli del pomodoro e non vengono avvertiti quando si gusta il frutto.

E' uno dei primi frutti a giungere a maturazione e questo fatto lo rende una specie interessante dal punto di vista commerciale anche se è ancora poco conosciuto nel nostro paese.

La pianta  comincia a produrre l'anno dopo l'impianto e prosegue per molti anni aumentando man mano la sua produzione  quindi  è un arbusto precoce e questo è un altro punto che depone a suo favore.

I frutti si formano sui rami di uno o due anni e una pianta in piena produzione  può avere una  resa che giunge sino a 5/6 kg.

Il mirtillo siberiano è più adattabile come terreno del mirtillo americano anche se preferisce terreno fresco umoso e subacido come il suo omonimo americano.

La distanza di piantagione dovrebbe essere di circa un metro fra pianta e pianta e di circa 3 metri fra le varie file.

 mirtillo siberiano
Il periodo migliore per la piantagione è l'inizio della primavera.

Occorre fare attenzione ai rami di questa pianta più fragili di quelli di altri cespugli spesso conviene sostenerli e guidarli con dei tutori che andranno tolti quando la pianta sarà adulta.

Conviene concimare il terreno con  del concime organico ben maturo prima dell'impianto da ripetersi  ogni primavera dopo la raccolta dei frutti possiamo dare una concimazione minerale ternaria questo fa si che la pianta si irrobustisca e si prevenga una precoce caduta del fogliame.

Evitare alle giovani piante stress idrici nei primi due o tre anni dall'impianto è importante per il loro sviluppo ottimale.

Quando poi saranno più adulte e avranno sviluppato un buon apparato radicale le innaffiature assidue non saranno più necessarie anche se per un'ottimale fruttificazione è sempre bene innaffiare quando il terreno è arido.

La potatura del mirtillo siberiano non si presenta difficile è sufficiente eliminare  alcuni rami vecchi lasciando un buon numero di rami giovani, dove si avrà la maggior parte della fruttificazione, proporzionata alla grandezza della pianta.

Praticamente quando le piante raggiungono l'altezza di circa un metro è necessaria una potatura di diradamento ciò si ottiene rimuovendo alla loro base alcuni dei rami più vecchi interni al cespuglio.

L'epoca migliore per potare è  la fine dell'inverno o l'inizio della primavera prima della ripresa vegetativa.

Il mirtillo siberiano si può  propagare da seme oppure per talea semilegnosa da  effettuarsi durante l'estate mentre talee legnose possono essere prelevate nel tardo autunno dopo la caduta delle foglie.

Le talee legnose dopo aver svernato alla ripresa vegetativa vanno rinvasate individualmente in un contenitore dove trascorreranno un anno o più prima di essere messe in viva terra.

I semi raccolti alla piena maturazione del frutto e liberati dalla polpa vanno seminati in semenzaio dove germinano con facilità se si ha l'accortezza di mantenere il recipiente da semina umido e caldo.

Questa pianta recentemente importata  a oggi non conosce qui da noi parassiti animali e fungini e quindi non richiede trattamenti parassitari.

La sua frutta è del tutto naturale e questo è forse il suo pregio più grande.

VARIETA'

Le varietà di mirtilli giganti americane sono numerose e si distinguono in varietà a maturazione precoce dal 20 di giugno al 10 di luglio, cultivar a maturazione media dal 20 luglio al 10 agosto e varietà a maturazione tardiva dal 20 agosto al 10 di settembre.

 varietà "Duke"
Una varietà di mirtillo precoce con frutti molto grossi adatto sia per il consumo fresco che per far conserve e marmellate e la varietà "Duke".

Questa pianta che resiste bene al gelo invernale  è di medio vigore con portamento eretto e non è molto pollonifera.

I frutti sono ben distribuiti sulla pianta stessa e la sua produttività è molto elevata.

 Il suo principale difetto è dato dal fatto che i suoi frutti hanno una durata di conservazione più breve rispetto a quella delle altre cultivar.

Una varietà autofertile con fioritura intermedia è la cultivar "Bluecrop".

La pianta è vigorosa con portamento eretto, lunghe ramificazioni ed è mediamente pollonifera.

E' molto diffusa per la notevole adattabilità ambientale, l'elevata produttività e la grossa pezzatura dei suoi frutti.

Ha una buona resistenza al freddo ma soffre per la mancanza di acqua a causa del suo apparato radicale molto superficiale.

Un'altra ottima varietà  con fioritura intermedia e la "Goldtraube" che fiorisce abbondantemente con fiori campanulati di colore bianco rosato belli e appariscenti che in primavera rendono questo arbusto molto ornamentale.

Alla fioritura segue in estate un'abbondante fruttificazione con frutti di grossa pezzatura ed ottimo sapore ideali per la surgelazione perchè mantengono il loro gustoso sapore molto bene anche se conservati.

La pianta è vigorosa con portamento eretto e foglie seghettate che in autunno assumono belle sfumature  color rossastro, arancio e giallo-oro prima di cadere.

Questa robusta ed affidabile varietà  risulta molto bella anche in un capace contenitore  dove forma  un punto di attrazione per diversi mesi l'anno: in primavera per la sua fioritura, in estate per la maturazione delle sue numerose bacche bluastre e in autunno per la bellezza del suo fogliame.

varietà Eliott 
Passo ad illustrarvi una varietà tardiva la cultivar "Eliott"che fiorisce a maggio con epoca di raccolta che si situa a fine agosto prima  quindicina di settembre.

Molto resistente ai rigori invernali grazie alla sua fioritura tardiva non teme i ritorni di freddo che   danneggiando la fioritura ne pregiudicano la fruttificazione.

La pianta autofertile è medio vigorosa con portamento eretto e con una buona emissione di polloni.

Il frutto è di media pezzatura con buona conservabilità e apprezzabile gusto.

Queste sono solo un piccolo campione delle numerosissime cultivar dei mirtilli americani e anche al giorno d'oggi altre ne vengono prodotte e testate.

Il mercato  del mirtillo americano è in crescita quindi vi è molto interesse a produrre nuove varietà sempre più produttive con qualità organolettiche e di conservabilità sempre migliori.

Per quanto riguarda il mirtillo siberiano anch'esso si divide in numerose cultivar ma essendo una pianta che è arrivata da noi recentemente non è ben conosciuta come il mirtillo americano e ancor  meno sono note le sue varietà.

Non le cito qui perchè non vorrei dire delle inesattezze tutte le informazioni che vi passo o sono frutto della mia esperienza personale oppure le verifico con cura.

Ho preso da pochi mesi due piante di mirtillo siberiano di cui purtroppo non hanno saputo dirmi la cultivar.

Mi riservo di approfondire le informazioni su questa pianta in un video dove vedrete la sua bellezza.

COLTIVAZIONE IN VASO

Non è affatto difficile coltivare in vaso questo arbusto anzi con terreno adatto vi darà grosse soddisfazioni.

 colorazione autunnale del fogliame
Consiglio di comprare i mirtilli americani o siberiani non le varietà selvatiche che hanno scarsa fruttificazione ed è bene rimangano in natura.

Se acquisterete una di queste piante avrete una fioritura primaverile e gustose bacche estive, inoltre in autunno prima di cadere le sue foglie si ammanteranno di sfumature che vanno dal bronzo al marrone molto appariscenti e ornamentali.

Quindi se possedete un terrazzo piuttosto capiente comprate alcune piantine di mirtillo, non una sola perchè l'impollinazione sarebbe scarsa e quindi  la fruttificazione compromessa, ve ne servono almeno due.

Tenete presente che le piante di mirtillo per fruttificare abbisognano di un periodo di freddo, non per nulla sono piante che  sono originarie di ambienti montani, almeno 300 ore di freddo per le cultivar meno esigenti ma in genere abbisognano di 600/700 ore di freddo cioè la temperatura deve essere almeno di 7° C. sopra lo 0  ma se è più rigida è meglio.

Compratele in primavera quando avranno davanti a loro tutta la bella stagione per acclimatarsi al meglio.

Il vaso sia sufficientemente ampio per contenere un arbusto che può raggiungere anche se è in un contenitore i due metri e oltre quindi tenere conto che occorrerà munirsi di un recipiente di almeno 40 cm di diametro.

Tuttavia è buona norma non rinvasare le piante comprate in un vaso che sia di diametro superiore ai 10 cm rispetto a quello che le contiene al momento dell'acquisto.

Dovrete munirlo di un buon drenaggio e soprattutto di terreno per acidofile perchè le piante di mirtillo vogliono terreno acido quindi dovrete trattarle come piante acidofile.

Il valore ottimale di acidità per questi arbusti è compreso fra i valori di 4,5 e 5,5 quindi guardate i valori di acidità del terreno che intendete comprare.

Per quanto riguarda il mirtillo siberiano valgono le stesse raccomandazioni che vi ho fatto per il suo cugino americano.

La resistenza al freddo è maggiore e l'esigenza di terreno acido si dice sia più ridotta ma se lo tratterete come il mirtillo americano non sbaglierete.

Attenzione ai suoi rami che sono più fragili e vanno sostenuti quindi posizionate il suo vaso in un punto riparato dove il sole non batta troppo forte o dove possa godere dell'ombra di altre piante.

Questo accorgimento vale anche per il mirtillo americano entrambi non sono arbusti amanti del sole  intenso prediligono posizioni in semi-ombra.

La potatura, che va fatta in primavera prima del risveglio della vegetazione, sia contenuta eliminate solo i rami danneggiati o malati limitandovi a togliere qualche vecchia branchia  per arieggiare l'interno dell'arbusto.

Per quanto riguarda la concimazione concimatelo con un buon concime minerale completo da darsi in primavera  mentre in autunno arricchite il terreno con torba acida  evitando i concimi organici che in vaso potrebbero alterarne l'acidità.

Le radici del mirtillo sono superficiali e fragili quindi è importante irrigare questa pianta adeguatamente e non farle mai mancare l'acqua, consigliata  la paccimatura  che trattiene l'umidità e impedisce alla superficie del terreno di indurirsi.

Ottimo paccimare con le scaglie del legno di pino che favoriscono l'acidità del terreno.

Se avrete la pazienza di mettere in opera questi accorgimenti vi godrete a lungo le vostre piante di mirtillo e con i loro gustosi frutti potrete fare ottime e salutari macedonie e marmellate.

CARATTERISTICHE DI QUESTO PICCOLO FRUTTO

Le caratteristiche organolettiche di questo frutto sono particolarmente importanti e preziose stupisce come una bacca così piccola possa avere così tante sostanze utili per il nostro organismo.

Il colore viola di questo frutto è dato dall'abbondanza di antocinine antiossidanti che rendono i capillari più forti ed elastici e hanno un benefico effetto sul cervello migliorando la memoria.

Proprio per questa sua azione  di rafforzamento  dei capillari il mirtillo rafforza la vista aumentando la velocità di rigenerazione delle cellule della retina e dando perciò una migliore visuale anche notturna.

Questo piccolo frutto è ricco di acidi benefici in particolare l'acido citrico che protegge le cellule, l'acido folico ovvero la vitamina B9 importantissima perchè non viene prodotta dal nostro organismo ma è necessario introdurla con il cibo per la produzione di globuli rossi e per prevenire forme di anemia.

Contiene le vitamine C e A e numerosi minerali potassio, calcio e fosforo inoltre contiene zuccheri, tannini e pectina e ha proprietà astringenti.

I mirtilli sono anche un antibiotico naturale utile contro le forme diarroiche e le infezioni dell'apparato renale e urinario per queste sue proprietà sono utili nella prevenzione e nella lotta contro le cistiti.

Inoltre contribuiscono a decongestionare e a normalizzare le funzioni dell'intestino soprattutto del colon.

Ricchi di sostanze antiossidanti questi frutti benefici sono uno dei dieci prodotti leader che hanno la proprietà di prolungare la vita delle cellule ritardando l'invecchiamento.

Abbiamo tutto da guadagnare  nel consumare questi frutti non solo per la loro bontà ma per le loro numerose qualità organolettiche che li situano fra i piccoli frutti più benefici.

                                        SAGRE

La prima settimana di agosto a Rasura in Valgerola in Valtellina nella provincia di Sondrio si svolgerà la "Sagra del mirtillo" giunta alla sua quattordicesima edizione.

Saranno quattro giornate di festa con sport, cultura, musica e piatti originali  che hanno naturalmente come protagonista il festeggiato cioè il mirtillo.

Cene e musica allieteranno questi 4 giorni, la sera vi sarà la possibilità di scatenarsi nel ballo con musiche di ottime orchestre.

La domenica, l'ultimo giorno della manifestazione, verrà allestito un mercatino dell'artiginato e una mostra dedicata ai vecchi mestieri.

La manifestazione è incentrata sull'abilità e l'inventiva culinaria dei cuochi della pro-loco che sono riusciti ad unire la tradizione con ricette gustose e innovative tutte a base di mirtilli.

Con queste ricette sono riusciti a prendere per la gola nelle passate edizioni migliaia di visitatori e certamente non saranno da meno anche in quelle che verranno.

I dolci al mirtillo fanno  la  parte del leone: tante e tutte molto gustose le immancabili torte ma particolare si rivela la " mascherpa" tipica ricotta della zona trattata con zucchero e marmellata di mirtillo e la "spultiscia" macedonia a base di mirtilli, zucchero , limone e poco vino.

L'associazione " De gustibus" promuoverà  la degustazione di prodotti tipici della zona come gli affettati e i formaggi dell'alpe.

Una manifestazione festosa e gioiosa che avrà anche momenti sportivi come un'esibizione di bike trial e di arrampicata indoor ma che un gourmet e un goloso non può perdersi :-)

Il secondo fine settimana di agosto in un'altra comunità montana ha luogo la "Festa del lampone e del mirtillo" a Avasinis frazione montana del comune di Trasaghis in provincia di Udine.

Questa sagra  si svolge dal 1998  per tutelare e non far cadere nell'oblio le antiche tradizioni e le preziose ricette tramandate oralmente di generazione in generazione.

Da quella prima manifestazione svoltasi in sordina anno dopo anno "La festa del  lampone e del mirtillo" è cresciuta.

Oggi coinvolge tutto il paese e con la partecipazione di più di 200 volontari è diventata una manifestazione imperdibile nel Ferragosto friulano.

Musica no-stop dal  mattino a notte fonda con la partecipazione di musicisti di livello internazionale mentre nelle vie del paese si esibiscono musicisti che traggono dal folklore locale ispirazione per la loro musica e le loro canzoni allietando così i numerosi avventori che degustano i piatti locali.

Questa manifestazione ha raggiunto un tale grado di notorietà che i visitatori non giungono solo da Trieste e dal Friuli ma sempre più numerosi sono quelli provenienti da tutta Italia e anche dalla Carinzia, dalla Slovenia e dall'Ungheria.

Molti sono poi gli emigranti e i loro discendenti che giungono sin dal Canada e dall'Argentina per trascorrere qualche giornata in compagnia nel borgo dei loro avi.

I mirtilli e i lamponi vengono raccolti, lavorati e offerti nei modi più svariati ma sempre molto gustosi in sciroppi, confetture, serviti caldi con il gelato, sotto forma di gnocchi al mirtillo e in tanti altri modi.

Oltre a questa genuina offerta gastronomica vi è la rievocazione della vita di un tempo con la proposta dei mestieri della vecchia Avasinis sempre molto gradita ai numerosissimi visitatori.

E' stato stimato che nelle ultime edizioni di questa festa si siano raggiunte le 30.000 presenze di visitatori giunti da tutta Europa.

 panorama di Bognanco
Adesso andiamo in Piemonte in un'altra comunità montana precisamente nella provincia del Verbano Cusio Ossola nella valle  del Bognanco piccolo Comune di circa 400 abitanti.

Qui in uno straordinario paesaggio alpestre con alti versanti coperti di abeti e castagneti si svolge  nel primo fine settimana di settembre la "Sagra del mirtillo" giunta alla sua venticinquesima edizione.

Un appuntamento da non perdere non solo per gustare i piccoli frutti proposti in molti modi ma anche per passare una piacevole serata ascoltando noti gruppi musicali.

La manifestazione  raggiungerà il suo apice domenica con numerose degustazioni di piatti a base di mirtillo.

Alle ore 11 si inizierà con un aperitivo formato con questo frutto e  dalle prime ore del pomeriggio si potranno gustare numerosi piatti  che hanno come ingrediente principale i mirtilli come marmellate, torte, biscotti e molto altro ancora.

Alle 17 saranno moltissimi ad affollare la piazza del paese dove si distribuirà il caratteristico e buonissimo risotto al mirtillo.

Ad allietare la giornata ci sarà la musica del Corpo Musicale di Bognanco.

Questa manifestazione trova la sua cornice nel bellissimo paesaggio montano che  racchiude questo piccolo paesino famoso per le sue terme che da solo vale una visita.

L'ultima sagra che voglio citare qui è quella che si svolge in Valsesia precisamente a Rassa un paesino dell'alta Valsesia in Piemonte nella giornata di Ferragosto.

 Rassa notte estiva
Nata nel 1969 oggi la "Sagra del mirtillo" rappresenta un importante appuntamento estivo.

I protagonisti sono i mirtilli che vengono per la gioia dei golosi, proposti nei modi più svariati in squisite torte, in liquori, in macedonie e nello sfizioso "mirtilli con panna fresca" della zona.

Bancarelle di gastronomia e artigianato vengono allestite per le vie  del paese.

All'interno di questa manifestazione si svolge un'esposizione di prodotti di artigianato tipico valsesiano dove alcuni manufatti sono fabbricati durante la manifestazione stessa.

Durante le passate manifestazioni questa esposizione ha avuto un tale successo e conseguente affluenza di pubblico che è stato necessario organizzare un servizio di transfer alla vicina stazione di Quare perchè Rassa non  sopportava una così elevata capienza di persone.

Queste sono le sagre principali che ho voluto illustrarvi ma ve ne sono molte altre che vi invito a ricercare e soprattutto a  recarvici.

Gusterete  i piccoli mirtilli golosi frutti passando una bella giornata in serenità ed allegria.

A proposito di piccoli frutti golosi è arrivato il momento della ricettina.

Questa volta visto che sta arrivando l'estate ho pensato a chi vuole dimagrire e quindi la ricettina di questo post è pensata per questo scopo.

Innanzittutto vi consiglio ogni tanto di sostiture il pranzo con una bella macedonia di frutta rinfrescante e snellente.

Potete abbinarvi anche una pallina di gelato ma....niente zucchero :-)

Non la troverete aspra perchè il dolce della frutta è più che sufficiente a dolcificarla.

Questa è  la mia versione con i mirtilli ma potete variarla a vostro piacere con la frutta che più vi gusta.

MACEDONIA DIMAGRANTE AI MIRTILLI

Ingredienti per una persona:

50 gr di mirtilli
50 gr di frutti di bosco misti (fragole, more, ribes)
1 kiwi
1 pallina di gelato al limone
il succo di un limone

Pulite con cura i frutti di bosco, eventualmente tagliando le fragole se grandi.

Sbucciate e tagliate a pezzi il kiwi mescolandolo ai frutti di bosco.

Irrorate il tutto con il succo del limone mescolate bene e mettete in frigo.

Al momento  di servire aggiungete una pallina di gelato al limone e portate subito in tavola.

 fiori mirtillo
Questa sfiziosa e leggera ricetta con ingredienti ricchi di vitamina C e di antiossidanti sarà benefica per il vostro organismo e contribuirà a mantenere la vostra linea.

La uso spesso anch'io quando  mi sento stanca e appesantita.

Vedrete che sarà di sicuro gradimento per voi e i vostri commensali.

A questo punto non mi resta che salutarvi non prima di avervi augurato:                                                                                                        BUON APPETITO

mercoledì 9 maggio 2012

FIORI ROSA FIORI DI PESCO...

Così cantava nei primi anni '70 uno dei nostri cantautori più noti Lucio Battisti che con la sua voce così particolare e gradevole ha fatto innamorare più d'uno al suono di questa dolce canzone che parla della nostalgia di un amore accostato alla vaporosa  fioritura di questo albero da molti amato.

Il pesco è una pianta i cui fiori sono stati celebrati e cantati da poeti pittori e cantanti originario delle montagne del Tibet e della Cina  considerato  in quei paesi simbolo di immortalità.

A tutt'oggi in Cina i discendenti degli antichi peschi selvatici prosperano selvaggi nelle zone collinari di questo vasto paese e producono piccole pesche con un gusto più amaro e acido di quelle coltivate che le popolazioni native della zona adoperano come cibo.

 Le origini di questa pianta sono antiche risalgono a migliaia di anni fa, circa 2000 anni a.C. si hanno le prime testimonianze della sua coltivazione, in Cina sono infatti state rinvenute pesche in dipinti che risalgono a quell'epoca e questo frutto è stato raffigurato nelle antiche porcellane con decorazioni che lo rappresentano oltre a essere presente nelle parole di alcune poesie che risalgono a quel tempo antico.
 
Dalla Cina il pesco passò in Siria e successivamente in Persia deriva dalla Persia il nome della specie Prunus persica veniva chiamato così ai tempi degli antichi romani e questo nome venne ripreso in numerosi dialetti italiani.


Dalla Persia giunse in Europa e grazie ad Alessandro Magno si diffuse per tutto il bacino del Mediterraneo narra lo scrittore Romano Rutilio Tauro Emiliano Palladio che l'imperatore ne fosse rimasto affascinato quando vide per la prima volta questa bella pianta nei giardini del re Dario III durante la spedizione contro la Persia correva l'anno 335 a. C.

I Greci la tenevano in gran conto fin dal IV secolo a.C. come si  legge nei testi classici greci e per gli Egizi  la pesca era sacra ad Arpocrate dio dell'infanzia ancor oggi le guance lisce e vellutate dei bimbi vengono paragonate a questo frutto per la loro morbidezza e carnosità.

Ai tempi dei romani lo scrittore Virgilio dà testimonianza di questo frutto nei suoi  libri, correva l'anno 50 a.C. e numerosi affreschi pompeiani ne attestano la presenza a Pompei  durante l'eruzione del Vesuvio.

Nel Medioevo ne fu diffusa la coltivazione al tempo delle Crociate e in tanti statuti comunali di quel tempo si raccomandava di piantare alberi di pesco, erano così preziosi che su di loro si pagava il dazio.

Nel Rinascimento se ne conoscevano già diverse varietà e fin da quei tempi venivano suddivise in Pesche vere, Noci persiche e Duracine.

La pesca era un frutto elitario e prezioso riservato alle tavole dei ricchi e dei signori per la sua scarsa conservabilità e il suo uso anche medicinale.

Consiglia Castore Durante medico e botanico del 1500 che nel suo " Tesoro della sanità" pubblicato a Roma nel 1586 così parla delle pesche " sono buone allo stomaco e lubrificano il corpo" e consiglia la cottura sotto la cenere per farle diventare cibo delicatissimo e molto adatto per le persone ammalate.

 pescheto in fiore
Mentre il Giappone venerava il pesco specialmente durante la sua fioritura come protettore contro le forze malefiche, in Europa veniva tenuto in gran conto non solo dal punto di vista culinario ma anche medicamentoso impiegando oltre al frutto anche le sue foglie.

Avendo una  buccia che assomiglia al velluto e rotondità che ricordano la femminilità le pesche sono da sempre considerate femminili e sensuali se non addirittura come affermava Pietro l'Aretino " lussuriose".

Il legno venato di rosso e di bruno di queste piante spesso nate da seme, ben più grandi e vigorose delle attuali serviva  per creare le doghe con le quali si costruivano botti particolarmente adatte per conservare l'aceto.

Nel 1571 la pesca fu introdotta dagli Spagnoli in Messico da qui si diffuse in tutta l'America e divenne popolare a tal punto che uno degli stati membri americani la Georgia è soprannominato " Peach State"=stato della pesca a causa della numerosissima quantità di peschi presenti nel suo territorio.

DIFFUSIONE

Il pesco è diffuso in tutto il mondo, i maggiori produttori sono gli Stati Uniti, seguiti dall'Italia, dalla Spagna, dalla Grecia, dalla Cina, dalla Francia e dall'Argentina.

In Italia i primi pescheti specializzati risalgono alla fine dell'800 e sono stati impiantati nella provincia di Ravenna in particolare nel comune di Massa Lombarda il primo impianto intensivo di pesco venne realizzato nel 1898.

In provincia di Treviso il pesco ha trovato una zona ideale dove ha potuto diffondersi e specializzarsi soprattutto nel corso dell'ultimo secolo.

L'Emilia-Romagna, la Campania, il Piemonte, il Veneto, il Lazio, la Puglia, la Basilicata, la Calabria e la Sicilia sono in Italia le regioni che in ordine decrescente detengono il primato di maggiori produttrici di pesche.

 pescheto precoce in fiore sotto tunnel
Quindi la coltivazione del pesco è diffusa in molte regioni italiane con prevalenza di cultivar precocissime e precoci al Sud anche il coltura protetta, mentre al Nord abbiamo una prevalenza di varietà con maturazione media o tardiva.

Ogni regione ha le sue cultivar di nicchia come le pesche e le nettarine di Romagna frutti che sono riusciti ad ottenere l'ambito marchio IGP (Indicazione Geografica Protetta).

DESCRIZIONE DELL'ALBERO DEL PESCO

Il pesco appartiene alla famiglia delle Rosacee al genere Prunus come l'albicocco, il susino, il mandorlo e il ciliegio, abbiamo due tipologie di pesca con differenti nomi scientifici: Prunus persica L. che produce frutti con buccia tomentosa cioè provvista di una peluria o lanugine che scompare a piena maturazione, Persica laevis DC pesca noce o nettarina caratterizzata dall'avere la buccia liscia.

Questa pianta non raggiunge dimensioni notevoli l'altezza può variare dai 4 ai 6 metri  ha chioma globosa e prima di lignificare i rami sono inizialmente verdi poi virano al rosso scuro.

Le sue radici sono estese superficialmente quindi bisogna fare attenzione a non lavorare troppo in profondità il terreno nelle vicinanze dell'albero del pesco, inoltre esse emettono delle tossine il che fa sì che le radici di questa pianta non si intersechino mai con quelle di un'altra pianta simile da ciò deriva che non è consigliabile sostituire un pesco con un altro pesco.

Le sue foglie sono lanceolate lunghe 15-20 cm con margine dentato, i fiori che vengono prodotti prima della nascita delle foglie, possono essere isolati o riuniti in mazzetti di 3-4 e sono di due tipi differenti a seconda delle varietà.

Infatti in alcuni casi abbiamo fiori con 5 petali grandi ben aperti e di colore rosa chiaro, in altre cultivar i 5 petali sono piccoli campanulati e di colore rosa intenso.

 Questa pianta fiorisce precocemente in marzo aprile con fiori ermafroditi che possono essere danneggiati dalle precoci gelate primaverili.

La maggior parte delle varietà si autofecondano quindi è consigliabile avere due o più piante di  differenti  cultivar per favorire l'impollinazione e di conseguenza anche la produttività.

Una delle varietà di pesche più pregiate è la J.H. Hale che risulta essere sterile quindi per avere una buona produzione di pesche occorre associarla ad una diversa varietà.

 pesche e foglie
La pesca è una drupa che a maturità si presenta giallo-rossastra con una buccia che può essere tomentosa o glabra nelle pesche nettarine, mentre la polpa può essere gialla o bianca a seconda delle varietà con striature sanguigne più evidenti nella zona del nocciolo.

Alcune varietà presentano una particolarità: la polpa che con facilità si stacca dal nocciolo e per questo motivo vengono dette spiccagnole.


Questa polpa è succulenta di sapore zuccherino più o meno acidulo con la tipica consistenza succosa e polposa dovuta alla presenza di pectina e all'elevato contenuto di acqua.

La maturazione dei frutti avviene per le varietà più precoci coltivate nelle zone meridionali tra la prima e la seconda decade di maggio mentre le varietà più tardive maturano sino alla fine di settembre.

Vi sono particolari selezioni di pesche chiamate percoche o duracine che sono caratterizzate dall'avere frutti di pezzatura piccola di forma molto regolare quindi particolarmente idonei per la manipolazione adatti per essere trasformati in pesche sciroppate e in altri prodotti di trasformazione.

COLTIVAZIONE

Il pesco per svilupparsi al meglio abbisogna di un clima dolce e mite ma non eccessivamente a causa del suo "fabbisogno di freddo" indispensabile nel periodo di riposo della pianta almeno 800-1300 ore al di sotto dei + 7 C° tale periodo è indispensapile alla pianta per poter fiorire e quindi produrre frutta.

Tuttavia soffre il freddo intenso e le gelate primaverili che bruciano i fiori impedendo la fruttificazione.

Per quanto riguarda il terreno quello ottimale per la sua crescita è sciolto, profondo e leggermente acido non sono molto adatti i terreni calcarei e risultano inadatti quelli argillosi e umidi perchè il pesco è molto sensibile all'asfissia radicale che fa marcire le radici.

La propagazione avviene per innesto, le piante si mettono a dimora a un anno dall'innesto nei pescheti da reddito mentre se si vogliono pochi esemplari è possibile trovare piante in vaso innestate e già in vegetazione.

Il portainnesto più usato dai vivaisti è il franco che presenta un'ottima affinità con la maggior parte delle cultivar di pesche, purtroppo tale portainnesto teme i terreni argillosi e impermeabili e in questi terreni rende la pianta particolarmente sensibile alle malattie e quindi essa si esaurisce rapidamente.

A volte si innesta il pesco sul mandorlo selvatico più adatto a terreni calcarei e sassosi dove il franco non trova buone condizioni per svilupparsi.

 pescheto intensivo
Per quanto riguarda la concimazione il pesco si avvantaggia di una  concimazione minerale in primavera utilizzando concimi a base di fosforo, potassio e azoto.

Soprattutto il pescheto richiede buone dosi di azoto ma occorre sospendere l'apporto di tale elemento se ci si trova di fronte ad un periodo di siccità.

All'impianto di un nuovo frutteto è utile eseguire una abbondante concimazione organica sia generalizzata che localizzata nella buca o sulla fila, calcolate che per ogni 100 kg di letame si apportano 50 unità di azoto, 40 unità di potassio e 30 unità di fosforo oltre a microelementi e non ultimo si migliora  la struttura del terreno e l'assorbimento degli elementi nutritivi.

In autunno dare al persicheto abbondanza di concime organico mentre prima della ripresa vegetativa somministrate del concime minerale ricco di azoto se  le pesche sono giovani  allo scopo di ottenere una rapida crescita ed una robusta impalcatura dei rami mentre se è in mantenimento somministrare una  concimazione minerale ternaria a base di fosforo potassio e azoto.

E' molto  importante fornire al pesco la giusta quantità di azoto per promuovere la nuova vegetazione fruttifera e di potassio per migliorare la qualità e la consistenza dei frutti.

Il pesco è una pianta docile che si presta a numerose forme di allevamento la più comune è il vaso basso o ritardato ma vengono anche usate la palmetta e il ventaglio.

I peschi fruttificano solo sui germogli prodotti l'anno precedente e in genere i primi frutti giungono a maturazione dal terzo anno della messa a dimora.

Questa pianta fruttifica prevalentemente sui rami misti le nettarine e le percoche producono frutti anche sui dardi a mazzetto.

La potatura così importante  per questo fruttifero mira a favorire nuova crescita  e a mantenere una struttura aperta e bilanciata.

Il pesco va potato a fine inverno prima della ripresa vegetativa che per questa pianta si compie presto, lo si può potare anche nel tardo autunno se è situato in una zona dove in inverno non c'è troppo gelo.

La potatura di questo fruttifero è piuttosto energica si eliminano i polloni, i succhioni, i rami rotti o malati e dal 50 al 60 % dei rami misti  che sono quelli che portano gemme a legno piccole ed appuntite e gemme fruttifere di dimensione rotonda, asportando preferibilmente quelli deboli o troppo vigorosi.

La frutta migliore è infatti prodotta da rami di media vigoria lunghi dai 40 agli 80 cm situati in posizione laterale rispetto alla branca portante.

La potatura verde riveste notevole importanza nel pesco e viene effettuata in due diverse epoche:

- a maggio giugno con l'asportazione di succhioni e di polloni con lo scopo di favorire la differenziazione delle gemme a fiore
- a settembre dopo la raccolta della frutta con l'asportazione dei succhioni, delle branche esaurite e di alcuni rami misti per favorire la lignificazione dei rami misti e ridurre la potatura primaverile
-10-15 giorni prima della raccolta nelle varietà tardive per migliorare la qualità e la colorazione dei frutti diradando le foglie e i rametti che coprono i frutti stessi per consentire una più agevole penetrazione dei  raggi solari.
 diradamento corretto e frutti ben esposti

Per ottenere una buona pezzatura delle pesche la pratica del diradamento dei frutti diviene indispensabile occorre distanziarli fra loro di circa 10 cm ed un ramo misto di media vigoria non deve portare più di 3-5 frutti.

Il diradamento migliore che viene effettuato dopo la cascola naturale dei frutticini, viene eseguito a mano con un notevole impiego di manodopera.

L'irrigazione è fondamentale specialmente nel mese precedente la raccolta, durante l'estate se il tempo è siccitoso si può intervenire ogni 10 giorni circa per aumentare la qualità e la pezzatura dei frutti.

La raccolta inizia da fine maggio sino a ottobre primi di novembre e le pesche vanno raccolte mature sulla pianta perchè non possono maturare ulteriormente staccate dall'albero che le ha generate.

Le varietà precoci che maturano in un periodo dell'anno dove sono frequenti le precipitazioni non abbisognano di troppe irrigazioni mentre per le varietà tardive il periodo di maturazione richiede frequenti irrigazioni per salvaguardare la produttività della coltura e la qualità della frutta.

Vanno anche  considerati gli effetti del portainnesto per quanto riguarda le esigenze idriche del pesco, piante innestate sui nuovi portainnesti come GF677 sono molto più resistenti alla siccità di quelle innestate sul franco.

VARIETA'

Le varietà di questa bella pianta sono davvero tantissime il pesco genera facilmente nuove cultivar che vengono poste all'attenzione dei frutticoltori.

Questa  situazione comporta problematiche sia al mondo della ricerca che deve valutare le nuove varietà prima che possano essere immesse sul mercato, sia ai frutticoltori quando devono scegliere le varietà migliori da coltivare.

Specialmente nell'ultimo decennio si è assistito ad importanti mutamenti nei caratteri pomologici e commerciali delle nuove varietà di pesco che interessano particolarmente:

 pesche con colore rosso intenso
- il colore della buccia che si è differenziata passando da un rosso più o meno striato su un fondo spesso verdastro ad un rosso uniforme e molto intenso che spesso compare prima della completa maturazione dei frutti
- il sapore della polpa che non è più così gustosa come è nelle varietà antiche
- la consistenza del frutto sia alla raccolta che in  post-raccolta, si presenta elevata o molto elevata nelle nuove cultivar rispetto a quella medio o scarsa delle vecchie varietà.

Queste modificazioni hanno interessato le varietà sia di pesche che di nettarine adatte al consumo fresco ma non quelle adatte alla trasformazione industriale legate invece alla coltivazione con mezzi meccanici.

Solitamente le pesche vengono classificate all'interno di 3 grandi categorie:

-pesche comuni con buccia vellutata e a polpa gialla, rossastra e bianca
-pesche noci o nettarine con buccia liscia e brillante e pasta gialla o bianca
- percoche o percocche, ibridi fra pesca e albicocca con buccia vellutata pasta gialla soda e profumata molto utilizzata per l'industria alimentare.

Le pesche comuni vengono inoltre  differenziate in pesche a polpa gialla e pesche a polpa bianca.

Le pesche a polpa gialla hanno avuto una larga diffusione dalla fine degli anni '60  e costituiscono oggi più dell' 80%  della produzione totale di pesche nel nostro paese.

Questa loro diffusione è stata possibile grazie al lavoro dei genetisti che hanno creato nuove cultivar le quali presentano frutti più conservabili e attraenti rispetto alle antiche varietà.

Possono essere considerate come pesche classiche adatte per il  consumo fresco e per la lavorazione industriale, per succhi e confetture e presentano di solito il nocciolo staccato dalla polpa.

 pesca "Redhaven"
Una pesca introdotta negli anni '50 nel nostro paese e ancor oggi la più diffusa in tutta Italia è una varietà di origini americane la "Redhaven".

E' molto apprezzata per il suo frutto di buon sapore con polpa gialla che contiene venature rosse diffuse ed è molto soda con nocciolo che si stacca con facilità dalla polpa (spicca).

La pianta non ha una grande vigoria ma è di grande e costante produttività con un lungo periodo di raccolta che si situa  nelle settimane centrali del mese di luglio.

Il suo fiore è campanulato e la sua frutta ha una pezzatura elevata 160-180 grammi.

Un'altra varietà di origine americana con buona vigoria e produttività è "Fayette" che matura i suoi frutti di forma tondeggiante e di pezzatura elevata 180-200 g nella seconda decade di agosto il periodo di raccolta è breve però le sue pesche si conservano bene in frigorifero.

La buccia del suo  frutto è di colore giallo macchiato di rosso con polpa soda, di discreto sapore e gradevolmente profumata.

La varietà "Spring Lady" è di origine americana di medio vigore ed è interessante per la scarsa suscettibilità alle malattie fungine che nel pesco causano cancri e disseccamento dei rami.

Il suo fiore è rosaceo mentre il suo frutto è di buon sapore con polpa soda non spicca (polpa attaccata al nocciolo) e pesa dai 140 ai 150 grammi.

 pesca varietà "Maycrest"
Una pesca a polpa gialla interessante per la sua precocità, matura nella prima decade di giugno, è la varietà " Maycrest" di origine americana che è poco vigorosa con una buona produttività ma necessita  di un diradamento dei piccoli frutti precoce ed energico.

Dal suo fiore rosaceo viene generata una pesca che pesa sui 130-140 grammi con forma un pò schiacciata, la sua polpa giallo chiaro è soda non spicca e di buon sapore.

Naturalmente vi sarebbero ancora molte cultivar di pesche sia gialle che bianche da trattare mi limito  con questi pochi cenni a indicare le varietà che secondo me sono le più adatte per un frutteto familiare.

Tratterò in questo capitolo le varietà più comuni mentre sto preparando un ebook dove mi dedicherò ad illustrarvi alcune vecchie varietà che salvate dall'incuria del tempo attestano la loro antica bontà e le loro particolari caratteristiche.

Passiamo adesso a considerare le pesche a polpa bianca un tempo molto diffuse sono state un pò abbandonate nei frutteti da reddito per la loro delicatezza e la loro scarsa conservazione.

Ancora oggi tuttavia possono esprimere al meglio le loro caratteristiche coltivate nei frutteti famigliari grazie anche ad una maturazione che può svolgersi interamente sulla pianta stessa e che permette a queste delicate pesche di conservare intatto il loro gusto e il loro inebriante profumo.

Voglio iniziare questa carrellata di pesche a polpa bianca con una varietà robusta e resistente al gelo.

La varietà "Amsden" sempre di origini americane non ha eccessive pretese per quanto riguarda il terreno, porta frutti di media pezzatura con buccia rossa intensamente colorata e polpa bianca succosa di delicato sapore, che iniziano a maturare dalla fine di luglio.

 pesca varietà "Maria Bianca"
"Maria Bianca" è invece una cultivar di origine italiana ottenuta a Firenze nel 1980 dal Prof. Bellini ed è una delle pesche a polpa bianca più coltivate.

La pianta è vigorosa con buona produttività ma è sensibile ai ritorni di freddo primaverili e inoltre per evitare squilibri di produzione abbisogna di un'accorta ed energica potatura.

il frutto pesa sui 180-210 grammi di forma tondeggiante con buccia di colore bianco crema con poco sovracolore la sua polpa è soda, spicca, con ottimo sapore e l'epoca di maturazione si situa circa a metà luglio.

Un'altra varietà che mi sento di consigliare è "Bella di Roma" una pianta rustica e resistente con frutti che maturano a fine luglio, di  grande pezzatura,  con buccia verde giallognola sfumata di rosso, la sua polpa bianca ha ottime caratteristiche gustative.

Termino le varietà di pesche a pasta bianca con una cultivar tardiva considerata la miglior varietà tardiva a polpa bianca, si chiama " Michelini" dal nome del suo scopritore che la ottenne a Savona casualmente da seme nel 1930.

pesca cultivar "Michelini"
L'albero è vigoroso e molto produttivo i suoi frutti sono di grossa pezzatura con buccia marezzata o striata di rosso su sfondo crema,  la polpa è bianco-crema, striata di rosso attorno al nocciolo, zuccherina, aromatica, spicca.

Per favorire la colorazione di questa ottima pesca sono consigliabili le potature estive atte a far prendere più luce e calore solare ai frutti che giungono a completa maturazione nelle ultime due settimane di agosto.

Ci sarebbe ancora da parlare molto sulle differenti varietà di pesche bianche ve ne sono molte e nuove cultivar vengono immesse sul mercato per cercare di migliorare ulteriormente questo aromatico gruppo di pesche ma io per non appesantire troppo il post per il momento qui mi fermo ripromettendomi se vedrò interesse per questo argomento di riprenderlo e approfondirlo.

Per quanto riguarda le nettarine è il secondo grande gruppo di pesche conosciute anche come "pesche noci" hanno la caratteristica di presentare la loro buccia completamente liscia priva di quella peluria vellutata tipica delle altre varietà di pesche che non tutti gradiscono.

 nettarine polpa gialla
Si dividono in due grandi sottogruppi: nettarine a polpa gialla e nettarine a polpa bianca.

Per quanto riguarda le nettarine a pasta gialla eccovi alcune varietà, le più adatte a mio parere per un frutteto familiare.

La prima che mi sento di consigliarvi per la sua rusticità ed adattabilità è la varietà "Maria Laura" ottenuta dal Prof. E.Bellini a Firenze.

L'albero è vigoroso e produttivo, molto rustico non crea  particolari problemi per l'allevamento e per il diradamento dei frutti che giungono a completa maturazione nella seconda e nella terza settimana di luglio.

Il frutto è rotondo ellittico, la pezzatura si situa sui 145-150 grammi, la sua buccia è estesamente colorata di rosso scuro non brillante e la polpa è interamente gialla, soda, spicca, di ottimo sapore.

Questa cultivar viene poco coltivata intensivamente per la colorazione troppo scura della sua buccia e per la scarsa resistenza alla manipolazione dei suoi frutti, tuttavia la sua rusticità e la sua bontà a completa maturazione mi inducono a consigliarvela per il frutteto familiare.

Se volete una nettarina a maturazione precoce, i suoi frutti maturano nella seconda o terza settimana di giugno, scegliete la varietà " Gransun" di origine californiana è un albero di medio vigore, espanso e di  elevata produttività.

Il suo frutto è di pezzatura media tondeggiante con la buccia completamente ricoperta di un bel rosso brillante, la polpa gialla è soda, leggermente acidula, di gradevole aroma.

Ve la consiglio per la precocità, la produttività e la bellezza del suo frutto.

Se invece volete una nettarina tardiva scegliete la cultivar "California" di origine californiana è un albero vigoroso e produttivo adatto soprattutto per le zone centro-meridionali, l'epoca di maturazione  dei suoi frutti si situa nella seconda terza settimana di settembre.

Il suo frutto è di grossa pezzatura, rotondo con buccia giallo chiara con sovracolore rosso chiaro brillante  sul 30-50% della sua superficie, la sua polpa gialla è soda, spicca e di buon sapore.

 nettarine a polpa bianca
Per quanto riguarda le nettarine a polpa bianca  ve ne consiglio due la prima mi ha conquistata per la bellezza del suo colore e per il suo intenso profumo l'altra per il suo ottimo sapore.

La prima varietà  di cui vi ho accennato si chiama "Bel Red" l'albero è vigoroso, molto produttivo e richiede una accurata potatura.

Il suo frutto che giunge a completa maturazione nella seconda, terza settimana di agosto, ha pezzatura media ed è colorato quasi completamente di un bel rosso intenso su sfondo bianco crema.

La sua polpa è bianca ma diventa rossa in prossimità del nocciolo ed è molto consistente, di gusto ottimo tuttavia prima del gusto sarà l'intenso profumo di pesca che emana dal frutto a conquistarvi.

La seconda varietà di cui voglio parlarvi è una cultivar di origine italiana ottenuta a Faenza presso la Fa.Vi. Frut che si chiama "Silver Moon".

L'albero è di media vigoria e di buona produttività porta frutti di pezzatura media o medio grossa quasi completamente ricoperti di un rosso vivo brillante striato su uno sfondo verde chiaro, la sua polpa   bianca ha un'ottima consistenza e un sapore intenso e particolare che mi ha davvero colpito.

Inoltre questa ottima nettarina ha il pregio della precocità infatti la sua frutta giunge a maturazione nelle ultime due settimane di giugno.

Le percoche o pesche "cotogne" sono caratterizzate dall'avere una polpa molto consistente, quasi croccante di colore giallo o giallo arancio, quelle che non hanno striature rosse nella polpa sono impiegate nell'industria conserviera per la preparazione di succhi e sciroppi.

Le percoche sono molto apprezzate come frutta da consumarsi fresca  in diversi mercati del meridione sia italiano che di altri paesi del Mediterraneo per questo motivo sono state diffuse recentemente molte nuove varietà di percoche.

La cultivar "Tirrenia" ha un'origine italiana, l'albero è di media vigoria e di produttività elevata, la sua frutta matura nell 'ultima settimana di giugno o nella prima settimana di luglio a seconda di dove viene coltivata se nel meridione o nel centro Italia.

Il suo frutto pesa circa 160 grammi  ha buccia giallo-rossa con polpa gialla, soda e di buon sapore.

Coltivata soprattutto nelle regioni meridionali per consumo fresco abbisogna di un'accurato diradamento per migliorare la pezzatura dei suoi frutti.

 percoca varietà "Carson"
Un'altra varietà di percoche che può essere coltivata anche nel Nord Italia ottima se utilizzata per preparare le pesche sciroppate è la cultivar "Carson" di origine americana l'albero è vigoroso e ha una produttività elevata.

Il suo frutto pesa sui 170-190 grammi, la sua buccia è gialla-verde, la sua polpa gialla è consistente e di  ottimo sapore con maturazione che si situa nella penultima o nell'ultima settimana di luglio.

Termino qui di trattare le moderne varietà di pesche ma ve ne sono molte altre ugualmente meritevoli ho scelto quelle che conosco e che secondo me sono fra le più adatte per un frutteto familiare.

Come vi ho già accennato sto preparando un prodotto che tratta delle antiche varietà di pesche molte purtroppo sono andate perdute ma molte sono state salvate e riproposte per la gioia degli appassionati e dei gurmet.

COLTIVAZIONE IN VASO

Terminato il capitolo sulle varietà passo adesso ad illustrarvi le tecniche per coltivare in maniera ottimale la pianta del pesco in vaso.

 pesco nano
Innanzitutto vi raccomando di scegliere sempre un'azienda o un vivaio serio e possibilmente di fiducia perchè non tutti i peschi si adattano al vaso occorre acquistare piante nane già  predisposte a questo scopo.

E' un'ottima scelta coltivare in vaso una o più piante di pesco e questo per diverse ragioni: innanzitutto il pesco ha una bellissima e precoce fioritura primaverile e questo lo rende un albero anche ornamentale poi nelle sue varietà nane è una pianta che si presta ad essere coltivata in vaso che naturalmente deve essere molto capace, vanno molto bene le conche di terracotta che si adoperano per i limoni.

Inoltre anche nelle varietà nane ha una buona produzione di pesche che a seconda delle varietà  maturano fra giugno e settembre.

 Non ultimo se il tempo volge al brutto è più facile se il pesco è in  un contenitore proteggere la sua fioritura o la sua fruttificazione proteggendo il vaso con un velo di tessuto non tessuto oppure ritirandolo per pochi giorni, cosa che è molto più difficoltosa se la pianta è in piena terra.

Quindi consiglio, se volete prendere qualche pianta da frutto per il vostro terrazzo di indirizzarvi verso una pianta di pesco.

Della capienza del vaso ho già detto che il drenaggio sia molto buono, mettete in fondo al vaso un capace strato di materiale drenante ghiaia o argilla espansa che si trova in vendita nei garden o al consorzio, per quanto riguarda il terreno indirizzatevi verso del terriccio universale arricchitelo con del compost ben maturo in modo che sia soffice e fertile e piantatevi la vostra piantina di pesco.

Rinvasate la vostra pianta ad anni alterni, cambiate il terriccio sfruttato con altro soffice e fertile inoltre rinvasando potrete rendervi conto dello stato delle radici.

Irrigate nei periodi siccitosi il vostro pesco non fategli mancare l'acqua specialmente durante l'ingrossamento dei frutti pena la cascola dei frutticini o la fessurazione dei frutti più grandi.

Per quanto riguarda la potatura non è facile potare le piante di pesco, in vaso la potatura deve essere meno severa che nelle piante in piena terra ma di questa importante operazione ho già parlato nel capitolo della coltivazione.

Voglio accennare alla potatura verde che consiste nel levare alcune foglie o qualche rametto che ombreggiano eccessivamente i frutti per far si che le pesche si colorino al meglio e acquistino più profumo e gusto.

Ricordatevi poi di diradare i piccoli frutti, quando hanno raggiunto la grossezza di una ciliegia circa, per consentire ai rimanenti di ingrossarsi in giusto modo e di svilupparsi al meglio.

Concimate le vostre piante di pesco in vaso due volte l'anno, in autunno arricchite la terra del vaso con del compost ben maturo che potete comprare anche nei garden sotto forma di pellet, mentre in primavera il pesco per un'ottima fruttificazione abbisogna di una concimazione minerale a base azoto e potassio.

Quando poi i frutti giungono a maturazione è il momento della raccolta per verificare il giusto grado di maturazione la buccia deve presentarsi con una vivace colorazione rossastra e per un'ulteriore verifica potete premete leggermente con le dita vicino al peduncolo (picciolo) del frutto se la polpa cede leggermente e sentite un dolce profumo di pesca il vostro frutto è pronto da gustare.

Tenete presente che la raccolta delle pesche è scalare e può protrarsi per più settimane a seconda delle varietà.

Gli alberi di pesco fioriscono precocemente e fruttificano altrettanto precocemente già dal terzo anno di vita potrete gustare qualche frutto purtroppo questo fruttifero non è pianta longeva difficilmente supera i 15-20 anni di età ma durante questo periodo formerà il punto di attrazione del vostro balcone.

CARATTERISTICHE DEL FRUTTO

La pesca è il classico frutto dell'estate è deliziosa consumata fresca ma è ottima anche in confetture e sciroppi.

Contiene molta acqua sino all'85%, oligoelementi in particolare ferro e potassio, vitamina C, vitamina A sotto forma di betacarotene e anche le vitamine B1 e B2 sono presenti in questo frutto gustoso

La pesca è dissetante e ipocalorica contiene solo 25 calorie in 100 grammi di prodotto, ottima per chi è a dieta inoltre è un frutto facilmente digeribile che svolge un'importante funzione diuretica e quindi è adatta anche a chi ha problemi di assimilazione.

La sua polpa dissetante e succosa aiuta a sopportare meglio il  caldo contribuendo a reintegrare i sali minerali persi con il sudore grazie alla presenza di zuccheri sotto  forma di fruttosio e ha proprietà nutritive ed energetiche.

Ricca di fibra solubile chiamata pectina è per questo motivo utile alla regolazione dei livelli di glucosio e di colesterolo nel sangue inoltre migliora le funzioni intestinali.

Il betacarotene che si trasforma in vitamina A, contribuisce a rendere più acuta la nostra vista ed è fondamentale per la produzione di melanina la sostanza che permette l'abbronzatura.

Contenendo molto potassio la pesca svolge un'azione benefica  a livello del cuore e della circolazione mentre grazie al suo contenuto di magnesio ha un'ottima funzione anti-stress e il ferro che si trova in questo frutto agisce favorevolmente nei casi di anemia.

La pesca è fortemente idratante, utile per attenuare le rughe della pelle in quanto mantiene e accresce l'umidità delle cellule dell'epidermide.

E' un ottimo antiossidante infatti gli acidi organici quali il citrico e il malico, le molecole dell'olio essenziale che le conferiscono il caratteristico profumo, i carotenoidi e gli antociani contenuti nella polpa sono tutte sostanze che si comportano da antiossidanti  e questo costituisce una delle sue più importanti caratteristiche.

Infatti tutte queste sostanze esercitano un'azione depurativa, anti-invecchiamento, diuretica e secondo la tradizione popolare contrastano la calcolosi delle vie urinarie.

Vale davvero la pena di consumare pesche nella loro stagione che va da giugno a settembre sia per la loro bontà che per l'utilità che possiedono.

SAGRE

Numerose feste e manifestazioni celebrano la pesca in tutta Italia con particolare riferimento alle cultivar di nicchia.

 Revello "Sagra della Pesca" 2010
Mi limiterò a segnalarvene alcune ma vi esorto a cercarne altre e ad andarci per passare una giornata diversa e lieta in compagnia di questo succoso e dissetante frutto.

La prima sagra di cui voglio parlarvi è "La Sagra della pesca" che si svolge in provincia di Cuneo a Revello dove verso il 20 del mese di luglio questa manifestazione che dura 3 giorni incoronerà come regina della festa la celebre pesca che viene coltivata nelle zone limitrofe di questo paese della Valle del Po.

L'evento è organizzato dalla Pro Loco e dal comune di Revello e ospita molti stand  artiginali e enogastronomici dove oltre alla pesca si potranno gustare le specialità locali prima fra tutte le famose "Piersi pien" (pesche ripiene).

Faranno da cornice alla manifestazione attrazioni fra le quali gli sbandieratori e altri spettacoli, numerose bande musicali che allieteranno questo evento.

Non posso passare sotto silenzio la camminata di circa 7 km che si svolgerà nel giorno di domenica tra i prestigiosi frutteti della campagna di Revello dove si potranno ammirare i peschi che producono la gustosa frutta consumata in grande quantità durante i giorni della sagra.

Vale davvero la pena di recarsi a Revello per passare dei giorni lieti e spensierati gustando le specialità locali in primis l'ottima pesca che si coltiva da queste parti.

 Logo e pesche di Montelabbate
Andiamo adesso  nelle Marche a due passi da Urbino nel cuore del Montefeltro nella terza domenica di luglio quando a Montelabbate si celebra la sagra dedicata alla pesca che si svolge dal 1945.

Avremo un'occasione unica per visitare il castello dove si svolge la manifestazione  e  la possibilità di acquistare la tipica pesca prodotta in zona che ha un sapore particolarmente gustoso e zuccherino con polpa succosa che la incorona regina dei frutti estivi.

Questa pesca è altamente qualitativa  perchè favorita dal particolare microclima e dalla struttura dei terreni che si trovano  sulle colline e nella vallata del fiume Foglia dove viene coltivata, a garanzia della sua origine viene posto su ciascuna pesca un marchio che ne attesta l'autenticità.

Nel corso degli anni questa "Sagra della Pesca" si è arricchita di manifestazioni collaterali, concerti,  eventi musicali, rappresentazioni teatrali e stand gastronomici che esaltano il piacere di gustare prodotti tipici e di passare una giornata lieta all'aria aperta.

Rechiamoci a Castel Gandolfo non distante da Roma, questa piccola cittadina fa parte dei Castelli Romani ed è famosa per la sua bellezza e per essere la residenza estiva dei pontefici, possiede il Palazzo Pontificio che sorge nel centro storico del paese dove si trova anche una famosa fontana scolpita dal Bernini.

 Castel Gandolfo panorama
In questo scenario di incantevole bellezza si svolge il 29-30 e 31 luglio la "Sagra delle Pesche" giunta nel 2011 alla sua 75esima edizione.

Le tre giornate sono dense di intrattenimenti vari, spettacoli, cabaret in piazza, tanto folclore e musica.

La sagra  raggiunge il suo apice al mattino di domenica con la Santa Messa e con la benedizione delle pesche che verranno poi offerte al Santo Padre che soggiorna nella sua residenza estiva di Castel Gandolfo.

Nel pomeriggio di quello stesso giorno degustazione gratuita delle pesche al vino allietata sino a notte tarda dalla musica di vari gruppi orchestrali.

Tanti gli stand gastronomici allestiti per la festa dove si potranno acquistare oltre ai vari prodotti tipici anche le pesche regine della manifestazione chiamate nel dialetto locale "ganasce di canonico" ottimo frutto noto per la sua dolcezza e bontà coltivato da secoli in queste fertili zone del bacino del lago Albano.

Vale assolutamente la pena di partecipare a questa sagra non solo per i vari intrattenimenti della festa stessa ma anche per la bellezza dei luoghi infatti dal belvedere di Castel Gandolfo si gode una veduta incomparabile sul lago di Albano e sul Monte Cavo che si possono ammirare gustando le famose pesche al vino godendosi la bellissima vista e il clima dolce del lago.

 pesca di Bivona
A Bivona in provincia di Agrigento nella bella terra siciliana si tiene la "Sagra della Pesca" che si svolge sin dal 1985 nella seconda metà di agosto e si articola in tre giorni dal venerdì alla domenica.

Oltre alla celebrazione della particolare varietà di pesca caratteristica della zona, la pesca di Bivona, vengono allestiti numerosi stands dove poter gustare le specialità locali e ammirare l'artigianato tipico della zona.

La parte del leone la fanno le specialità a base della pesca festeggiata tra cui le crostate, la marmellata e il gelato finendo con le pesche immerse nel vino rosso e bianco.

Nel corso degli anni  in questa manifestazione si sono esibiti numerosi cantanti e la musica non è mai mancata per  allietare l'avvenimento stesso.

La pesca di Bivona nasce negli anni '50 da mutazioni spontanee che accortamente conservate hanno permesso che la produzione passasse dai pochi ettari degli anni '60 ai più di 1000 ettari dei giorni nostri facendo diventare la pesca di Bivona la più importante risorsa del reparto frutticolo bivonese.

La pianta ha portamento aperto, abbondante produzione, sino a 30-40 kg di frutta per pianta e ha il pregio di essersi perfettamente adattata alle zone vallive  e montane dove è nata e cresce inoltre ha una buona resistenza al trasporto e alle manipolazioni.

La pesca di Bivona chiamata anche "montagnola" perchè prodotta in un'area collinare e montana, è di media pezzatura, la sua buccia è di un bel giallo chiaro venata di rosso con polpa  di colore bianco crema spesso attraversata da venature rosee tendenti al rosso,il suo sapore è dolce e aromatico ma è il suo profumo particolare e caratteristico che la rende differente dalle altre pesche.

A seconda del periodo si possono distinguere quattro differenti tipi di pesche di Bivona chiamate rispettivamente: la Primizia, la Bianca, L'Agostina e la Settembrina che coprono un periodo di maturazione che va da fine giugno sino alla terza decade di settembre.

Il comune di Bivona ha chiesto per questo suo prodotto così tipico e qualitativo l'ottenimento del prestigioso marchio IGP.

Vale davvero la pena di  andare sul posto per gustare questa delizia che difficilmente viene proposta al di fuori dei ristretti confini nei quali viene coltivata.

Leonforte un paese in provincia di Enna celebra una particolare cultivar di pesche con la sua sagra "Sagra delle Pesche e dei prodotti tipici" che si svolge i primi giorni di ottobre e che è giunta nel 2011 alla sua 30 esima edizione.

Questa sagra presenta un fitto programma di eventi ma la protagonista rimane la pesca settembrina locale che dal maggio 2010 può fregiarsi col marchio IGP della Comunità Europea.

Questa nota pesca che ha un pubblico di estimatori per il suo colore e il suo ottimo e inconfondibile sapore è stata riconosciuta ottima da chi l'ha assaggiata e offre un periodo relativamente lungo per la degustazione maturando tardivamente tra settembre e ottobre.

 In questa sagra tuttavia non c'è solo la celebrazione della pesca infatti  anche gli eventi musicali la faranno da padroni nei tre giorni della manifestazione e saranno molti gli artisti e i gruppi musicali che potranno esibirsi per la gioia di chi è venuto per partecipare alla festa.

Vi saranno anche attività sportive come il triangolare di pallavolo maschile di serie B2 e l'esibizione di Go Kart.

A fare da cornice a questa Sagra ci saranno mostre fotografiche e di pittura, stand artigianali e gastronomici dove si potranno gustare accanto alle famose pesche settembrine protagoniste della manifestazione i prodotti tipici di questa località: l'olio delle colline ennesi, la fava larga, la lenticchia nera di Leonforte, il miele biologico e i fichidindia.

 Il paese di Leonforte prov. di Enna
Parlando di tutte queste gustosità mi è venuto appetito oltre  al desiderio di andarle a gustare sul posto, vi invito perciò a recavi alle manifestazioni che vi ho indicato e ricercarne altre simili per vivere non solo momenti lieti ma anche per fare esperienza di gusti inusuali e buonissimi.

Passiamo adesso alla ricettina  in questo post desidero spiegarvi una ricetta antica diffusa con numerose varianti in tutta Italia, che mia nonna materna metteva in tavola in piena estate  quando maturava un particolare tipo di pesche che coglieva direttamente dall'orto da una vecchia imponente pianta che prosperava in un angolo dell'orto ben nutrita con il letame che mio nonno non lesinava in autunno dopo la caduta delle foglie.

Erano pesche grandi con la buccia poco colorita di rosso, la polpa era bianca e il loro profumo si sentiva per tutta la cucina quando mia nonna le cucinava non ho più visto pesche così, la pianta da tempo è perduta e sospetto siano perdute, come molte altre purtroppo, anche quelle particolari varietà di pesche che però vivono nella mia memoria insieme al loro gusto dolce e aromatico.

Ma non voglio divagare troppo eccovi quindi la ricetta

PESCHE RIPIENE DI MIA NONNA

Ingredienti per tre persone:

3 grosse pesche
4 biscotti amaretti (nella ricetta originale venivano messi i Savoiardi)
10 mandorle tritate o a scagliette (prendetene una piccola confezione)
10 gr di burro
un uovo
100 ml di vino bianco
poco zucchero

Dopo aver ben pulito e lavato le pesche asciugatele e tagliatele in due togliendo il loro nocciolo.

Vuotatele di parte della polpa aiutandovi con un cucchiaino e mettetela in una terrina nella quale aggiungerete gli amaretti tritati, le mandorle tritate o in scagliette, il burro e l'uovo.

Mescolate bene tutti questi ingredienti formando un impasto e con questo composto riempite le pesche che avrete accomodato su una piastra da forno leggermente unta di burro.

Riscaldate il forno a 200 gradi e prima di infornare le pesche aggiungete sopra ciascuna di loro un piccolo fiocchetto di burro e un velo di zucchero poi versate nella loro teglia il vino bianco e infornate.

Quando vedrete il vino consumato quasi del tutto e lo zucchero dorato è il momento di togliere la teglia dal forno mettere ciascuna pesca con il sughetto formato dal vino in un piatto di portata e portare subito in tavola.

Il vostro arrivo verrà annunciato dall'intenso profumo di questo goloso piatto.

Adesso che vi ho spiegato anche questa golosa ricetta non mi resta che ritirarmi non prima però di avervi augurato

                                                                 BUON APPETITO