lunedì 28 novembre 2011

PIANTE DA FRUTTO

PIANTA DA FRUTTO? NO, PIUTTOSTO E' UNA LIANA MA IL SUO FRUTTO PIACE COSI' TANTO

Correva l'anno 1897 quando il botanico missionario Padre Paul Guillaume Farges che risiedeva a Sicuan in Cina inviò al famoso vivaista francese Maurice de Valmorin un esemplare botanico sconosciuto in Europa  ma che era  popolare in Cina  col nome di Mihoutao dove ne esistevano numerose varietà.

Ecco quindi che il kiwi, si perchè proprio di lui si tratta, dalle lontane regioni cinesi sbarcò in Europa.

La pianta rimase però confinata fra le curiosità botaniche e subito non ottenne il successo che meritava.

In Cina invece era coltivata  fin dal 1200 a.C., testimonianze della sua coltivazione la fanno risalire all'epoca Ming,  e si era diffusa in tutta  la Cina dalle fertili vallate del fiume Yang-Tze di cui è originaria.

Il suo frutto era considerato già una prelibatezza alla corte del Gran Kan  per la sua polpa verde brillante di gusto delicato.

Agli inizi del 900 alcuni  viaggiatori neozelandesi importarono questa pianta in Nuova Zelanda dandole il nome di "uva spina cinese"  e inizialmente fu coltivata come pianta ornamentale da giardino.

Agli inizi degli anni '50 lo studioso di orticultura neozelandese Hayward Wright  riusci ad ottenere la prima varietà commerciale che da lui prese il nome.

Nel 1950 le prime coltivazioni intensive di kiwi vennero impiantate in una regione  di quel paese particolarmente fertile e con un clima che ben si addiceva allo sviluppo di questa pianta.

uccello kiwi dal quale deriva il nome della pianta
Due anni dopo i primi kiwi neozelandesi furono importati in Europa mentre in Nuova Zelanda avevano già incontrato il favore del pubblico che iniziò erroneamente a chiamarli kiwi dal nome di un particolare uccello simbolo della loro nazione.

La Nuova Zelanda con una lungimirante operazione di marketing costituì appositamente la " New Zeland Kiwifruit Grovers Corporation che raduna tutti i produttori di kiwi del paese sotto un'unico marchio e quindi può permettersi massicce esportazioni e campagne di marketing

Nel 1962 il kiwi venne esportato negli Stati Uniti dove viene chiamato kiwi fruit.

Da allora la sua ascesa non ha incontrato ostacoli nè in Europa nè negli USA e molte nuove e produttive varietà sono state create.

In Italia il kiwi si diffonde per opera di vivaisti francesi desiderosi di esplorare nuovi mercati dapprima in Lombardia alla fine degli anni 60 e poi in Puglia e nelle altre regioni.

L'Italia è il primo produttore mondiale di kiwi per il consumo fresco  oltre alla Cina ottimi produttori sono la Nuova Zelanda,il Cile, gli USA, il Giappone e la Francia.

APPARTENENZA E DESCRIZIONE

Appartiene alla famiglia delle Actinidiaceae il suo nome scientifico è Actinidia chinensis.

 E' provvisto di un lungo fusto lianoso che porta tralci lunghi anche diversi metri  per cui occorre provvedere a sostegni  in modo che i suoi lunghi rami vi si possano arrampicare.

E' una pianta arborea perenne con fogliame caduco che può raggiungere notevoli dimensioni sino a 10 metri di altezza  e ha  un fusto  di colore bruno grigiastro.

L'apparato radicale è superficiale con radici numerose e fini.

 Le sue foglie sono grandi di forma cuoriforme verde scuro nella parte superiore e più chiara in quella inferiore.

La pianta è dioica cioè ha piante maschili e piante femminili i fiori grandi e bianchi sbocciano a fine   maggio primi di giugno mentre il frutto si raccoglie a fine ottobre primi di novembre.

I fiori sono di colore bianco panna con 5 o 6 petali pendenti su un corto picciolo e si formano sui  tralci formatosi l'anno precedente che portano sia gemme a legno che gemme fiorali.

 fiori femminili più grandi a destra
fiori maschili riuniti in racemi a sinistra
Non è facile distinguere i fiori maschili da quelli femminili ma in numerose varietà i fiori maschili sono riuniti a grappolo mentre quelli femminili, per lasciar spazio ai frutti sono fra di loro distanziati.

In genere si consiglia per l'impollinazione di piantare una pianta maschio per 5 - 6   piante femmine ed è meglio mettere poche piante femmine non più di 6 per un singolo esemplare maschile in quanto si è costatato che una buona impollinazione  aumenta la pezzatura dei frutti.

Vi sono però recenti varietà di kiwi che portano fiori ermafroditi per cui non occorre avere piante maschili.

L'impollinazione si attua con insetti pronubi  in primis le api che però non sono eccessivamente attratte da questi fiori  in quanto molto ricchi di polline ma poco di nettare ecco perchè nei frutteti da reddito si usa mettere gli alveari all'interno del frutteto di kiwi durante la fioritura.

Il frutto è una bacca con buccia pelosa di color marrone chiaro  polpa di colore brillante soda dolce e leggermente acidula con tantissimi piccoli semi di colore nero se ne possono avere oltre un migliaio per frutto, disposti attorno ad un cuore biancastro.

I frutti possono essere singoli, in grappoli di 3 5 oppure raggruppati in infruttescenze che possono avere anche  una ventina di elementi a seconda della varietà presa in esame.

Sono variabili anche le dimensioni del frutto, il colore della sua buccia e della sua polpa, ne esistono in commercio varietà a polpa gialla e in Cina ve ne sono con la polpa sfumata di rosso, varia anche a seconda delle cultivar la consistenza della polpa stessa.

 polpa di vari colori verde gialla e sfumata
di rosso
MESSA A DIMORA E SOSTEGNI

 La pianta del kiwi ha trovato il suo areale ideale nelle zone temperate mediterranee.

E' pianta rustica tollera sia il gelo d'inverno che il forte caldo, purchè si provveda a delle annaffiature abbondanti di soccorso,teme le gelate primaverili  che danneggiano i germogli e le gelate autunnali che danneggiano i frutti.

Predilige un clima non troppo soleggiato umido con inverni abbastanza freddi mentre teme le gelate.

Per contrastare l'eccessivo calore specie al Sud si ricorre a reti ombreggianti e a nebulizzazioni della chioma con acqua per garantire l'umidità fogliare che questa pianta richiede.

Per questi motivi le coltivazioni in Italia si sono sviluppate  sia al Sud  che nelle regioni del nord  preferibilmente in zone pedecollinari.

 L'albero del kiwi è specie calcifuga che non sopporta i ristagni idrici teme i terreni argillosi che possono causare l'asfissia delle radici.

Vuole terreno sciolto profondo ricco di sostanza organica e con ph neutro si avvantaggia al momento dell'impianto di aggiunta di sabbia che migliora il drenaggio.

I supporti occorre siano robusti per la grande vigoria della pianta.

Per ogni pianta  è necessario un palo e fili distanziati circa 30 cm sui quali si legheranno i tralci.

 Se la si vuole allevare a pergola formare una robusta pergola  e durante la potatura sfoltire la pianta anche per alleggerire la  struttura stessa.

 allevamento a pergola
PROPAGAZIONE SISTEMI TRADIZIONALI E UNA "CHICCA" SOLO PER VOI

L'actinidia chinensis è propagata da seme per ottenere portainnesti per le varietà pregiate e per il miglioramento genetico, per talea o per piante innestate in vivaio.

Difficile innestare le piante di actinidia per il "pianto" abbondante, la grande vigoria e il precoce avvio vegetativo.

La talea può essere legnosa, semilegnosa o erbacea e la sua radicazione migliora di molto se si fa uso di ormoni radicanti e riscaldamento basale.

La micropropagazione è una tecnica di moltiplicazione molto usata per questa specie ma si ha un ritardo dell'entrata in produzione delle piante moltiplicate con questo sistema anche se sono più resistenti al freddo.

Un sistema empirico per propagare il kiwi, che io non ho ancora provato ma ho saputo da fonte sicura   è quello per propaggine.

Consigliato dove le temperature in inverno non siano troppo rigide.

 In autunno meglio dopo la raccolta della frutta prendete un ramo di kiwi dell'anno precedente incurvatelo e interratelo per un buon tratto non prima di aver tolto un anello di corteccia sotto un nodo per favorire l'emissione delle radici.

Copritelo con del terreno leggero e fertile e fissatelo con appositi ganci o se non li avete fate in modo che rimanga immobile e lasciatelo così sino a primavera attaccato alla pianta madre.

Nella primavera seguente osservatelo se emette nuovi germogli vuol dire che la propaggine è riuscita e  potete staccarlo dalla pianta madre per metterlo a dimora dove dovrà essere seguito con attenzione almeno per il primo anno.

Oppure potete piantarlo in un vaso dove si irrobustirà e sarà così pronto per essere messo a dimora l'anno seguente.

Questa è una "chicca" che mi ha passato la mia amica siciliana e che ho voluto condividere con tutti voi.

Dimenticavo...attenzione alla pianta madre se è femmina produrrà un'altro individuo femminile uguale a lei se è maschio produrrà un altro esemplare maschile uguale a lui.

POTATURA NON SOLO IN  PRIMAVERA ANCHE IN ESTATE

Passiamo adesso alla potatura e incomincio subito col dirvi che la potatura nel kiwi non è precisamente un  lavoro da poco a causa del grande vigore della pianta stessa.

Innanzitutto vi consiglio di potare  presto anche a febbraio  appena il gelo intenso è terminato perchè la pianta di kiwi dotata di numerosa linfa "piange" abbondantemente se si taglia  quando la linfa è in circolo quindi più la linfa è ferma meglio è.

Tenete poi presente che le gemme che la pianta porta sono di due tipi a legno e miste da quelle miste si generano i frutti.

La produzione dei frutti avviene sui tralci dell'anno che si accorciano mentre si eliminano i tralci che hanno già prodotto l'anno precedente ma se la pianta è molto vigorosa io ne lascio alcuni per cercare di diminuirne il vigore che  può essere accentuato dalla potatura stessa.

Inoltre questa è una pianta che non si accontenta di una potatura sola  ma ne richiede due: una in primavera e l'altra in estate.

Poi c'è da distinguere bene la potatura di allevamento da quella di mantenimento.

Qui darò per forza di cose solo dei cenni sulla potatura perchè dipende molto da come volete allevare i vostri kiwi cioè che tipo di supporto  avete dato loro e naturalmente ogni supporto ha la sua particolare potatura di allevamento.

Inoltre se ve la dovessi spiegare in tutti i particolari dovrei scriverne per parecchie pagine.

Molti mi chiedono di spiegare questa potatura che non è semplice per questo preparerò  un video così a febbraio vedrete le varie tecniche da adottare per potare le varie forme con cui si può allevare questa pianta.

 In questa sede mi limiterò a dirvi che le principali forme di allevamento del kiwi sono: a spalliera su fili orizzontali, la pergola e il tendone.

 piante allevate a spalliera
  Se la pianta è allevata a spalliera a ogni pianta vengono lasciati due laterali principali che si sollevano dal tronco principale e che si legano su fili orizzontali con rami fruttiferi intervallati di 50 cm.

Molto usata anche la pergola specialmente al Nord mentre a Sud è più usato il tendone.

Per quanto riguarda la pergola per i primi due o tre anni si fa una potatura di allevamento che conferisce la forma.

La pianta adulta è composta da un tronco e da due cordoni che si sviluppano lungo il filare e che portano numerosi capi a frutto.

Si individuano si scelgono e si diradano i  capi a frutto  che si cimano a 7 o 8 gemme.

Si tagliano 5 0 6 germogli sopra la prima gemma perchè i rametti che si svilupperanno porteranno più gemme miste di quelli che si formano sul legno vecchio. 

Tutti gli altri rami vengono eliminati con un taglio raso al cordone.

Per quanto riguarda la potatura del tendone è simile a quella spiegata per la pergola.

  La pianta di kiwi allevata a tendone è composta da  un tronco principale dritto che viene piegato ad un'altezza che varia dagli 1,80 ai 2 metri legato con dei fili di sostegno.

Nel tendone però a differenza di quanto accade nella pergola, sul cordone si sviluppano i tralci e su questi si fanno sviluppare le branchette cioè dei piccoli cordoni  che portano i capi a frutto.

I tralci posso essere anche 15 o 20 dipende dal vigore della pianta e possono dare, con le loro branchette anche un quintale di kiwi per pianta.

Le branchette  rimangano produttive per almeno 3 anni poi è meglio sostituirle lasciando solo quelle ricche di gemme.

Si tagliano (speronano) due o più tralci a due o tre gemme in modo da disporre di giovani tralci vigorosi al fine di ricostituire le branchette, si cimano i capi a frutto (i tralci che portano le branchiette)  dopo la 14 gemma.

Questa operazione è molto importante in quanto i fiori si formano dopo la decima gemma e se il tralcio viene tagliato prima non potrà produrre fiori.

Si esegue la spollonatura e la cimatura dei rami che si fossero allungati troppo.

pianta della varietà Soreli a polpa gialla in piena fruttificazione
 PASSIAMO ADESSO ALLA POTATURA VERDE


La pratica della potatura verde è indispensabile  per  l'allevamento di questa specie e prevede diversi interventi.

Questa potatura  consente di sfoltire ed arieggiare la chioma e  permette di migliorare la pezzatura dei frutti.

Nelle piante di due anni a giugno si devono asportare i germogli che nascono lungo il fusto.

Per quanto riguarda le piante in produzione è importante ricordare che si interviene con  una prima potatura verde 10 giorni prima della fioritura dove si asportano i germogli che sono cresciuti lungo il fusto.

Occorre poi un altro intervento post fioritura  per cimare i germogli fruttiferi a 5 o 6 foglie dopo l'ultimo frutto.

Si eliminano i rami affastellati  e si cimano quelli troppo lunghi.

 Per quanto riguarda la potatura delle piante maschili  con la potatura invernale  si cerca di portare la pianta ad avere  due cordoni ben sviluppati lasciando una certa quantità di rami misti cioè sul legno di uno o due anni e si eliminano i succhioni.

Per la grande vigoria delle piante maschili si cerca di limitare la loro potatura.

La potatura verde delle piante maschili  inizia dopo la fioritura.

DIRADAMENTO DEI FRUTTI

Questa operazione è necessaria per questa pianta più che per altre piante da frutta perchè tutti i fiori si trasformano in frutti o per meglio dire quasi tutti e quindi questa pianta ha una abbondante produzione che però potrebbe andare a discapito della pezzatura e della bontà della frutta.

Per ovviare a ciò si esegue il diradamento dei frutticini in due tempi.

La prima volta quando si stanno formando i frutticini per lasciare il solo peduncolo fiorale centrale eliminando i laterali.

Un secondo intervento si esegue quando i frutti sono un pò più cresciuti e si eliminano quelli mal formati, quelli troppo piatti e quelli secondari se in esubero.

 varietà Hayward
PRINCIPALI VARIETA'

Dopo avervi spiegato in generale l'allevamento del kiwi passo a descrivervi alcune delle sue varietà che sono numerose specie in Cina ma anche in Nuova Zelanda e in Italia dove ne vengono immesse spesso di nuove sul mercato.

Se la più diffusa rimane sempre la Hayward per l'ottima pezzatura dei frutti e la serbevolezza di questi ultimi la Nuova Zelanda recentemente ha immesso sul mercato cultivar caratterizzate da polpa gialla e da lunga conservazione.

In Cina  sono presenti varietà di kiwi  a polpa rossa come la "Hong Yang " ovvero "Sole Rosso" tuttavia non è detto che le varietà cinesi possano soddisfare il mercato di altri paesi.

Sia in Nuova Zelanda che in Italia si lavora per poter immettere una varietà di kiwi rosso sul mercato che soddisfi i gusti degli occidentali.

Avremo presto oltre al kiwi a polpa verde e quello a polpa gialla anche un kiwi a polpa rossa presente sul mercato italiano?

Vi terrò informati su questo avvenimento e se qualcuno di voi va in Cina e ha la fortuna di assaggiarlo spero mi porti notizie di prima mano :-).

 Come vi ho già detto la più diffusa varietà coltivata a livello mondiale è la Hayward con fiori che portano dai 5 ai 7 petali a volte sovrapposti e frutti che maturano ai primi di novembre.

 varietà bruno
La "Abbot"  matura 10 gg prima della Hayward e i suoi frutti sono poco serbevoli ma è interessante per la sua precocità.

La varietà "Bruno" si distingue per la sua ottima e profumata polpa purtroppo poco serbevole  che matura a fine ottobre.

Per quanto riguarda le cultivar impollinatrici ne citerò due.

La " Matua" vigorosa con fioritura abbondante e scalare che  porta circa 3 fiori per racemo e fiorisce circa 5 giorni prima della Hayward.

E' una varietà che è stata selezionata in Nuova Zelanda.

La seconda pianta maschile che cito qui è la "Tomuri" che è meno vigorosa della "Matua" porta 4  5 fiori per racemo e fiorisce circa 3 giorni prima della Hayward.

Una nuova interessante varietà è la  "Soreli" prodotta in Italia che  ha una grande produttività e resiste bene al freddo.

Produce frutti con la polpa gialla più dolci e meno acidi dei kiwi tradizionali.

ADESSO LA DOMANDA CHE MI HANNO CHIESTO IN MOLTI : MA IL KIWI E' ADATTO AD ESSERE COLTIVATO IN VASO?

 varietà gialla "Soreli"
Niente è impossibile ma io ci andrei piano nel dire che il kiwi è una pianta da vaso.

Innanzitutto se si comprano le varietà dioiche occorre una  femmina e un maschio impollinatore per aver frutta quindi occorre munirsi di due capienti vasi e il volume della chioma raddoppia.

Poi, anche comprando le varietà autofertili che esistono anche se non sono molto diffuse e nel video darò qualche  indicazione, tenete presente che il kiwi è pianta vigorosa che occorre far arrampicare su tutori robusti e potar molto specialmente se l'ambiente è ristretto.

Se il sole è troppo intenso dovrete bagnarla  abbondantemente e non solo il terreno ma anche la chioma con ripetute nebulizzazioni per assicurarle la giusta umidità  e far uso di reti ombreggianti.

Quindi dovete avere un terrazzo con un'ampia superficie perchè  non solo il vaso o i vasi devono essere molto capienti ma anche la parte aerea della pianta prende notevole spazio.

Ultima nota dolente le radici di questa pianta hanno un apparato radicale esteso e superficiale quindi ogni anno andrebbe rinvasata e accorciate le radici e non è un'operazione da prendere troppo alla leggera con il vaso capiente che la contiene e i supporti che la sorreggono.

Io sconsiglio di impiantare una delle varietà che si trovano in commercio e che sono tutte vigorose in vaso.

 gruppo fruttifero
 Ripeto  non è impossibile che una di queste piante si sviluppi e dia frutti anche in vaso ma occorre molta cura ed attenzione, che la pianta sia  autofertile, che il terreno sia ottimale, che non le si faccia mai mancare l'acqua, che la si rinvasi ogni anno e naturalmente bisogna potarla due volte l'anno e poi procedere con altre potature di "aggiustamento" per contenerne il vigore.

 Per ottemperare a tutte queste operazioni culturali occorre avere una certa pratica di coltivazione e un grande amore verso questa pianta!

Ma si sa che la passione vegetale e l'attenzione che questa dona fanno miracoli: ho avuto notizia di piante di kiwi in vaso che si sono sviluppate al meglio e hanno prodotto  abbondanti frutti.

Come son solita fare con sincerità vi ho spiegato tutto ciò che so sulla coltivazione delle piante di kiwi in  contenitori mi piacerebbe che qualcuno di voi mi mandasse commenti e foto sulle sue piante di kiwi in vaso e mi spiegasse come le coltiva l'esperienza diretta sarà di ausilio per tutti noi.

VEDIAMO LE PROPRIETA' DI QUESTO FRUTTO STRANIERO MA COSI' BEN NATURALIZZATO

Innanzitutto voglio porre l'accento sulla ricchezza di vitamina C che questo frutto possiede che è superiore anche a quella delle arance.

Il frutto è conformato per contenere e conservare questa delicata vitamina sia con la sua buccia spessa che con il colore verde brillante della sua polpa dovuto alla clorofilla.

La vitamina C è importantissima perchè aumenta le nostre difese immunitarie prevenendo raffreddori e malanni ed è un ottimo antiossidante che ci protegge dai radicali liberi e attenua le rughe e l'invecchiamento.

 Il kiwi è ricco di potassio e di ferro che danno a questo frutto caratteristiche antianemiche e antisettiche e proprio per questi contenuti di minerali è in grado di fungere da regolatore per la pressione arteriosa e la funzionalità del cuore.

Il calcio in esso contenuto unito ad una presenza consistente di fosforo lo rendono utile per la prevenzione e l'aiuto contro l'osteoroporosi fornendo un valido apporto di questi elementi per la struttura ossea.

Nel kiwi è elevata la quantità di fibra alimentare per questo motivo contribuisce ad alleviare la stipsi favorendo il transito del cibo nell'intestino.

La pectina in esso contenuta contribuisce a creare uno stato di sazietà quindi è indicato per chi è a dieta e anche chi soffre di diabete dovrebbe consumare kiwi sovente perchè la pectina aiuta a regolarizzare il tasso glicemico nel sangue.

Questo frutto possiede un'azione rinfrescante dissetante e diuretica per gli abbondanti succhi presenti nella sua polpa.

Adesso è arrivato il momento di  scoprire come si può impiegare un frutto così utile e saporito.

Innanzitutto lo si può mangiare fresco come una gustosa e sugosa frutta di stagione.

 Poi per quanto riguarda la ricettina ho scelto una macedonia di stagione che non solo sarà gradita per la sua bontà ma che vi consentirà di fare il pieno di vitamine così necessarie in questa stagione fredda.

MACEDONIA DI KIWI IN CALOTTA DI MELONE


Ingredienti per due

Un melone

4 kiwi

una mela

una banana

ananas fresco (va bene anche quello in scatola al naturale )

zucchero di canna

un limone

Scavate con l'apposito scavino il melone formando delle palline che metterete in una terrina.

 Pulite e sbucciate la mela, sbucciate i kiwi e la banana poi tagliate tutta la frutta in piccoli pezzettini e aggiungetela al melone.

A parte spremete il succo di un limone e aggiungetevi un poco di zucchero per attenuarne l'aspro mescolando bene per amalgamare i due ingredienti.

Versare il liquido che metterete nella terrina mescolando delicatamente per imbevere bene la frutta.

Versare la macedonia nelle due calotte di melone precedentemente scavate e aspettare almeno mezz'ora prima di portarla in tavola.

Il profumo e il gusto della frutta mescolato a quello del melone sarà un degno fine pasto per i vostri commensali

A me non resta che ritirarmi non prima però di avervi augurato

BUON APPETITO

martedì 15 novembre 2011

PIANTE DA FRUTTO

COGLIETE QUESTO FRUTTO E PIANGETE E' L'ULTIMO FRUTTO DELL'ANNO

Si dice anche "col tempo e con la paglia maturano le nespole" e proprio del nespolo intendo parlarvi in questo blog.

Ma come spesso accade c'è nespolo e nespolo infatti abbiamo un nespolo del giappone e un nespolo comune ed è su quest'ultimo che si incentra questo mio scritto.

ORIGINI DEL NESPOLO COMUNE

Le sue origini sono antichissime ha origini caucasiche le prime notizie sulla sua coltivazione lo fanno risalire al primo millennio a.C. sulle rive del Mar Caspio da dove si diffuse in Asia Minore e da qui in Grecia.

 Si ritiene che fossero i romani a diffonderlo in Germania dove era così noto che Linneo al momento di classificarlo sospettando che da lì derivasse la sua origine   gli diede  il nome scientifico di Mespilus germanica appartenente alla famiglia delle Rosaceae.

Ancor oggi si trova in stato spontaneo nei boschi di latifoglie di tutta Europa.

Questo antico albero era ben conosciuto anche dagli antichi romani che usavano i suoi frutti immaturi  insieme con le foglie come astringenti per i problemi intestinali bevendo una tisana fatta con parti essiccate di questa pianta.

Era consacrato al dio greco Cronos e al dio Saturno dei Latini perchè era considerato un'utile  baluardo  di difesa contro le nefaste energie degli stregoni.

Secondo una leggenda questi potevano privare il nespolo delle sue foglie rendendolo sterile ma solo se la pianta non era stata benedetta e solo il primo giorno di maggio.

 Nel Medioevo era considerata una pianta medicamentosa largamente adoperata come astringente regolatore delle funzioni intestinali, diuretico e febbrifugo in quanto tutta la pianta dalle foglie alla corteccia e non solo il frutto, possiede proprietà astringenti e diuretiche.

Quando agli inizi del secolo scorso l'agricoltura iniziò a dedicarsi a coltivazioni intensive e più redditizie la coltivazione del nespolo venne via via abbandonata e si ridusse solo a pochi esemplari piantati negli orti e nei frutteti di qualche appassionato.

BELLEZZA E  DESCRIZIONE DI QUESTA RARA PIANTA

Recentemente è stata riscoperta per la bellezza della sua fioritura e perchè è una pianta di altezza contenuta che trova posto anche in spazi ristetti.

Il nespolo comune non supera i 5 metri di altezza con un volume della chioma ampio che da alla pianta un aspetto naturalmente globoso.

E' un albero a foglie caduche, si spoglia delle foglie durante l'inverno, rustico e resistente alle basse temperature.

Il suo legno duro e nodoso veniva adoperato per lavori d'intaglio.

Le sue grandi foglie hanno picciolo molto corto sono ovali lanceolate con la pagina superiore di un bel verde scuro e l'inferiore di un bel grigio ruggine e divengono in autunno di un bel colore ramato dando un'ulteriore valenza ornamentale a questa pianta.

Nelle varietà selvatiche i suoi rami giovani possono essere spinosi e anche nelle varietà domestiche vi può essere nascosta fra le foglie qualche spina.

Le sue radici sono superficiali e  si sviluppano lateralmente occupando vaste superfici.

La sua fioritura molto ornamentale avviene a fine aprile maggio a seconda delle zone e dopo l'emissione delle foglie.

I fiori  ermafroditi  che si sviluppano all'apice dei rami di un anno, sono semplici, grandi, bianchi hanno 5 petali  e donano alla pianta un notevole valore ornamentale.

La pianta è autofertile con un'elevata capacità di produrre frutta che viene raccolta a fine ottobre primi di  novembre da qui il detto "raccogliete le nespole e piangete" perchè è l'ultimo frutto ad essere raccolto.

Il frutto è a forma di trottola con buccia spessa e ruvida  di colore marrone chiaro che per colore e consistenza ricorda il cuoio, di piccole dimensioni nelle forme selvatiche mentre le  sue dimensioni sono maggiori nelle varietà coltivate.

I suoi frutti contengono 5 semi e risultano immangiabili anche maturi vanno perciò messi nella paglia ad "ammezzire" cioè a maturare ulteriormente perchè si ammorbidiscano e perdano l'aspro dei tannini diventando morbidi e gustosi e anche se la loro polpa si scurisce possono essere così consumati.

 spina del nespolo
Il frutto acerbo per la maggiore quantità di tannini che contiene provoca un effetto astringente sull'intestino mentre a completa maturazione per la trasformazione dei tannini in zuccheri diventa un blando lassativo.

Questo frutto possiede anche fibre solubili che danno allo stomaco un senso di sazietà.

Con il tannino dei frutti immaturi, delle foglie e della corteccia si effettua la concia delle pelli.

 Questa pianta cresce al meglio in posizioni soleggiate ma non troppo calde , fresche e ventilate ma non umide anche se cresce ugualmente bene in posizioni mediamente ombrose.

Vuole terreno non troppo compatto ma fresco e fertile ben drenato.

E' una pianta molto resistente al freddo può sopportare anche inverni molto rigidi e grazie alla sua fioritura tardiva non teme le gelate primaverili.

La temperatura ideale per la sua crescita si aggira sui 18 20 gradi.

E' pianta rustica che da adulta richiede poche cure da giovane occorre innaffiarla nei periodi siccitosi e proteggerla dai forti venti.

Per  ottenere una fruttificazione più abbondante e con frutti più grandi è meglio concimare la pianta con letame ben maturo in primavera.

POTATURA E MOLTIPLICAZIONE
                                   
La potatura si esegue in primavera dopo le forti gelate e prima della ripresa vegetativa senza potare eccessivamente la pianta ma eliminando i rami danneggiati e accorciando i rami non più del 30% scegliendo quelli più interni per alleggerire ed arieggiare la chioma quando l'albero stenta a crescere.

Altrimenti conviene lasciarlo crescere liberamente potando solo i rami danneggiati e togliendone alcuni per arieggiare la chioma.

Due sono i sistemi usati per moltiplicare questa pianta: dal seme e per innesto.

La moltiplicazione da seme è più lunga la pianta che nasce non è uguale alla pianta madre ed entra in produzione tardi fruttificando al sesto o settimo anno di vita.

La germinabilità dei semi è scarsa conviene usare per la moltiplicazione semi di frutti che sono maturati naturalmente sulla pianta per cercare di aumentarla piuttosto che prendere quelli di frutti lasciati ad ammezzire.
  
L'innesto anticipa l 'entrata in produzione della pianta.

I portainnesti principali sono il biancospino, il cotogno, il pero e il sorbo.

Il cotogno è sensibile al calcare mentre il biancospino si adatta a diversi tipi di terreno.

Se poi il nespolo viene innestato sul pero o sul sorbo diventerà una pianta più grande e vigorosa.

COLTIVAZIONE ANCHE IN VASO

Questo bell'alberello meriterebbe di essere più conosciuto perchè offre ornamento e buona frutta richiedendo in cambio pochissima manutenzione.

Se avete un pezzettino di terreno anche un orticello e volete un albero rustico che vi dia frutta nella cattiva stagione piantate un nespolo.

Facendo ammezzire la sua frutta potrete avere frutta fresca  dopo un mese e anche più dalla raccolta.

Se avete un terrazzo un pò ampio tentatene la coltivazione  piantandolo in una conca dove in genere si mettono i limoni.

Dovrete rinvasarlo ogni 2 anni accorciando anche le radici e rinvasandolo con terra fertile alla quale avrete mescolato un concime organico ben maturo o in granuli.

Non mancate di dargli l'acqua nei periodi siccitosi e proteggetelo dal vento.

VARIETA'

Fra le  sue varietà  più note abbiamo il "Nespolo d'Olanda" originario delle regioni europee settentrionali.

nespolo d'Olanda
Produce molti frutti di  buona dimensione  e di ottimo gusto con buccia di colore marrone chiaro che  si raccolgono a fine ottobre.

Un'altra ottima varietà è la "Gigante di Castel Rainero" di origine italiana tipica della zona ligure con frutti molto grossi di colore marrone scuro e di forma oblungo schiacciata che  si raccolgono a fine ottobre.

La loro polpa è chiara e  il gusto molto saporito.

Il "Grosso di Germania" è una varietà di origine tedesca che fruttifica con un frutto piccolo con buccia marrone chiara e di gusto gradevole.

La sua raccolta si colloca a metà ottobre.

AMMEZZIMENTO E GUSTOSE RICETTE

I frutti di tutte le varietà non possono essere consumati alla raccolta, come ho già accennato ma abbisognano di almeno un mese di ammezzimento in un locale fresco conservati sopra la paglia.

nespola dopo l'ammezzimento
Con la frutta pronta per essere consumata si possono fare ottime marmellate dopo aver tolto buccia e noccioli e confetture usando un peso di zucchero uguale a quello della polpa.

Ottime anche le salse e le creme.

Può essere usata per la preparazione di brandy e di liquori.

Una bevanda particolare di bassa gradazione alcolica, il sidro di nespola viene  prodotto con la frutta lasciata fermentare se lo si distilla produce una rara acquavite.

Il sidro di nespole ha un sapore forte leggermente speziato può essere aggiunto alla carne della selvaggina ed è adoperato specialmente nei paesi germanici.

Sono stata molto indecisa su quale ricettina descrivervi perchè come è raro il nespolo comune  sono ancor  più rare le ricette che lo riguardano.

Scartebellando fra i miei vecchi  amati quaderni di ricette, di mia nonna prima, di mia mamma poi e adesso son passati a me ho trovato questa vecchia ricetta che vi passo copiandola tal quale.

Mia nonna ogni tanto la serviva e mi ricordo che aveva un gusto molto particolare che non saprei descrivervi, provatela se volete portare in tavola  un dessert dal gusto inusuale e dimenticato.

POLPA DI NESPOLE AL LIQUORE

ingredienti per due persone

100 gr di nespole ben mature

miele liquido
 
liquore (la ricetta originale lo da di marasche) ma un liquore dolce di ciliegie andrà bene.

Aprite  le nespole mature prendete solo la polpa che schiaccerete riducendola in poltiglia e che metterete in una piccola terrina.

Irroratela di liquore e mescolate  in modo che la polpa delle nespole si mescoli col liquore.

Prendete due coppette da dessert metteteci la purea così ottenuta e fatevi colare sopra un poco di miele liquido.

Preparate questo piatto all'inizio del pasto e servitelo alla fine quando gli ingredienti si saranno ben amalgamati.

Se ne avete guarnite ogni coppetta con una ciliegia sotto spirito.

Un tempo quando i liquori si facevano in casa e ciascuna donna di casa aveva le sue ricette per  fare i liquori che si tramandavano di madre in figlia era comune avere in casa il liquore di marasche, il nocino di San Giovanni, il liquore di anice e anche quello di nespole.

 albero di nespolo adulto
Altri tempi  e altri usi però in questo blog ho voluto condividere con voi questa antica ricetta che veniva servita nei giorni di festa quando la tv e internet ancora non si conoscevano.

Ma troppo sto divagando vi lascio a gustare  la profumata crema non senza prima avervi augurato

BUON APPETITO

venerdì 11 novembre 2011

ORTO CLASSICO

FAMIGLIA NUMEROSA GUSTOSA E MEDICAMENTOSA QUELLA DEI CAVOLI CAPPUCCI
SAREBBE UN PECCATO NON PARLARVENE ANCORA


Vi avevo lasciato  con una promessa: che vi avrei parlato ancora di questo ortaggio così versatile e con così numerose varietà.

Ecco che quindi mi accingo a mantenerla e con piacere passo ad illustrarvi altre caratteristiche di questa verdura così comune così antica e con proprietà così benefiche.

Come premessa voglio dirvi che la coltivazione del cavolo cappuccio impegna per lungo tempo il terreno e quindi è più adatta in piena terra sia per la sua durata che per l'ingombro delle sue piante.

Ma non disperino quelli che hanno un terrazzo o un balcone perchè vi sono alternative validissime e altrettanto gustose.

Si possono piantare  a settembre ad esempio varietà primaverili e raccogliere a marzo i loro cappucci appena formati che saranno un gustoso complemento alle insalatine  di primavera liberando presto i vasi per altri ortaggi.

Oppure piantate in autunno le varietà ornamentali che faranno un figurone sul vostro balcone con i loro vari colori dal magenta al bianco.

Nessuno vi vieterà di coglierne qualche foglia e di mescolarla alle varie insalate invernali per un ulteriore aggiunta di vitamine e ottimi principi nutritivi.

Prendete vasi capienti anche se non occorre siano molto profondi e riempiteli con buona terra fertile.

Non concimatela e rinvasate le piantine prese da un buon vivaista vi consiglio di acquistare queste ultime e non procedere con la semina piuttosto delicata.

Innaffiate frequentemente ma non eccessivamente perchè il terreno specie quando fa freddo non deve mai essere eccessivamente umido ma non fate mai mancare l'acqua altrimenti ci potrebbe essere un arresto nello sviluppo delle piante.

Resisteranno bene ai freddi invernali specie se avrete l'accortezza di addossarle ad un muro e di coprirle se il clima fosse proprio gelido, con un velo di tessuto non tessuto, un tempo si usava la paglia, e così avrete un bell'ornamento per il vostro balcone e gustose fresche foglie per la vostra tavola.

Passiamo adesso a  descrivere le varie varietà di cavolo cappuccio che si dividono in primaverili, estive, autunnali e vernine a foglie bianche, a teste rosse e poi ci sono le varietà di verza...si potrebbe riempire mezzo blog :-)

Qui accennerò alle più importanti ma mi riservo di fare ulteriori post per le varietà più rare.
  
E' bello coltivare varietà rare perchè non scompaiano e anche per gustare sapori dimenticati.


VARIETA' DI CAVOLO CAPPUCCIO BIANCHE E ROSSE

Un cavolo cappuccio che mi piace che intendo perciò trattar per primo per la sua precocità, per la tenerezza della sua bianchissima testa e perchè può esser colto anche immaturo quindi è adatto ad esser coltivato anche sui balconi è il cavolo cappuccio tondo bianco.

Ha numerose varietà adatte alla semina sia primaverile - estiva che autunnale -vernina alcune sono così precoci da esser pronte per la raccolta a soli 50 / 60 giorni dal trapianto delle piantine.

 cavolo cappuccio tondo bianco
Hanno teste molto regolari e compatte con foglie chiare e cuore bianchissimo.

La caratteristica che rende queste varietà particolarmente interessanti è che la loro testa è buona anche colta immatura del peso di circa un kg mentre se la si coglie a maturità si avrà una bella palla che può raggiungere i 2 kg e oltre a seconda delle varietà.

Si prestano per molti usi, le teste immature son molto buone in insalata da sole tagliate a striscioline sottili o mescolate alle insalate di stagione, se le si coglie a maturità sono ottime in minestroni o cotte con le cipolle oppure possono essere fatte fermentare per avere dei gustosi crauti.

Voglio ricordare che le varietà primaverili si seminano a fine luglio inizio agosto si trapiantano a settembre svernano e son pronte per essere raccolte da marzo in poi.

 Le varietà estive si seminano in febbraio marzo si trapiantano ad aprile giugno e si raccolgono a luglio e a settembre.

Voglio citare qui due  vecchie varietà  che ho coltivato e che mi hanno dato ottimi risultati.

 cavolo cappuccio cuore di bue
La prima è il cavolo cappuccio bianco "cuor di bue grosso" è una varietà primaverile e estiva con cappuccio conico compatto molto croccante  adatta agli impianti autunnali per poter gustare in primavera le sue ottime teste.

Quando una mia amica mi diede alcune piantine del "Cavolo cappuccio quarantino di Napoli" dicendomi che in circa 40 giorni avrei avuti pronti i cavoli non ci volevo credere ma ho dovuto ricredermi perchè in circa 40 giorni o poco più avevo nell'orto i cavoli pronti.

 Provate a seminarli in primavera avrete degli ottimi cavoli cappucci estivi precoci ma non per questo meno gustosi.

E' una pianta rustica coltivata soprattutto nell'Italia Meridionale perchè sopporta la siccità.

Un'altra varietà di grande pregio rustica con una testa voluminosa e compatta è la "Quintale d'Alsazia" una varietà autunnale particolarmente adatta da cuocere e per preparare i crauti.

Se invece volete una varietà  estiva  precoce infatti dal trapianto alla raccolta non trascorrono più di 60 giorni cercate i semi del cavolo cappuccio "Campo d'oro".

cavolo cappuccio "campo d'oro" 
A maturazione ha una testa che rimane piccola, adatta quindi anche per terrazzi, con teste tonde di colore molto attraente bianco giallo che sembrano d'oro e che faranno un figurone anche dal punto di vista ornamentale nel vostro orto o sul vostro terrazzo e che inoltre hanno un sapore eccellente.

Vediamo adesso le varietà di cavoli cappucci più rustiche e resistenti che sopportano anche il  gelo e che vengono raccolte in inverno.

Se si vuole ottenere una produzione regolare di cappucci durante i mesi invernali occorre seminare in due o più fasi da metà maggio a giugno e trapiantare a dimora  le piantine da  agosto a settembre.

Una delle varietà più resistenti al gelo e largamente coltivata è la varietà "Tundra" vigorosa e di ottimo sapore.

Le teste di grossezza media  si formano da novembre a febbraio e sono croccanti e saporite.

Un'altra ottima varietà invernale è il cavolo cappuccio "Amager" che forma una testa soda e grande può raggiungere i 2 kg di peso con foglie croccanti di sapore delicato.

Adesso passiamo alle varietà di cavoli rossi  che sono di crescita più lenta e adoperati maggiormente in salamoia e nelle conserve anche se le loro foglie color magenta stanno benissimo nelle insalate ma mettete solo quelle più tenere.

Sono cavoli più impiegati nelle raccolte autunno-vernine delle varietà a cappuccio bianco.

Una delle migliori varietà autunnali è la "Ruby ball" ha una maturazione precoce e può essere raccolta anche a fine estate la sua testa è solida e compatta con un colore rosso uniforme.

La pianta è vigorosa poco adatta per la coltivazione in vaso.

E' una varietà che ha un sapore dolce  ma molto saporito molto adatta  per la conservazione e la cottura.

Un'altra ottima varietà autunnale è il "Rosso grosso" caratteristico per il suo colore rosso violaceo la sua grossa palla schiacciata all'apice e ottimo consumato in insalata o messo sotto aceto.

Per le varietà di cavoli cappucci rossi invernali voglio citare Il "Grosso d'Olanda invernale" con cappuccio ovoidale rosso scuro con le foglie esterne molto increspate e erette.

 cavolo rosso 
E' ottimo per la produzione di crauti.

 Ho scelto queste fra le principali varietà dei cavoli cappucci bianchi e rossi ma ve ne sarebbero numerose altre siccome però il tempo è tiranno mi riservo di trattarle prossimamente.

LA VERZA


Passo a parlarvi dell'ultimo ma non meno importante gruppo del cavolo cappuccio: la verza una varietà selezionata all'inizio del 1600 proprio in Italia.

La verza per le sue caratteristiche di coltivazione e le sue numerose varietà meriterebbe un post a parte  ma siccome è una varietà del cavolo cappuccio la tratto qui riservandomi di trattare qualche rara verza di nicchia  prossimamente.

Diciamo che se il nome scientifico sia del cavolo cappuccio propriamente detto che della verza è uguale per entrambi Brassica oleracea, differisce però la varietà: var. capitata per il primo e var.sabauda per la seconda.

Tutti e due formano una testa ma mentre nel cavolo cappuccio le foglie son lisce e la testa è formata da foglie strettamente avvolte, nella verza troviamo foglie bollose che rimangono leggermente aperte in prossimità della testa stessa.

Le modalità di coltivazione e le date di semine trapianti e raccolta son le stesse del cavolo cappuccio.

Avremo quindi varietà di verze estive autunnali e invernali.

Ha un gusto più marcato e un odore più forte del cavolo cappuccio ha le stesse sue  proprietà ed è ricca come quest'ultimo di vitamina A ,C e K importante per la coagulazione del sangue.

Le regioni dove viene maggiormente coltivata sono il Piemonte, la Puglia, il Veneto,il Lazio e la Lombardia.

 "primissimo d'Ingegnoli"
Un anno seminai il cavolo verza "Primissimo d'Ingegnoli" per aver verze in estate.

Seminato a fine marzo in semenzaio lo trapiantai a fine maggio a dimora.

Attenzione che le piantine del cavolo verza son delicate come trapianto, innaffiare bene il terreno dove si mettono e dove sono e fare il trapianto la sera col fresco.

Iniziai a aver verze pronte in agosto ottime davvero ma la verza è più una verdura autunno vernina secondo me.

Quindi andiamo a vedere qualche varietà autunnale.

Cavolo verza "Testa di ferro" ad esempio che davvero come dice il nome ha una testa molto compatta.

Se lo si semina in tarda primavera si raccoglierà in autunno mentre se si semina in autunno si avrà il raccolto in primavera.

 verza "testa di ferro"
Tenete presente che la verza sopporta il freddo meglio del cavolo cappuccio anzi si avvantaggia di qualche gelata che la rende più tenera e gustosa.

Un'altra tipica verza invernale che si può raccogliere sino a febbraio e oltre è il "Trionfo d'inverno" che non teme il freddo e ha una testa molto tenera e gustosa.

Un'altra varietà che mi sento di consigliarvi è la  "Vertus" una  varietà  invernale molto produttiva che è possibile raccogliere per tutto l'inverno e che si sviluppa molto lentamente quindi potete cogliere verze sino a primavera.

La sua testa molto regolare e il suo colore verde scuro ne fanno una varietà molto attraente anche il sapore è intenso ma molto  gradevole.

Attenzione ai primi caldi che spaccano le teste delle verze e le fanno andare a fiore raccoglietele e conservatele in un posto asciutto e fresco.

Con le varietà di cavoli e le verze potete fare un'aiuola molto ornamentale.

 cavolo cappuccio "capeza negra"
Se avete uno spazio lungo e stretto spoglio in inverno specie se corre lungo un muro vi spiego adesso come riempirlo di colore.

Questa spiegazione che adesso vi do va bene metterla in atto anche sul terrazzo se avete delle vasche grandi dove coltivate le verdure estive es i pomodori e che d'inverno rimangono drammaticamente spoglie.

Contro il muro o sullo sfondo mettete una fila di cavoli neri toscani, ne ho parlato in un blog precedente, continuate con i cavoli a testa rossa intervallati da quelli a testa bianca, è meglio che compriate le piantine da un buon vivaista,  poi una o due file, a seconda dello spazio, di cavoli "capeza negra" che spiccheranno fra i cavoli a testa bianca perchè il loro colore è verde scuro sul rossastro.

 cavolo ornamentale
Infine per le prime file mettete una serie di cavoli ornamentali scelti per i loro colori chiari es panna, violetto o verde molto chiaro.

Le loro foglie screziate risalteranno e formeranno una macchia di colore che si protrarrà per tutto l'inverno.

Per quanto riguarda le ricette son innumeri come tantissime sono le varietà di questo ortaggio così versatile.

Io ho scelto un'antica ricetta valdostana molto adatta in questo periodo freddo ma ogni regione ha il suo modo di cucinare un ortaggio così antico anzi ogni luogo aveva le proprie caratteristiche ricette come erano particolari le varietà che venivano coltivate.

Vi esorto ad andare a cercar quelle che erano un tempo cucinate dove siete voi e gusterete piatti  una volta comuni ma adesso con sapori dimenticati.

ZUPPA VALDOSTANA

Ingredienti per due persone

90 gr di fontina

mezza verza

circa 1litro di brodo

4 fette di pane (meglio se raffermo)

mezza cipolla

30 gr di burro

sale q.b.

Prendere una capace padella e fate rosolare la cipolla nel burro.

Intanto pulire ed affettare a striscioline sottili la mezza verza che unirete alla cipolla quando questa è imbiondita.

Tirate a cottura a fuoco basso mescolando spesso e unendo un pò di brodo se vedete che si asciuga troppo.

Al forno tostate le fette di pane.

Prendete una pirofila mettete 2 fette di pane versatevi parte della verza cotta alternandola con delle fettine di fontina.

Terminate con le altre 2 fette di pane e sopra guarnite con le ultime fette di fontina che avrete lasciato per questo scopo.

Bagnate col brodo in modo che le ultime fette di pane, quelle che avete messo in superficie siano bagnate ma non zuppe.

Infornate per circa 10 minuti a forno caldo sui 200.

Non indugiate a portare in tavola appena vedete la fontina sciolta e le fette di pane ben dorate.

E' una minestra calorica adatta al periodo freddo che riscalderà lo stomaco e il cuore dei vostri commensali.

Minestra povera di altri tempi dove non si buttava via nulla e con le cose più povere, pane raffermo e verza si creavano piatti squisiti.

Speriamo che quegli antichi tempi vengano solo ricordati  per la parsimonia e l'abilità delle persone che così bene sapevano cavarsela e che noi non dobbiamo ricalcarne le orme visti i tempi non troppo felici che si teme ci aspettino.

Ho parlato anche troppo vi lascio a gustare la salutare e profumata minestra non prima di avervi augurato

BUON APPETITO

domenica 6 novembre 2011

ORTO CLASSICO

HA UN CAPPUCCIO! MA CHE CAVOLO E'?  MA E' IL CAVOLO CAPPUCCIO

Di varietà di cavoli ne esistono più di 400 è una verdura diffusa e molto versatile una delle poche che sopporta bene il gelo che anzi la rende più tenera e saporita, in un periodo, l'invernale che scarseggia di verdure fresche.

Il cavolo cappuccio con le sue numerose varietà può esser coltivato e raccolto tutto l'anno a seconda che si seminino varietà primaverili- estive, autunnali o invernali.

Se volete potete consumare questa verdura utile e gustosa tutto l'anno il che è piuttosto raro in un ortaggio perchè in genere gli ortaggi sono stagionali.

Ma passiamo alla conoscenza più approfondita di questa meraviglia della natura anzi di queste meraviglie della natura perchè i cavoli cappucci son così vari che davvero ce ne sono per tutti i gusti.

Iniziando dalla forma delle loro teste chiamate anche cuori o palle, che  possono essere tonde appiattite o coniche, continuando col colore ce ne sono di verde chiaro, verde scuro passando dal rosa al violetto e finendo con la grossezza delle loro palle che possono avere dimensioni che variano dai 15 agli 80 cm.

Vediamo quindi di fare un pò d'ordine in tanta abbondanza.

ORIGINI E DIFFUSIONE DI QUESTO ANTICO ORTAGGIO

Coltivato da 4000 anni il cavolo è uno degli ortaggi che per primi furono coltivati e fa parte da sempre dell'alimentazione umana.

Siccome il cavolo cresce bene anche in climi freddi, produce abbondanti raccolti, la sua coltivazione è facile e soprattutto può essere conservato nei mesi invernali divenne presto una  coltura importante in Europa.


  cavolo selvatico capostipite dei cavoli coltivati
Il progenitore di tutti i cavoli e quindi anche del nostro cavolo cappuccio è una pianta selvatica che ancor oggi cresce vicino alle coste del mar Mediterraneo chiamata  Brassica oleracea  col nome comune di cavolo selvatico o cavolo di mare da cui nel corso dei secoli son derivate tutte le varietà di cavoli che ancor oggi consumiamo.

I primi cavoli avevano le foglie aperte senza cappuccio simili a delle varietà odierne rare tipo il cavolo nero toscano di cui ho già parlato in un post precedente.

Col passare degli anni sempre più persone preferivano i cavoli che avevano le foglie apicali ripiegate sopra il gambo perchè così diventavano più tenere e questo favoritismo continuato per generazioni ha portato alle odierne teste del cavolo cappuccio.

Si pensa che questo processo sia terminato nel primo secolo d.C. dando origine alla pianta della Brassica oleracea varietà capitata che si traduce in cavoli con una testa.

Era stato fissato il tipo di  cavolo cappuccio come lo conosciamo noi oggi.

Nel Medioevo fecero la loro comparsa i cappucci bianchi e rossi mentre la verza fu creata nel 1600 in Italia  e si diffuse rapidamente in tutta Europa.

 Fu un navigatore francese Jacques Cartier che portò il cavolo nelle Americhe attorno al 1540  e nel suo terzo viaggio lo piantò in Canada.

Nel 1700 era coltivato sia dagli indiani che dai coloni americani ma il cavolo cappuccio rosso e la verza non sono molto popolari negli Stati Uniti.

Ai giorni nostri è coltivato intensamente specialmente dove il clima è rigido che ben sopporta.

Ha trovato infatti il suo habitat migliore in Russia e Germania dove è coltivato in modo intensivo sia per consumo fresco sia per produrre i crauti cibo tipico delle regioni tedesche.

I maggiori produttori a livello mondiale sono la Cina e L'India mentre in Italia è largamente coltivato come verdura invernale nelle regioni meridionali di Puglia, Campania e Lazio ma anche vaste colture vi sono nel Veneto e in Emilia Romagna.

DESCRIZIONE E RAGGRUPPAMENTI

Il cavolo cappuccio è una pianta erbacea biennale alta dai 40 ai 50 cm con un fusto eretto e corto possiede una radice fittonante non troppo profonda che non supera in genere i 40 cm.

Le sue larghe foglie si avvolgono sino a formare una testa compatta di differenti dimensioni a seconda delle varietà che racchiude il germoglio principale il quale ha il compito di condurre la pianta a fiore e successivamente a frutto.

Il cavolo cappuccio si è sviluppato in tre principali raggruppamenti: il cavolo cappuccio bianco, il cavolo cappuccio viola e la verza.

Di ogni raggruppamento sono molto numerose le cultivar che si differenziano per il colore, la forma,  la dimensione della testa e l'epoca della loro maturazione.

Inizio a parlarvi dei cappucci primaverili le loro teste hanno un verde brillante con  le foglie leggermente staccate le une dalle altre e  hanno un ciclo colturale lungo.

Infatti la semina avviene a fine luglio inizio agosto il trapianto si esegue a settembre, passano tutto l'inverno a dimora per essere raccolte da aprile a giugno.

Vi sono varietà più piccole che vengono a maturazione precocemente e che già a marzo possono venire raccolte.

I cappucci estivi hanno teste più rotonde e compatte si seminano a febbraio marzo si trapiantano ad aprile giugno e si raccolgono a luglio settembre.

I cappucci autunnali si seminano a metà marzo e si trapiantano circa due mesi dopo la semina quindi a maggio per cominciare la raccolta in autunno.

Infine i cappucci  invernali si seminano a maggio si trapiantano circa due mesi dopo la semina quindi a  luglio e in inverno verso novembre si inizia a raccogliere.

La raccolta se si è seminato in marzo avviene in ottobre, varietà autunnali, se invece la semina è stata fatta a maggio avremo le varietà invernali le piante sverneranno e potremo raccoglierle  sino a febbraio.

Le varietà invernali posseggono teste dure e compatte.

 verza notate le foglie bollose
Le verze si differenziano leggermente dai cavoli cappucci propriamente detti, pur essendone una varietà, per le teste rotonde e le foglie increspate ed arricciate.

Sono facili da coltivare e resistenti  seminandole ad intervalli regolari si potrà avere una  continua produzione di verdura fresca da settembre sino a maggio.

I cappucci rossi vengono coltivati spesso per farne conserve hanno teste dure e compatte con foglie increspate.

Sono una verdura che ha le stesse varietà dei cavoli cappucci a testa bianca e che quindi ha varietà estive, autunnali ed invernali con gli stessi periodi e modalità di coltivazione che già ho spiegato per i cavoli cappucci bianchi.


 cavolo cappuccio a testa conica
I cavoli cappucci rossi poco sopportano il gelo in luoghi dove vi son gelate intense conviene estirparli dal terreno e ricoverarli in un luogo protetto.

COLTIVAZIONE E MOLTIPLICAZIONE

Le varietà di cavolo cappuccio non vanno seminate a dimora ma in semenzaio perchè la loro germinazione è delicata si diradano appena le piantine sono così grandi da essere maneggiate.

Quando hanno emesso  3 o 4 foglioline e sono alte dai 10 ai 15 cm innaffiare molto bene e trapiantatele a dimora appena tolte dal semenzaio là dove volete che si sviluppino e siano raccolte a maturità.

Fate attenzione che le radici non si secchino prima del trapianto irrigate abbondantemente il terreno il giorno prima di mettere e dimora le giovani piantine e rincalzate bene la terra attorno a ciascuna di loro.

Se il clima è siccitoso trapiantate  in buche d'impianto che riempirete poi d'acqua e nei periodi successivi non fate mancare l'acqua perchè i cavoli cappucci, ma tutti i cavoli in genere, sono molto sensibili alla mancanza d'acqua che potrebbe pregiudicare l'attecchimento.

Se il clima è asciutto occorre dare acqua tutti i giorni per  avere la giusta umidità nel terreno.

Se diventa troppo gelido proteggete le piantine dei cavoli invernali sotto tunnel o campane oppure sotto frasche meglio se di felce o di noce che proteggono senza soffocare nè marcire come si usava fare un tempo.

I cavoli cappucci rossi sono più sensibili al gelo e in inverno vanno protetti con lastre di vetro o simili se il vostro clima ha gelate sporadiche.

Le verze invece vanno raccolte dopo aver preso una gelata che accentua il loro gusto e aroma.

I cavoli estivi vanno raccolti tagliandoli a livello del suolo con un coltello ben affilato.

Se si lascia la radice e la si annaffia regolarmente questa rigermoglierà in diversi getti con foglie croccanti e tenere che possono essere raccolte per farne una gustosa insalata oppure cotte costituiranno un ottimo contorno.

Le varietà invernali dove il gelo è molto intenso possono venir raccolte a novembre dicembre ed essere riposte e conservate.

Si mantengono sino ad aprile ma devono essere esaminate spesso per assicurarsi che non compaiano macchie o muffe.

Quando il loro  cappuccio è ben sodo prelevarle dal terreno con tutta la radice aiutandosi con una forca o una vanga poi pulirle recidendo il fusto e le foglie esterne più dure e ricoverarle su scaffali in un luogo protetto dal gelo.

Anche il cavolo rosso dopo la raccolta così pulito può essere conservato per parecchi mesi in un luogo asciutto  dove non gela.

Non lasciate sul posto i resti del cavolo e non li mettete nel compost attirano gli insetti che si cibano di cavoli come la mosca delle radici che si nutre delle radici e delle foglie di questa pianta e la cavolaia una farfalla bianca con le ali punteggiate di nero che depone le uova fra gli interstizi delle foglie del cavolo danneggiando il cappuccio e l'intera pianta.

Non piantate i cavoli nello stesso posto dell'anno precedente questo per scongiurare gli attacchi di un fungo che provoca l'ernia del cavolo.

Il terreno ideale per tutte le varietà è un terreno alcalino e ben drenato situato in una posizione soleggiata.

Eseguite una profonda vangatura perchè le radici a fittone del cavolo se ne avvantaggiano e non fate mancare l'acqua perchè le teste per formarsi bene non devono patire la siccità senza però avere un terreno eccessivamente umido.

Non concimate con letame prima di mettere a dimora i cavoli  questi  non hanno bisogno di concime se seguono una coltivazione di leguminose piselli o fave ad es. oppure di insalate

Potete mescolare al terreno letame maturo in autunno se intendete piantare i cavoli in primavera.

Per alzare l'alcalinità del terreno qualora questo già non lo fosse potete poco prima dell'impianto mescolare superficialmente al terreno della calce agricola che distribuirete uniformemente con una accurata rastrellatura.

 cavolaia
 Quando li trapianterete distanziate i solchi da 60 a 80 cm a seconda delle varietà e lasciate fra pianta e pianta la distanza di  50 cm perchè le giovani piantine si sviluppino al meglio e formino belle teste.

La parte migliore del cavolo cappuccio è l'interno della sua testa la parte bianca che si sviluppa pienamente il primo anno di vita della pianta.

Se la si lascia andare in fiore per prenderne il seme al secondo anno di apre e fiorisce con numerose infiorescenze gialle che portano i semi  in quali conservati in un luogo asciutto mantengono intatto il loro potere germinativo anche per 4 o 5 anni

CARATTERISTICHE DI QUESTO ORTAGGIO

 Il cavolo cappuccio appartiene alla famiglia delle Crucifere varietà Brassica come nome scientifico   Oleracea var. capitata ed è una pianta biennale che però viene coltivata come annuale per poter cogliere a piena maturazione la sua testa.

Contiene un'elevata quantità di acqua ma un basso valore energetico 100 gr di parte edibile contiene solo 20 kcal quindi è adatto ad essere consumato anche da chi è a dieta.

Le sue proprietà sono numerose è un'ottima fonte di vitamina C, specialmente contenuta nelle sue foglie verdi, e  per questo motivo veniva portato nei secoli scorsi sulle navi per evitare lo scorbuto.

Possiede inoltre la vitamina A la E e la B2 e ha un discreto contenuto  di calcio fosforo e potassio.

 cavoli cappucci a confronto
Il potassio è molto utile per la regolazione della pressione arteriosa.

Un uso regolare di questo ortaggio può contribuire ad evitare l'insorgere di tumori  in particolare quelli dei polmoni e del colon.

Uno studio condotto presso l'università di Santa Barbara in California ha accertato che i cavoli e quindi anche il cavolo cappuccio contengono certi composti chimici che sono in grado di bloccare il diffondersi e la proliferazione delle cellule tumorali.

Ricco di zolfo che è causa dell'odore acre che il cavolo sprigiona durante la cottura è un ottimo rimedio cospargersi con l'acqua  nella quale è stato cotto questo ortaggio per curare le malattie della pelle.

E' stato accertato che mangiare questa  verdura è benefico per le ulcere interne soprattutto se la si consuma cruda in quanto se la si fa cuocere perde parte delle sue proprietà.

Contiene molte fibre di cellulosa che aiutano a migliorare il transito intestinale.

 Ha anche significative quantità di un aminoacido chiamato glutamina che ha forti proprietà anti-infiammatorie.

fiori di cavolo cappuccio
Le foglie di cavolo applicate direttamente sulle ferite sono tra le più antiche medicine conosciute dall'uomo ponendo foglie di cavolo sui tagli  e sulle piaghe il risultato era sempre più che positivo.

Nella medicina naturale si utilizza il brodo di cavolo per espellere i parassiti intestinali.

Il cavolo cotto mangiato con la sua acqua di cottura e un'eventuale aggiunta di miele è molto utile contro la raucedine, il raffreddore e le bronchiti.

Il cavolo rosso è ricco di ferro e di antociani che gli danno la colorazione rossastra ed è un forte antinfiammatorio che agisce in maniera benefica sul sistema immunitario rafforzandolo e proteggendo anche la salute del cuore.

Inoltre il suo contenuto di vitamina C è sensibilmente più elevato di quello  contenuto nella varietà di  cavolo cappuccio verde.

Il modo migliore per mangiare i cavoli cappucci e ingerire anche tutte le loro notevoli proprietà è quello di consumarli crudi oppure cuocerli al vapore mentre se si fanno bollire perdono sino al 60% delle loro benefiche proprietà.

E' POSSIBILE COLTIVARE IN VASO QUESTO ORTAGGIO?

A questo punto sorge spontanea una domanda e alcuni appassionati come me del mondo verde me l'hanno posta: è coltivabile il cavolo cappuccio sul balcone?

La risposta è: dipende.

Per la continuazione della mia risposta vi rimando ad un prossimo post dove non solo risponderò a questa domanda ma continuerò a spiegarvi questo ortaggio così utile approfondendo la coltivazione delle sue varietà così numerose e versatili.

Non posso però chiudere questo post senza una piccola gustosa ricettina.

INSALATA DI CAVOLO A DUE COLORI


Ingredienti per due persone

un piccolo cavolo cappuccio rosso

un piccolo cavolo cappuccio bianco
o metà delle due varietà di cavolo cappuccio

una manciatina di semi di cumino

olio   extravergine d'oliva

aceto di mele

sale q.b

pepe a chi piace

Togliete ai due cavoli le foglie dure esterne e anche il torsolo interno lasciando solo quel poco che consente alle foglie di rimanere attaccate insieme.

Affettate finemente le loro foglie mescolandole in una capace insalatiera.

In una ciotolina formate un'emulsione con l'olio extravergine, l'aceto di mele, i semi di cumino, il sale q.b. e a chi piace un pizzico di pepe.
 
Condite il vostro piatto a due colori e lasciate riposare almeno un paio d'ore prima di servire questa gustosa e vitaminica insalata  per far si che i diversi sapori si amalgamino bene e le foglie dei cavoli rilascino un pò del loro umore formando un bel sughino morbido.

Il profumo prima che il sapore metteranno la acquolina in bocca ai vostri commensali quando porterete questo colorato piatto in tavola.

E' un tipico piatto invernale quando il freddo e l'umidità ci spingono a cercare ortaggi di stagione che ci aiutino a combatterle come appunto fa il nostro cavolo cappuccio.

Con questa ricettina che spero incontrerà il vostro gusto io mi ritiro vado a gustarmi un poco di crauti per rimaner sempre in tema di cavoli cappucci non senza però prima avervi augurato


BUON APPETITO